Cosenza, i Campioni di “Carosello” alla Fondazione Premio Sila

QUANDO LA PUBBLICITÀ SI FACEVA PER SPORT.
I CAMPIONI DI CAROSELLO ALLA FONDAZIONE PREMIO SILA DI COSENZA IN UNA SERATA TELESAUDADISTA IDEATA E CONDOTTA DA UGO G. CARUSO
Dopo la Soirée Simenon realizzata per presentare la recente donazione del fondo Bruno Morcavallo sul grande scrittore belga, un altro evento organizzato insieme al Movimento Telesaudadista, è in programma oggi lunedì 25 Febbraio alle ore 19 negli accoglienti locali della Fondazione Premio Sila, proprio nel cuore del centro storico di Cosenza (Via del Liceo, 14).
La serata si preannuncia quantomai interessante ancorché godibile: è infatti di scena Carosello, il più popolare programma televisivo di sempre, in un incontro ideato e condotto da Ugo G. Caruso, storico dello spettacolo e fondatore del Movimento Telesaudadista, e prevede la proiezione di “Spo(r)ts e divertissements”, un’antologia dedicata ai caroselli di argomento sportivo, realizzata dallo stesso Caruso insieme con Lucio Montera. I due in precedenza avevano  firmato vari altri lavori analoghi,  scomponendo lo sterminato repertorio di Carosello in  altrettante selezioni riservate di volta in volta agli autori, ai generi, ai prodotti, ai testimonial, alle società di advertising del principale contenitore pubblicitario italiano.
La selezione era già stata presentata con successo dieci anni fa, nel maggio 2009, in una sede prestigiosa come l’Università di Teramo dove lo stesso Caruso era stato docente a contratto presso la Cattedra di Storia sociale dello sport, nel quadro di un seminario svoltosi ad Atri ed organizzato dal Dottorato in Critica storica, giuridica ed economica dello sport.
Nell’antologia tematica prodotta dal Movimento Telesaudadista – un sodalizio che ha sede a Roma e che si ripropone lo studio e la rivalutazione del grande patrimonio televisivo classico, quello che coincide in massima parte con l’epoca del bianco e nero – i due autori rileggono vent’anni di storia della società italiana attraverso Carosello, l’amato contenitore di una pubblicità spettacolo, che coinvolse dal 1957 al 1977 registi, attori, cantanti, giornalisti e sportivi ma soprattutto i maggiori talenti creativi dell’advertising italiano.
I caroselli scelti da Caruso e Montera alternano infatti comunicati commerciali interpretati da noti protagonisti dello spettacolo italiano, dal Quartetto Cetra al duo Enrico Viarisio e Lia Zoppelli, da Tognazzi e Vianello a Bramieri e Pisu, da Aldo Fabrizi a Sandra Mondaini, da Alberto Lionello a Sergio Fantoni, da Dario Fo a Giorgio Gaber, da Amedeo Nazzari ad Alberto Rabagliati, da Mario Carotenuto a Pino Caruso e a caratteristi notissimi come Mimmo Craig, Elio Crovetto e Ciccio Barbi a quelli che vedono come protagonisti veri sportivi, atleti celeberrimi come Walter Bonatti, Antonio Maspes, Duilio Loi, Nino Benvenuti, Giacomo Agostini, Clay Regazzoni, Nereo Rocco, Nicola Pietrangeli, Helmut Haller, Luis Suarez, Felice Gimondi, John Charles, Luis Vinicio, Edmondo Fabbri, senza contare giornalisti come Niccolò Carosio e Gianni Brera e finanche l’immancabile Topo Gigio, oltre a molti filmati d’animazione.
In apertura di serata Ugo G. Caruso presenterà brevemente la selezione ribadendo che Carosello, come tutto il repertorio della grande televisione in bianco e nero, va recuperato ed apprezzato non tanto e non solo per motivi affettivi e nostalgici, bensì per la sua grande qualità intrinseca. E come non mai nel caso del ventennale contenitore commerciale che segnava per i più piccini la fine della propria giornata (“dopo Carosello tutti a nanna”),  per la rivoluzione con cui modificò profondamente e definitivamente il linguaggio televisivo, i codici narrativi, la grafica, l’animazione. Carosello, insomma rappresenta un momento fondamentale nell’evoluzione culturale e sociale di un’Italia ancora arcaica ed ebbe il merito di congiungere la domanda di modernizzazione all’offerta dell’industria, coniugando in modo armonioso sogni e bisogni, costumi e consumi.
E al termine di “Spo(r)ts e divertissements”, la serata non si sarebbe potuta concludere diversamente nel consueto clima di informale convivialità, se non all’insegna dello slogan “Dopo Carosello, tutti a cena!”.