Cosenza, il cazzaro prepara la “notte dei lunghi coltelli”

L’espressione “notte dei lunghi coltelli” ricorda lo sterminio di quasi 200 persone (dato mai accertato) per volere di Adolf Hitler. Si trattava dei membri delle SA (le squadre d’assalto naziste) e del loro comandante, Ernst Rohm, che, se in un primo momento avevano aiutato e sostenuto il Führer nell’ascesa al potere, in seguito ne presero le distanze e anzi cominciarono a opporsi al suo regime. Così, nella notte tra il 29 e il 30 giugno del 1934, le SS e la GESTAPO su ordine del Führer compirono la tragica epurazione.

Hitler la chiamò Operazione Colibrì e fu architettata perfettamente per ottenere il massimo risultato al minimo costo… Lo scopo non fu solo quello di un vero e proprio “massacro” politico, ma allo stesso tempo spianò la strada nel Partito al Cancelliere verso il Governo del Paese e dell’Europa.

Nel linguaggio corrente, la notte dei lunghi coltelli è diventata il punto di riferimento di ogni operazione di “pulizia” all’interno di un clan politico e a Cosenza, si sa, la combriccola di malaffare e corruzione più in vista e più numerosa è quella che fa capo a Mario Occhiuto.

Quella che si sta programmando a Cosenza, con tutte le proporzioni del caso, è proprio una notte dei lunghi coltelli. I presupposti ci sono tutti e tra poco vi spiegheremo perché. Prima di tutto, però, si deve consumare la partita della candidatura del cazzaro alla Regione.
Solo se vincerà questa battaglia, che per lui rappresenta la sopravvivenza, si spianerà la strada all’Operazione Colibrì così come la immagina lui. Tutti voi sapete che il cazzaro ha poche speranze di essere il candidato unitario del centrodestra ma se proprio dovesse mai accadere, ecco i dettagli del piano di Occhiuto.

Prima di tutto, dunque, come dice il truffatore prescritto, “dobbiamo essere candidati alla presidenza”, anche se pure i bambini capiscono che dopo il categorico no di Salvini la strada si fa in salita.
Mario Occhiuto tuttavia vuole a tutti i costi essere candidato del centrodestra alla presidenza della Regione perché solo in questo caso avrebbe qualche possibilità di vincere.

Ma vediamo cosa succederebbe se davvero Occhiuto fosse il candidato del centrodestra: il primo passo da fare, in questo caso, sarebbe quello di indicare il prossimo candidato “occhiutiano” a sindaco di Cosenza e, qualsiasi sia la scelta, è ovvio che, scontentando qualcuno, sarà costretto a fare pulizia ed epurazioni. Perché è chiaro come il sole che nessuno si fiderebbe di un classico e fatidico “pu vidimu”, specie detto da lui…
A Palazzo dei Bruzi ormai la tensione si taglia a fette. Da tempo le diffidenze reciproche sono arrivate ad una soglia poco accettabile. La cosiddetta Piattaforma secondo molti boatos si sta sgonfiando e i due assessori in carica (Succurro e De Cicco) sono già con un piede fuori dalla Giunta. Il rimpasto, del resto, era stato già chiesto dalla Pastore e dal fido Gisberto Spadafora.

Non più tardi di una settimana fa, allora, è stato dato pieno mandato ai sodali del cazzaro per organizzare la candidatura a sindaco di Francesco Caruso, assessore occhiutiano alle Infrastrutture. Il cazzaro e Jolanda Santelli hanno iniziato a far circolare il fatidico slogan “ha sempre un sorriso per tutti” , ma non solo.“Tutti devono lavorare per esaltarne le doti”, ha sentenziato Jolanda. “Nessuno deve permettersi ad offuscarne il cammino”. E invece, ecco la prima buccia di banana. Rosaria Succurro pubblica una serie di post proprio nello stesso giorno che sponsorizza la venuta degli alpini. Jolanda va su tutte le furie: “Ma come? Avevo detto di esaltare Francesco!!!”. Esce allora un comunicato stampa del vicesindaco che – sottotraccia – tuona contro tutti i membri della Giunta, ma il messaggio è diretto proprio alla Succurro: “Tutti oggi siamo chiamati a fare dieci passi indietro”.Ma nello stesso giorno, una perdita idrica su via Caloprese affossa un pullman dell’Amaco e De Cicco Francesco da via Popilia richiama all’ordine “senza kiakkiere” proprio il pupazzetto di Caruso, ovvero il dirigente Francesco Converso “firmatutto” che a suo dire è colpevole di non aver vigilato! E non è finita qui, perché si fa sempre più insistente la voce di una candidatura “contro” a sindaco di Marco Ambrogio, marito di Rosaria, con l’appoggio (per adesso) del solo De Cicco.
Chi è nel Palazzo racconta di una vicesindaco furiosa con i due assessori “fuori dal coro”, e che ha ricevuto i pochi fedelissimi a casa per studiare le giuste strategie. Con assessori e consiglieri che soffiano sul fuoco della polemica.
Non si sa quando, ma appena verrà ufficializzata la data delle Regionali, comunque vada, “col sorriso”, andrà in scena un vero e proprio massacro politico nell’entourage del cazzaro e in molti sono pronti a giurare che arriverà la fatidica notte dei lunghi coltelli. E anche se Occhiuto non dovesse essere il candidato unitario del centrodestra, non c’è dubbio – anzi forse a maggior ragione – che nel suo clan si arriverebbe alla resa dei conti. Costi quel che costi.