Cosenza, il disastro fisico e virtuale del Cup dell’Asp (di Francesco Noto)

IL DISASTRO, FISICO E VIRTUALE, DEL CUP DELL’ASP DI COSENZA

di Francesco Noto

Una di queste mattine mi sono recato al Cup di Via Popilia per prenotare una visita specialistica per mio figlio di quasi 4 anni. L’avventura inizia ancora prima di entrare, il parcheggio. La domanda più naturale che pongo è: possibile che in un presidio sanitario pubblico, dove l’ASP paga l’affitto dei locali (sia Cup che ambulatori), non sia previsto un luogo dove gli/le utenti possano parcheggiare liberamente? Cioè quando è stata fatta la ricerca degli stabili, possibile che non è stato inserito nelle caratteristiche un così semplice parametro? E i parcheggi di pertinenza dell’immobile dove sono? Il Comune di Cosenza avrà autorizzato sicuramente la costruzione, esiste l’agibilità? E’ tutto in ordine? Ed i due parcheggi per disabili praticamente ubicati sulla carreggiata? E l’ingorgo che si crea, ad ogni ora del giorno, a causa della porta d’ingresso posta su via Popilia? A chi giova tutto questo? Non agli utenti sicuramente.

Quando finalmente riesco ad entrare al Cup, la frustrazione delle altre persone in attesa mi dà già un’idea dell’odissea che mi preparo ad affrontare. Sulla colonna eliminacode c’è attaccato un cartello che dice che le ricette elettroniche non sono accettate per problemi tecnici. Per fortuna ho una tradizionale ricetta rossa, vergata a mano dallo specialista. Arriva il mio turno e il sistema di prenotazione si blocca, “Stanno facendo lavori sul sistema centrale” dagli sportelli comunicano. Qualcuno che era in attesa del proprio turno mi dice che anche ieri, l’altro ieri e il mese scorso, il sistema non funzionava e che posso provare da casa, tramite telefonata, o in farmacia.

Inaspettatamente la linea ritorna e riesco a prenotare la visita, addirittura per il giorno successivo, rimango senza parole visto che normalmente ci vogliono mesi. Qualche utente di buona volontà evidentemente ha disdetto, comunicandolo al Cup. Abbandono lo stabile tra mugugni e persone che all’esterno si lamentavano tra di loro “è colpa di questo, è colpa di quello, loro mangiano e noi muoriamo senza poterci curare” e via discorrendo. A chi giova tutto questo? Non agli utenti sicuramente. Ma lo stupore è davvero tanto quando, il giorno successivo, ci rechiamo alla visita ed attendiamo il nostro turno per circa due ore. Chiedo spiegazioni e la dottoressa, una volta entrati, ci fa notare che il sistema informatico aveva prenotato cinque pazienti alla stessa ora.

Mio figlio, di quasi 4 anni non ha particolari difficoltà, però un’attesa così lunga è davvero problematica, e quindi mi chiedo come sia possibile immaginare di costringere questi piccoli pazienti ad un simile stress, per semplici questioni organizzative. A chi giova tutto questo? Non agli utenti sicuramente.

Il risultato di questa esperienza, che probabilmente si ripeterà a breve, in quanto mio figlio ha bisogno di ulteriori visite, è una vera maratona di sofferenza e rabbia. Una cosa così semplice, come prenotare una visita, è resa impossibile da un’Azienda Sanitaria che di fatto non sa far funzionare nemmeno il sistema informatico di prenotazione delle visite, figuriamoci il resto. Ed è per questo motivo che martedì 8 ottobre alle ore 18.00 parteciperò all’assemblea pubblica in piazza XI settembre, facendo una semplice proposta, perché non è possibile che nel 2019 ancora vi siano seduti sulle poltrone persone in malafede e incompetenti.