Cosenza, il dopo Occhiuto non lo deciderà Occhiuto

Ad un anno dalla naturale scadenza del suo secondo mandato a sindaco, Mario Occhiuto si prepara ad affrontare il suo sempre più vicino trapasso politico. Mario Occhiuto è un morto politico che cammina. Assassinato dalla sua stessa corte. Accoltellato alle spalle dalla stessa mano che un tempo stringeva. La giusta fine politica di chi ha praticato, per raggiungere il potere, il vile accoltellamento alle spalle dei suoi oppositori politici, senza mai farsi scrupolo. Come si dice: chi di coltello ferisce, di coltello perisce. Ha utilizzato ogni tipo di arma, convenzionale e impropria, dalle querele, alle minacce ad opera di corrotti e malavitosi, per mettere a tacere ogni forma di dissenso. Senza mai preoccuparsi delle conseguenze, forte delle coperture giudiziarie e politiche di cui ha goduto per anni. Quando la sua stella ancora brillava.

Ora la sua stelle si è spenta sotto i colpi delle inchieste giudiziarie che l’hanno travolto, e alcuni si chiedono: cosa ne sarà di Mario a fine mandato?

Mario non ha un lavoro a cui tornare. E la sua grave situazione economica non gli permette “nuovi investimenti”. Buona parte dei suoi debiti ancora persistono, e i creditori stazionano oramai davanti il portone di casa sua: vogliono sapere se saranno mai pagati. Una domanda alla quale il sindaco non può più rispondere come un tempo elargendo delibere farlocche e fatture taroccate ai suoi creditori, la vigna pubblica per lui è finita, nelle casse comunali restano pochi spiccioli, insufficienti a sanare il vertiginoso buco creato da Mario in 30 anni di fallimenti. E poi ci sono i commissari che gli impediscono ogni tipo di azione truffaldina. Non è più libero di muoversi come gli pare Mario: ora deve rendere conto di ogni centesimo che esce dalla pubbliche casse. Sperava nel prosieguo dei lavori del Parco del benessere e della Metro. Tra studi di fattibilità, progetti a nonna, e incarichi vari, avrebbe potuto apparare ancora qualcosa in questo ultimo scorcio di consiliatura, ma le opere da lui programmate per sgobbare non si faranno più. Una doccia fredda per Mario che su quei denari contava. Così come contava sull’aiuto di Jole, un aiuto che non arriverà. Jole ha staccato la spina. Basta intrallazzi, ho altre magagne a cui pensare, è questa la risposta di Jole alla richiesta di aiuto di Mario.

Mario è un uomo solo. Di seguaci ne sono rimasti pochi. Persino il partito di Forza Italia lo ha messo da parte. E nessuna altra forza politica se lo fila più. A destra non ha più nessuno. A sinistra non ne parliamo proprio. Non ci sono più spazi politici disponibili per lui dove sguazzare. Il centro non esiste più. E Renzi sa bene che dare sponda ad Occhiuto, significa creare forti fibrillazioni nei suoi rappresentanti locali (all’opposizione di Occhiuto) che aspirano a ricoprire la carica di sindaco. E a poco serve il fratello Roberto che al termine di questa stramba legislatura farà esattamente la fine politica di Mario. Un altro miracolo per lui non c’è.

L’esautorazione da ogni decisione politica per Mario è totale. Non potrà, in queste condizioni, designare neanche il suo successore. Sarà Jole che deciderà il candidato del centrodestra a sindaco di Cosenza. E Mario non potrà fare altro che prenderne atto, con la speranza di ricevere qualche briciola. La sua debolezza politica si è vista tutta nel braccio di ferro con Jole per la candidatura a presidente della regione Calabria. Non c’è storia. Mario non ha più nessuna possibilità di imporre niente a nessuno. Anche perché Jole dovrà dare conto ai suoi alleati, Fratelli d’Italia e Lega, che hanno già bocciato Mario. E che di candidare un seguace di Occhiuto non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. Non se ne parla proprio, anche perchè spetta agli alleati decidere: Forza Italia ha già avuto la presidenza della regione. Perciò saranno la Lega e FdI a decidere il candidato. E i nomi non mancano.

Eventuali colpi di testa da parte di Mario, come quello di ostinarsi a volere dettare regole e condizioni, saranno sonoramente respinti al mittente.

Ecco perché anche i suoi assessori si sono dati alla fuga. Nessuno vuole più essere associato al nome del sindaco, il rischio è quello di essere “bruciati”. Meglio presentarsi da soli che sotto la bandiera, oramai scolorita, degli Occhiuto. Insomma il dopo Occhiuto, alla luce di tutto questo, non lo deciderà Occhiuto. E questa per lui è già un grande disgrazia.

Povero Mario, non gli resta che rassegnarsi al misero destino che lo attende, con la speranza di limitare i danni al solo aspetto politico, perché se ci mettiamo anche quelli giudiziari, per il fallito Occhiuto la notte si fa ancora più buia.