Cosenza, il nuovo prefetto: nel regno dei ciechi il “Guercio” è il re

Cinzia Guercio, un nome un destino, come si dice: nel regno dei ciechi il guercio è il re. Ed è proprio per questa sua propensione a chiudere gli occhi di fronte ai problemi che è stata nominata, a gennaio di quest’anno, prefetto di Cosenza, la città dove vige la legge delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Qualità indispensabili se vuoi occupare un posto istituzionale di prestigio nella nostra città. E siccome a Cosenza il non sento e il non parlo erano già occupati, gli amici hanno pensato bene di nominare al posto dell’ex prefetto Galeone arrestata per corruzione (da Galeone a galeotta il passo è stato breve), Cinzia Guercio, un nome una garanzia. Infatti da quando è stata nominata il prefetto non solo non vede niente, ma manco si vede. Una dote in più rispetto ai requisiti previsti.

Il prefetto Guercio in 4 mesi di servizio, di cui tre in emergenza covid-19 (quando più c’era bisogno di aiuto), nonostante le tante richieste di incontro e di aiuto da parte di comitati, sindacati e cittadini, non ha visto nessuno.

Non ha visto il problema della spazzatura per le strade della città, non ha visto la perenne carenza d’acqua, non ha visto la grave situazione sociale, non ha visto le difficoltà dei commercianti, dei ristoratori, degli artigiani, e di tutte le categorie produttive. Non ha visto i cassaintegrati senza cassa integrazione, non ha visto i nuovi disoccupati causa covid-19, non ha visto chi un lavoro lo cerca da anni, non ha visto la sanità cittadina al collasso, non ha visto lo stato in cui versa la depurazione delle acque, non ha visto i tanti sindaci che durante l’emergenza l’hanno cercata. Non ha visto la disastrosa situazione dell’amministrazione locale, non ha visto le denunce dei cittadini, non ha visto l’abbandono degli anziani al loro destino, non ha visto la grave crisi economica in cui versa la città. Non visto niente di niente.

Una cosa è certa nell’azione fin qui svolta dal nuovo prefetto, si attiene alla lettera al suo mandato: occhio non vede, problema non esiste.

Insomma siamo ancora una volta, almeno fino ad oggi, di nuovo di fronte alla solita cecità istituzionale che caratterizza i rappresentanti dello stato nella nostra città. Ovviamente non ci riferiamo ad una cecità fisica ma ad una cecità morale.