Cosenza, il presidio a Iacchite’ punto di partenza per una grande assemblea popolare (di Angelo Broccolo)

di Angelo Broccolo

“Speriamo di rivederci presto in piazza per sostenere insieme un grande progetto politico per le prossime elezioni comunali”. L’auspicio finale di Iacchite’ credo sia la sintesi adeguata di una sana e bella giornata di lotta democratica.

Questo è il punto da concretizzare nelle prossime settimane. Gli ottimi interventi succedutisi per manifestare la nostra vicinanza a Michele hanno tracciato nel contempo le storie di varia resistenza che in questi anni non sono mai mancate in città. Si tratta ora di dare continuità e prospettiva alle speranze di un “popolo molecolarmente disperso” – per dirla con Gramsci – che lungi dall’essere minoritario viceversa rappresenta il sentimento carsico della maggioranza dei cittadini.

Su questo punto sento di voler condividere la bella analisi di Ferdinando Gentile rispetto alla cappa soffocante del “Sistema Cosenza”, che in vario modo si estende a tutta la regione e credo al meridione. Un blocco sociale trasversale che vegeta in termini di iniziative e che si riproduce facendo tana nelle istituzioni elettive, costruendo il consenso con il ferreo controllo della spesa pubblica e comunitaria in gran parte appannaggio di una ristretta oligarchia corsara ed in minima parte spezzettata in minuscole “quote parti” di incarichi e/o mansioni finalizzate alla fidelizzazione clientelare. Sono questi ultimi i volti (noti) di retroguardia galoppina da sguinzagliare nelle campagne elettorali in una logica devastante che ben percepita dai cittadini, ne fiacca la reattività ripiegandone le tensioni e spingendoli al disinteresse verso la Res Pubblica.

Ieri si è prodotta una rottura dello schema. Decine di persone si son ritrovate, con storie e cammini a volte differenti e persino conflittuali, in Via Miceli. E’ accaduto qualcosa di nuovo che potrebbe prefigurare un atto iniziale di disobbedienza e presupporre le condizioni per la ripresa di un conflitto esteso e consapevole.

Non lasciamola cadere nel vuoto “la speranza di rivederci presto” magari in piazza, tra le persone e con la fisicità delle nostre idee. Convochiamola una grande assemblea popolare e dopo andiamo nei quartieri, nelle strade, nei luoghi di cura, negli spazi urbani e periferici abbandonati e violati dalla bulimia del cemento, andiamo nei luoghi di arte e cultura, riprendiamoci il sapere ed il filo interrotto delle nostre vite. Chissà che questo episodio non possa segnare un punto di svolta consapevole ed autonomo capace di farci trovare pronti alle sfide che il prossimo futuro ci impone. Iniziamolo questo cammino, e se ci dovessero chiedere che volete, beh… rispondiamogli semplicemente: ora vogliamo tutto…