Cosenza, il questore smentisce la città criminale disegnata da Spagnuolo

A sentir parlare il questore nella desueta conferenza stampa indetta a piazza Kennedy  per fare gli auguri ai cittadini e presentare il bilancio dell’attività della Questura, l’unica sensazione che sono riuscito a provare è stata la tenerezza.

Sì, tenerezza nei confronti del dottor Liguori.

Si vede subito, se stiamo alla fisiognomica, che non è un intrallazzato. E’ troppo ingenuo. Ha la faccia da buono. Sembra un adolescente al primo appuntamento: conosce la materia, sa come si fa, ma non ha pratica.

Che è un sempliciotto lo si capisce anche da come parla. Sembra mio zio, un po’ rincoglionito dal tempo, che ripete 100 volte la stessa cosa per essere sicuro che tutti l’abbiamo sentita.

E poi la scelta di incontrare la stampa in piazza, in mezzo alle gente, che dire, un modo per distinguersi, il giusto ma necessario tocco “anticonformista” che secondo lui lo avvicina ai giovani e ai cittadini. Ve l’ho detto che è ingenuo.

Perciò vi dico che non è intrallazzato. Con quella faccia da maestro delle elementari di inizio ‘900, nessuno lo prenderebbe sul serio. E poi c’è quella forte somiglianza con Alfonso Signorini, che, diciamolo, crea molta empatia. Anche se non graffia come il Signorini, il dottor Liguori nasconde tra le pieghe dei suoi tanti personaggi la consapevolezza.

Perché sarà anche un ingenuotto, ma sa bene che il livello criminale a Cosenza è alto. E non mi riferisco alla delinquenza di strada, ma alla corruzione nelle pubblica amministrazione. Alla cupola politica/massonica/mafiosa che governa la città. E’ talmente ingenuo da non produrre neanche un rigo su questo argomento nella relazione di fine anno distribuita alla stampa. Si può dire, stando sempre alla sua ingenuità, che è impotente rispetto al contrasto alla vera ‘ndrangheta a Cosenza. E perciò mette in campo tutte le sue doti da buon vicino di casa, cercando, con quel suo faccino da distrazione di massa, di sviare questo discorso.

Il questore nel presentare il bilancio di fine anno ci tiene, e lo ripete 100 volte come mio zio, a dire che la sicurezza è una precondizione. E che l’attività della questura non si può e non si deve paragonare a quella di una azienda. Tuttavia, dice, è necessario rendere edotti i cittadini, perché ci tiene alla trasparenza, sui risultati dell’attività di questo importante presidio democratico.

E giù con numeri e grafici. E a guardarli questi dati, nonostante il tentativo ammaliatore del questore, una bella figura la questura non ce la fa. Perché Liguori nel tentativo di ammucciare i veri mali della città e l’immobilismo della sua attività di repressione contro gli stessi, ha enfatizzato, nel suo rapporto, attività che per quanto necessarie non rappresentano certo le priorità investigative del suo ufficio e della città.

Ha parlato di passaporti, di revoche di porto d’armi,  dell’aumento delle richieste di permessi di soggiorno, di fogli di via. Non un parola che spieghi la nuova composizione criminale/’ndranghetistica in città, non una parola sugli attentati incendiari al sindaco Manna e all’architetto Cundari, non una parola sui continui incendi e sulle richieste estorsive alle attività commerciali in città.

Il questore nella sua conferenza stampa baciata da qualche fiocco di neve, parla dei furti negli appartamenti e dice che a Cosenza sono incrementati di poco e che il boom si registra a Rende. Ma non traccia, che poi è quello che ci si aspetta dalla relazione del questore, il “profilo di questa banda” che oramai opera giornalmente, oppure non parla delle nuove vie della droga, della situazione nei quartieri, dello strozzo, delle scommesse e delle macchinette clandestine che rovinano centinaia di famiglie.

Però ci dice che quest’anno ha fatto posti di blocco a tavoletta ed ha controllato più di 60.000 persone, e che è stato impegnato a presidiare 6000 manifestazioni, tra cui molte dedicate al calcio. Che i Daspo sono aumentati, e che la lotta ai venditori ambulanti continua.

E’ talmente ingenuo il dottor Liguori che nello stilare la sua relazione ha dimenticato di confrontarsi con il procuratore capo di Cosenza il dottor Mario Spagnuolo che al contrario del questore, nella sua relazione di fine anno, descrive una città completamente in mano a spacciatori, strozzini e delinquenti liquidi. Non solo, Spagnuolo, parla di attività investigativa del suo ufficio proprio contro la corruzione nella pubblica amministrazione, cosa che quell’ingenuotto di Liguori non menziona proprio.  

L’incongruenza tra le due relazioni la dice lunga sulla funzionalità del sistema giudiziario nella nostra città. La mano destra non sa cosa fa la mano sinistra. Nessuna sinergia, esclusa la “normale” amministrazione. Com’ è possibile questa divergenza di vedute nelle due relazioni? Mah! Eppure non dovrebbe essere così, ma si sa che siamo a Cosenza, l’unica città stato in Italia, dove u primu ca si aza a matina decide la legge del giorno!

GdD