Cosenza. La baracca di Jack (di Franco Panno)

di Franco Panno

La baracca dei cocomeri apriva i battenti dai primi di giugno. Gridavano con curiosità quell’uomo con la faccia da killer, pieno di tatuaggi, allora allora era un retaggio della gattabuia, scaricare quelle grosse angurie da un camion . A meta’ lavoro ne apriva una, ci invitava a prenderne una fetta, che divoravamo. Negli anni, quando diventammo più grandi delle angurie, lo scarico divento’ l’occasione, per noi studenti squattrinati, di raggranellare qualche lira.

Jack, così si chiamava quell’uomo dalla faccia da attore di poliziotteschi, e dal passato da dimenticare, ci raccontava della sua vita. Andava e veniva dal gabbio, d’inverno vendeva alberi di natale, d’estate angurie. Raccontava dei suoi tatuaggi, medaglie al valore della sua attività, per cosi’ dire, poco lecita. La vendita delle angurie , per lui era una vacanza. Era gentile, soprattutto con le Signore. Si offriva di portare le angurie a domicilio. Ritardava spesso il rientro. A volte, io rimanevo di guardia alla baracca, si scusava dicendo: “Non e’ colpa mia se mi offrono il caffé, era tanto dolce…”.

Aveva piazzato un radione al centro del bancone, diffondeva le note di stornelli romani, canzoni di Claudio Villa e brani di malavita, accoltellamenti, sparatorie e rapine. Ricordo che quando ficcai le mani nel Mucchio delle angurie, trovai una pistola. Restai di sasso. Mi rassicurò Jack, dicendo che era per un amico. La baracca delle angurie cessò la sua attività, verso la metà degli anni Ottanta. Jack fece il salto di qualità, guadagnò la considerazione dei Boss della paranza. Lessi una mattina, sul pullman che mi portava all’università, del ritrovamento del cadavere di un uomo, freddato da una scarica di lupara, aveva un canarino in bocca, segnale preciso.
Nonostante Jack non avesse la fedina penale di bucato, la sua baracca fu per noi un punto di riferimento. Fece il salto di qualità, quell’uomo dalla faccia alla Marc Porel, gli costò caro.
Nebraska, Bruce Springsteen
Buongiorno