Cosenza, la morte del piccolo Giancarlo: lettera aperta alle persone perbene

Nel porto delle nebbie (per chi fosse nuovo a Iacchite’: il Tribunale di Cosenza) il processo per la morte del piccolo Giancarlo Esposito si trascina ormai da quasi 3 anni. Il bambino è morto annegato perché la famiglia che gestisce la piscina di Campagnano come una vigna privata (mentre sarebbe un bene pubblico) non è stata in grado di soccorrerlo e l’ha lasciato in fondo ad una vasca per almeno venti minuti prima di accorgersi che era annegato.

In tutto il mondo questa famiglia sarebbe stata cacciata a calci nel sedere dalla gestione, in tutto il mondo questa piscina, che noi abbiamo ribattezzato fogna, sarebbe stata chiusa e sequestrata e invece a Cosenza non solo questo non succede ma il titolare, un buzzurro di nome Carmine Manna (massone deviato della peggiore specie), che è stato assessore della giunta comunale fino allo scorso anno, fa addirittura lo spavaldo, sicuro com’è di rimanere impunito per la corruzione dilagante che c’è nel Tribunale. 

Oggi ospitiamo con vero piacere una lettera aperta alle persone perbene scritta dalla mamma del piccolo Giancarlo, Alessandra Gozzi. 

Lettera aperta alle persone perbene

di Alessandra Gozzi

Sto piangendo (dal luglio del 2014) la morte di mio figlio Giancarlo, un bimbo di soli quattro anni deceduto nella piscina comunale di Cosenza per motivi che, stando ai risultati dell’autopsia (terribile esperienza per un genitore, che si somma a quella della perdita del proprio bambino…) sono da imputare ad annegamento in acqua dolce.

Credevo di poterci considerare (magra consolazione), insieme a mio marito Mimmo e con giusta causa, sugli spalti delle vittime innocenti in attesa di Giustizia…

Comincio a dubitarne.

Andiamo ai fatti.

Dopo l’udienza del 19 aprile 2017 presso il Tribunale di Cosenza, riguardante il processo che vede imputato, fra gli altri, Carmine Manna, su alcuni giornali telematici sono usciti articoli in cui si evidenziava che la difesa di quest’ultimo, avrebbe attaccato (durante il dibattimento) lo psicoterapeuta che ci sta accanto fin dai primi momenti della nostra tragedia, relativamente ad una nostra lettera aperta pubblicata sul giornale telematico da lui diretto.

Il fulcro del  discorso verteva sul fatto che l’avvocato di Carmine Manna avrebbe “inchiodato” il nostro professionista (ascoltato come consulente di parte) con una domanda alla quale, quest’ultimo, non avrebbe risposto.

Ora, la cosa che mi ha lasciato allibita non è soltanto il tenore dell’affermazione (peraltro non vera) ma che tale notizia, sia stata condivisa pubblicamente su Facebook da un parlamentare della Repubblica Italiana che ricopre il ruolo di membro della Commissione Giustizia.

Probabilmente il mio linguaggio non è molto forbito perché la mia mente è offuscata dal Dolore e, come ha scritto il difensore di Carmine Manna, appartengo (insieme a coloro che mi stanno vicino) alla categoria del NULLA

MA…

Il fatto che questo rappresentante dello Stato (per di più ricoprente una carica che ha molto a che fare con la Giustizia) condivida un post che reca la notizia che un professionista che sta accanto a chi soffre per una immane perdita, venga attaccato… mi fa pensare che, un pezzo dello Stato, abbia preso una posizione.

E, questo, annebbia il mio cuore più di quello che ho provato nel leggere questa notizia falsa, che ha sporcato quasi un’ora di racconto (durante l’udienza del 19 aprile) in cui, questo psicoterapeuta (nostro amico di famiglia, ormai) ha trasmesso le emozioni di chi perde il bene più grande e non può far nulla per prendere il suo posto, nella valle oscura della MORTE.

Ho atteso fino ad oggi per scrivere queste righe, per poter avere la copia delle trascrizioni relative all’udienza in questione e riuscire a dimostrare che, se c’è menzogna, questa, non siede dalla nostra parte.

Carmine Manna, il titolare della piscina di Campagnano

Ho letto, su alcuni giornali, che Poteri Occulti siano entrati in gioco, in questa vicenda. Non so se crederci o meno ma, ove mai fosse vero, vorrei gridare a questi eventuali “Burattinai” quello che ha detto un certo Gandhi:

“Ci imprigioneranno, ci multeranno, prenderanno le nostre proprietà? Non potranno mai toglierci il rispetto di noi stessi, se non saremo noi a dargli questa opportunità! Io vi sto chiedendo di combattere… di combattere contro la rabbia: non di provocarla! Noi, non vibreremo un solo colpo ma, ai loro colpi, non ci sottrarremo e, attraverso il nostro dolore noi gli faremo vedere la loro ingiustizia. E, questo porterà dolore, come lo porta ogni battaglia ma, non possiamo perdere! Loro, possono torturare le mie carni, rompere le mie ossa… possono anche uccidermi! Allora, potranno avere il mio cadavere. Non la mia obbedienza!”

 Alessandra Gozzi

Mamma del piccolo Giancarlo Esposito