Cosenza, la storia racconta: 70 anni fa Emilio Morrone moriva sul campo di Scalea

20 aprile 1953: tra poche ore saranno trascorsi esattamente 70 anni, da quando tutta Cosenza sportiva piangeva la tragica morte sul campo di Scalea di un giovane portiere di 23 anni, Emilio Morrone, tra i calciatori più promettenti di una squadra dilettantistica cosentina, la “Eugenio Sicilia”. A quello sfortunato ragazzo sarebbe stato intitolato lo stadio di Cosenza e una società che ha fatto e fa ancora la storia del calcio cosentino, la “Emilio Morrone”.

Il 19 aprile 1953 la Sicilia di Cosenza gioca una partita importante di Prima Divisione sul campo dello Scalea. A pochi minuti dalla fine del primo tempo avviene uno scontro tra il portiere Emilio Morrone in uscita e un attaccante avversario. Il portiere cosentino viene colpito involontariamente con un calcio alla testa mentre anticipava in presa bassa lo scaleoto: aveva riportato una commozione cerebrale. Pur dolorante, Morrone resta in piedi fino alla fine del primo tempo, poi, una volta rientrato negli spogliatoi, trova la forza di dire ai suoi compagni di non preoccuparsi, che non se la sente di tornare in campo ma che loro devono continuare a giocare e che comunque li attenderà nello stanzone alla fine della gara, rifiutando di farsi accompagnare in ospedale. E purtroppo Emilio Morrone viene lasciato davvero, da solo, negli spogliatoi, senza un minimo di soccorso e assistenza sanitaria, e soltanto a fine partita, dopo le insistenze di un sottufficiale dei carabinieri, viene trasportato, ormai privo di sensi, in una clinica di Belvedere dove muore durante la notte, all’alba del 20 aprile, per le conseguenze della commozione cerebrale che aveva riportato almeno dodici ore prima. Emilio Morrone, nato il 13 ottobre del 1929, aveva appena 23 anni.

SICILIA, INDOMITA E POLITANO: IL MITO DI EMILIO MORRONE

Emilio Morrone aveva cominciato a giocare a calcio sin da ragazzino ma era diventato un calciatore importante grazie alla società Eugenio Sicilia, intitolata al fratello del fondatore – Attilio -, morto durante la seconda guerra mondiale. Il presidente della società era il celebre avvocato cosentino Luigi Cribari, grande appassionato di calcio e condirettore della testata giornalistica “Il Rigore”. Colori sociali gialloazzurri. La società aderisce alla Lega giovanile e già nel 1949, nel campionato Juniores, mette in evidenza un giovane portiere: Emilio Morrone.

Il 5 novembre 1949 Mario Palmieri, pioniere degli arbitri calabresi e appassionato anche lui di giornalismo, scrive su “Il Rigore”: “… Sicilia e Grimaldi potevano finire alla pari se il mediocre portierino degli azzurri grimaldesi si fosse comportato come l’ottimo Morrone, che ha sempre detto di no agli attaccanti avversari…”.

I primi goleador della “Eugenio Sicilia” sono Stella, Sesti e Geraci mentre l’allenatore è proprio il fondatore della società Attilio Sicilia, per tutti semplicemente “Mago Attilio”. Nello stesso periodo sono attive altre due importanti realtà: l’Indomita e la Politano. Le storie di queste tre società – Sicilia, Indomita e Politano – finiranno per intrecciarsi più volte fino alla fine degli anni Cinquanta. E dalla fusione tra Indomita e Politano sarebbe poi nata la Morrone in memoria di Emilio.

L’Indomita, anno di fondazione 1949 e colori sociali biancazzurri, è una creatura del presidente Enrico Burzacchiello, un commerciante di prodotti sanitari con la passione del calcio nel sangue. Il suo primo allenatore è Pasquale Lorenzon, l’ex mediano del Cosenza di fine anni Trenta, che ha coltivato fin da giovane il pallino del trainer. Sarà lui a formare i primi talenti della squadra: il capitano Stella, Salvatore “Turuzzu” Carrieri, Occhiuti, Mazzotta, Iaccino, Portale, Scalise, Bellizzi, Fata, Bilotta e Anastasio.

L’associazione sportiva “Attilio Politano” nasce nel 1950 nel ricordo della vecchia gloria del Cosenza, il centravanti che era stato protagonista all’epoca del Cosenza Football Club di Riccardo Maspoli e del Cosenza Sport Club di Icilio Bolletti.

Attilio Politano

Attilio Politano muore tragicamente qualche anno dopo la fine della guerra, ancora molto giovane, dopo aver chiuso la carriera di calciatore, in un incidente motociclistico nella pericolosa curva a gomito che porta all’ingresso posteriore della Villa Vecchia comunale.

Deus ex machina della società è il vecchio atleta Lelio Monaco, primo presidente Lorenzo Russo. Il quartier generale della “Politano” è il Bar Roma di via Rivocati, i soci sono gli stessi calciatori, in pieno stile romantico. Tra gli atleti più rappresentativi il portiere Luigi Sorrentino, i mediani Crispo e Pietro Florio, l’interno Pellegrino e l’attaccante Antonio Ricchio.

Ma torniamo alla Sicilia. Il giovane portiere Emilio Morrone, classe 1929, nel bene e qualche volta anche nel male, fa sempre parlare di se. Nel corso di un Boys Demaria (i ragazzi del Cosenza)-Sicilia finito addirittura 8-1, Mario Palmieri descrive un “fatto riprovevole del portiere Morrone, che a dieci minuti dalla fine abbandona il campo e se infischia dell’insistenza del suo dirigente e dei compagni di squadra…”. Era evidente che Morrone era stufo di vedere gli attaccanti avversari arrivare e segnare da ogni parte.

I Boys Demaria, che erano stati fondati proprio dal grande campione del mondo italo-argentino Attilio Demaria nel corso dei suoi due anni molto intensi vissuti a Cosenza tra il 1946 e il 1948, fanno incetta di titoli. Conquistano consecutivamente il campionato Juniores dal 1947 al 1950.

Nel 1950-51 la Sicilia gioca il suo primo campionato di Prima Divisione insieme a Indomita e Politano. Nel frattempo, il presidente è diventato Lorenzo Russo, prima alla Politano, mentre la direzione tecnica è stata assunta da Roberto Fagiani. La formazione tipo di quella stagione è: Morrone, Giordano, Vena, Nicoletti, Azzato, Curti, Mazzotta, Bilotta, Pisarro, Aiello, Iacucci.

Emilio Morrone

Nel dicembre 1951 il presidente della Sicilia è Salvatore Ventrella, anche lui tra le firme più prestigiose de “Il Rigore”, i suoi vice sono Aurelio Petrilli e Diego Bellini, il segretario è Amerigo Mazzuca, il tesoriere Gianni Grisolia. La squadra continua a disputare sia il campionato di Prima Divisione che il campionato Juniores.

Il 28 aprile 1952 “Il Rigore” rende omaggio “… al felino Morrone, all’intramontabile Giordano, al plastico Vena, al lindo De Nicolellis, allo sgobbone Curti, al giocoliere Azzato, all’onnipresente Zicarelli, allo sgusciante Iacucci, al matador Vicentini, all’ansimante Verardi e a De Gaetano…”. Zicarelli, Vicentini, Verardi e De Gaetano sono i volti nuovi della Sicilia, che in quella stagione lancia anche il portiere Salatino, i terzini Guglielmelli e Marotta, i mediani Greco e Orvillo e il centravanti Giampiero Coscarella.

Emilio Morrone è diventato quasi per acclamazione il capitano della Sicilia, che prova a vincere il campionato di Prima Divisione. Morrone è un portiere completo: grande prestanza fisica, con movimenti felini, ottimi fondamentali, poca voglia di sbalordire, capacità spiccate di comandare la difesa. Qualcuno lo paragonava a Giuliano Sarti, il portiere dell’Inter che sarebbe diventata euromondiale. Poi, quel maledetto 19 aprile 1953, il destino si porta via per sempre il capitano.

LA LETTERA APERTA DEGLI SPORTIVI: DAL “CITTA’ DI COSENZA” ALL'”EMILIO MORRONE”

La notizia della tragica morte di Emilio Morrone colpisce profondamente tutto l’ambiente calcistico e sportivo della città di Cosenza e non solo. Si fa subito strada l’ipotesi di intitolargli lo stadio “Città di Cosenza” ma serviranno diversi solleciti al consiglio comunale e al sindaco Arnaldo Clausi Schettini. Il 12 ottobre 1953 il primo cittadino riceve un’accorata lettera aperta firmata da migliaia di sportivi. Un importante documento storico che riportiamo integralmente.

“Quando nell’aprile scorso sul campo sportivo di Scalea Emilio Morrone si immolò sull’ala purissima di un ideale stupendo, da più parti, sportive e non, si elevò una voce compatta: ricordare degnamente ai posteri il sacrificio di una giovinezza infranta nel nome dello sport. Le società locali presentarono istanza diretta all’autorità comunale affinché venisse intitolato allo scomparso il “Città di Cosenza”. L’istanza, corredata da innumerevoli firme, giace già da molto tempo sul tavolo di qualche impiegato… Poiché l’iniziativa è nobile nel suo significato e nelle sue finalità; poiché si vuole, nell’unico modo possibile, rendere omaggio al coraggio di un atleta che tutto ha saputo dare sino alla vita senza nulla chiedere; poiché è giusto e doveroso che il suo nome sia di monito, sprone ed esempio a coloro che, diuturnamente, cimentano le loro forze e le loro possibilità per il trionfo dello sport, si chiede al sindaco di Cosenza di intervenire per esaudire il desiderato dell’intera cittadinanza”.

Il 14 gennaio 1954 il consiglio comunale, accogliendo finalmente la proposta, decide di mutare l’intitolazione dello stadio denominandolo “Città di Cosenza – Emilio Morrone”. Dalle cronache dell’epoca: “… lo ebbero compagno e capitano, i sorrisi dei bimbi incantati come da una favola, ed un fascio di luce vivida che s’innalza possente librandosi in cielo. Emilio Morrone, dal cuore nobile e dallo spirito indomito, seppe affrontare la vita così come seppe sorridere alla morte…”.

LA LETTERA DEI COMPAGNI DI SQUADRA 

I compagni di squadra di Emilio Morrone, a questo punto, decidono di rendere pubblica un’altra toccante lettera indirizzata idealmente proprio a lui. Ne riportiamo uno stralcio.

“Ci siamo rivisti sul campo di Scalea allorché l’arbitro (Cipparrone di Paola, ndr) dava il segnale della fine e noi vittoriosi ci siamo precipitati in quello spogliatoio dove il nostro Emilio ci aspettava, per abbracciarlo e manifestargli così la gioia per la vittoria e lo abbiamo trovato sorridente, sì, come sempre, ma privo di sensi e il nostro grido ci rimase in gola… Allorché ci giunse, come un fulmine, la notizia della sua dipartita, restammo inebetiti”. La Sicilia avrebbe vinto il campionato di Prima Divisione nella stagione successiva.

Successivamente, nel 1955, dopo l’intitolazione dello stadio, anche la società Polindomita decise di cambiare nome e diventò la popolare “Emilio Morrone”, colori sociali granata, che raccolse migliaia di tifosi entusiasti, onorò e continua ad onorare il nome di Cosenza sia in Serie D che nei campionati regionali. La Morrone ha disputato 14 campionati di Serie D, ha vinto 6 campionati di Promozione calabrese ed è arrivata anche a giocare due derby in Serie D con il Cosenza nella stagione 1974-75. Ma a questi avvenimenti, dalla nascita della “Morrone” fino ai momenti più alti della sua storia, dedicheremo altri capitoli del racconto della storia calcistica cosentina.