Cosenza, la svolta leghista e salviniana di Katya dei Cinghiali

Sul fatto che Katya Gentile, della famiglia dei Cinghiali di Cosenza, fosse una donna politica di destra c’erano davvero pochi dubbi e non solo perché è la figlia e la nipote degli animali, al cui “socialismo” hanno creduto solo i caggi oltre che – in una prima fase – il vecchio Giacomo Mancini. Eppure, Katya, quasi in maniera accorata, spingeva chiunque si accostasse alla sua “politica” a considerare che lei era “diversa” da quel brutto cattivone dello zio, con il quale finanche il suo papà sarebbe entrato in rotta di collisione. Cazzate… 

Del resto, tutti sanno che la signora Katya Gentile dei Cinghiali lavora nell’Azienda Ospedaliera e, sia pure con tutto il rispetto per la sua persona, non sta lì soltanto perché è brava e neanche perché è soltanto preparata o “bella” ma anche perché è la nipote del Cinghiale. Ergo, ogni parola pronunciata o sussurrata contro la “bestia”, altro non è che l’arte vecchia come il cucco di sputare nel piatto dove, tra l’altro, si continua a mangiare. Se poi aggiungiamo che per due anni la signora Gentile è stata la vicesindaca di Occhiuto, perfetto “fascista mascherato”, il quadro è completo. Anche se poi la coppia è “scoppiata” ma non certo per questioni politiche quanto più prosaicamente per interessi economici e di bottega, come dicono quelli bravi.

Ma veniamo all’attualità. Da qualche tempo Katya Gentile pubblica sul suo profilo Facebook post smaccatamente leghisti e salviniani. Ognuno fa le scelte politiche che ritiene più opportuno fare, sia chiaro, e non è certo un reato sposare la causa del razzismo e del fascismo, altrimenti le carceri italiane – visti anche gli ultimi sondaggi – sarebbero piene. Ma la svolta leghista di Katya Gentile ha comunque sorpreso quelli che avevano creduto ad una sua effettiva “differenza politica” dal Cinghiale, che, come si sa, da tempo ha iniziato a corteggiare il Cazzaro verde e troglodita (come lo definisce giustamente Travaglio) e anche quelli che giuravano e spergiuravano che Katya fosse “umana” nei confronti delle disgrazie del prossimo suo.

Pensate che qualche mese fa la signora Gentile aveva lanciato sul “mercato politico” un’associazione, di nome “Legittimamente”, alla quale avevano aderito anche uomini notoriamente progressisti, i quali sono letteralmente scappati a gambe levate non appena hanno toccato con mano la svolta destrorsa della Nostra, della quale ovviamente abbiamo dato prova e testimonianza ormai da tempo. Ben prima che – il 24 settembre scorso – Katya Gentile si sedesse in prima fila al Teatro Morelli per magnificare il razzista con un chiarissimo obiettivo: proporsi come candidato sindaco della Lega alle prossime elezioni comunali di Cosenza. Come se i cosentini fossero così “coglioni” (scusate il francesismo) da voler passare da una famiglia corrotta come quella degli Occhiuto ad una famiglia forse addirittura più corrotta ancora come quella dei Gentile-Cinghiali…

Già alla fine di gennaio dell’anno scorso apparivano post, condivisi da un sedicente profilo “Prima gli italiani”, che lasciavano presagire il cambio di rotta della signora Gentile, tra l’altro autrice di un acidissimo commento (Com’era la storia della “grande risorsa”?) al delirio di chi fa di tutto per mettere in cattiva luce i migranti.

Tuttavia, il post che ha reso tutti quanti consapevoli del fatto che la signora Gentile si fosse convertita al razzismo salviniano è arrivato il 1° febbraio e chiarisce senza possibilità di equivoci davanti a chi ci troviamo.

Questo post, che non vogliamo neanche commentare tanto è razzista e delirante, ha inorridito le persone che pure avevano accettato di fare associazionismo con Katya magari pensando ad un impegno “civico” nella prossima campagna elettorale per le comunali a Cosenza. In sostanza, si era concordato che l’associazione non venisse mai politicizzata (a livello nazionale). Poi, un bel giorno uno dei diversi post in cui si parlava in modo salviniano è stato condiviso dall’associazione senza alcun avviso e a quel punto la stragrande maggioranza degli associati ha abbandonato il campo. Perché, al limite, è anche possibile tollerare di parlare con un leghista, ma che questo cerchi di far intendere agli altri che – siccome stiamo insieme in un’associazione – siamo uguali a lui, è assolutamente inaccettabile. E così, da allora, Katyuccia bell’i papà e bell’i ziziu, si è scatenata e si è messa a pontificare finanche su questioni riguardanti il colore della pelle e su giganti della solidarietà come Gino Strada davanti ai quali si dovrebbe inchinare e non certo polemizzare, ma tant’è. E’ del tutto chiaro ed evidente come Katya Gentile si stia preparando a diventare il candidato “salviniano” alle prossime elezioni comunali di Cosenza e ne ha tutto il diritto, sia chiaro. Ma la finisca di farci credere che sia “umana”, tollerante e progressista. Il progressismo e il socialismo, per fortuna, sono un’altra cosa. Si tenga stretto il suo Salvini e… buona fortuna.