Cosenza, l’addio di Zuccatelli. Ordini eseguiti e competenza zero

Quello vicino a Zuccatelli è proprio Pierluigi Bersani, il suo capo....

Zuccatelli se ne va. Il commissario sanitario uno e trino, che gestirà ancora (per poco) Pugliese e Mater Domini a Catanzaro e ha gestito per qualche tempo la famigerata Asp a Cosenza, proprio nei mesi cruciali della crisi, mandato dal ministro Speranza su indicazione di Bersani, ha scritto la lettera di dimissioni al Ministero. Stavolta è ufficiale e non arriveranno più maldestri e grotteschi tentativi di smentita. La lettera è stata protocollata oggi pomeriggio e viene motivata ufficialmente con i soliti motivi “strettamente personali”.

La verità è che Zuccatelli se ne va sbattendo anche la porta, perché avrebbe voluto il posto di commissario ad acta di tutta la regione, insomma il posto del generale Cotticelli ma la richiesta è stata respinta. Ergo, non vale la pena continuare. Almeno a Cosenza. Il manager infatti, purtroppo per i calabresi, continuerà a svolgere le funzioni di commissario alla guida delle due aziende catanzaresi – l’ospedale Pugliese e il Policlinico universitario – per le quali era stato originariamente inviato in Calabria dal Governo. Per il momento dunque non se ne torna definitivamente in Romagna, ma a quanto pare il posto del generale Cotticelli passerà direttamente alla presidente Jole Santelli, manovrata ovviamente dagli stessi pupari che tengono in mano l’attuale commissario.

L’avviso per nominare il nuovo direttore generale dell’Asp di Cosenza sarà pubblicato già nei prossimi giorni. Ma chi deve decidere ha già deciso e si tratta solo di ratificare una nuova situazione che era già stata prevista da chi manovra il grande carrozzone della sanità, il “pezzo forte” del superclan dei calabresi.

Il diretto interessato – che evidentemente ancora sperava magari di essere affiancato a Cotticelli prendendo il posto della sua vice, la dottoressa Maria Crocco – fino a pochi giorni fa giocava a fare il misterioso e diceva che “lo devono cacciare” ma sapeva benissimo che non aveva nessuna speranza. Neanche di prendere il posto della Crocco… Mentre sa altrettanto bene che tornandosene da dov’è venuto qualcosa la raccatterà sicuro dai suoi “protettori”.

E allora noi ricorderemo Zuccatelli per alcune “perle” che resteranno nella storia della malasanità calabrese come la decisione di elevare a Centro Covid l’ospedale di Castrovillari, salvo poi cambiare idea dopo meno di una settimana e dopo lo sputtanamento nazionale di Report nella celebre puntata di Pallaria. Ma anche l’ospedale di Cetraro, che è stato letteralmente fiaccato diventando Guantanamo per il contagio degli stessi operatori sanitari e Spokenstein per la mattanza di pazienti non positivi. Un disastro totale.

E che dire del suo decisivo intervento per prorogare il contratto alla cooperativa del Cinghiale di Cosenza e per autorizzare il nuovo Centro Radiologico di don Pierino Citrigno? Medaglie da attaccarsi al petto… del malaffare.

Ma Zuccatelli è stato travolto anche dallo scandalo di Villa Torano. “Scavalcato” come un birillo dai boss catanzaresi della sanità privata, si produce nel teatrino della ripetizione dei tamponi, funzionale solo a far prendere tempo alla Regione, e poi fornisce i mezzi ai boss di cui sopra per non perdere i finanziamenti. Un comportamento da perfetto irresponsabile, con competenza… zero; più o meno lo stesso che ci ha regalato per l’ultimo scandalo dei tamponi in frigo, che l’ha visto in prima linea nel negazionismo a tutti i costi e nelle sceneggiate mediatiche annesse.

Per chiudere il quadro, ha nominato una sua protetta a capo dell’UOC di Programmazione economica dell’Asp di Cosenza ed ha assunto medici con contratto di specialistica ambulatoriale a tempo indeterminato senza fare concorso. Un profilo perfetto, degno della Prima Repubblica dalla quale – anche per motivi anagrafici – inevitabilmente discende. Attendendo il prossimo “scienziato” per gli amici degli amici del superclan dei calabresi.