Cosenza. L’alibi del Gattopardo e di Cozzolino: il fantomatico “pool investigativo”

Continua a passare in sordina l’istruttoria portata avanti dalla prima commissione del Csm (disciplinare) che ha deciso di indagare sull’attività della procura di Cosenza riesumando diversi “fascicoli” in odor di intrallazzo aperti e finiti con assoluzioni e archiviazioni, da un fantomatico “pool investigativo” costituito dal procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo alias il Gattopardo che avrebbe dovuto occuparsi dei reati commessi dai colletti bianchi contro la pubblica amministrazione. Non ne parla nessuno, come se questa “istruttoria” non esistesse. E capiamo anche il perché: la paura fa 90.

Eppure ad ascoltare i consiglieri togati del Csm che hanno deciso di portare davanti al Plenum del Csm il “caso tribunale di Cosenza” –  che li ha autorizzati, dopo aver annullato anche le delibere che archiviavano il caso Cozzolino/Manzini, a recarsi a Cosenza per ascoltare (leggi interrogare) i magistrati e gli avvocati coinvolti nei procedimenti penali oggetto dell’indagine – le verità che emergono confermano tutto quello che da tempo scriviamo sulla corruzione in procura.

La consigliera Pepe nel suo intervento svela qualcosa che nessuno sapeva: l’esistenza, in procura, di un pool composto da almeno 4 pubblici ministeri incaricati di investigare sui reati contro la pubblica amministrazione. Che tradotto significa: per non dare troppo nell’occhio e per crearsi un alibi, il Gattopardo, insieme a quell’albergatore di un Cozzolino (vedi Posillipo) avevano costituito, ai tempi delle ditte amiche di Occhiuto che ricevevano determine dirigenziali a più non posso, un gruppo investigativo che avrebbe dovuto occuparsi solo ed esclusivamente dei reati commessi dai colletti bianchi contro la pubblica amministrazione con un compito preciso: ricevere tutte le denunce presentate dai cittadini, ma anche da senatori e deputati (vedi Morra e Melicchio), con oggetto “intrallazzi negli uffici pubblici”.

Un modo palese, e non ci vuole la “Signora in Giallo” per capirlo, visto anche i soggetti coinvolti, per tenere sotto controllo i “fascicoli” degli amici degli amici, e garantire loro impunità e immunità. Infatti il capo di questo fantomatico pool era (e ancora è) quel montecarlese di un Cozzolino (vedi beni intestati a familiari a Montecarlo), e la prova dell’avvenuta copertura giudiziaria pagata a suon di truffe all’amministrazione pubblica sta tutta nell’esito sempre favorevole agli amici degli amici, di quei pochi procedimenti penali, finiti sulla scrivania del fantomatico pool.

In merito a tutto questo la consigliera Pepe del Csm (gli interventi dei consiglieri del Csm sul caso Cozzolino/Manzini, sono reperibili sul sito di Radio Radicale, i servizi segreti non c’entrano nulla con la divulgazione di queste notizie) dice testualmente: “Il procedimento (in riferimento alle tante inchieste condotte dalla prima commissione sulla procura di Cosenza) molto lungo e complesso che ha visto operare diverse prime commissioni nella loro composizione nel corso degli anni, è stato riassunto dal relatore efficacemente. Ma penso che chiunque abbia ascoltato, abbia anche compreso quanto è stata articolata la ricerca di una chiarezza (sull’operato della procura) su diversi, non necessariamente interdipendenti, aspetti di questa vicenda. Attualmente la dottoressa Manzini è trasferita ad altro ufficio quindi su questa questione non mi soffermo in alcun modo perché oltre a condividere quanto rappresentato nella proposta non si pone alcun problema, invece per quanto mi consta, almeno fino quanto ho seguito la pratica in prima commissione, e mi pare sia ancora così, il dottor Cozzolino, oltre ovviamente ad essere ancora in procura a Cosenza, è nel gruppo reati contro la pubblica amministrazione. Io vorrei rappresentare la situazione: si tratta di un ufficio di 12 sostituti, sono 4 i sostituti che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione. È un gruppo coordinato dal procuratore, e nell’ambito delle audizioni sono emersi dei dati che in primo luogo provo a riferire, e poi vi dico anche quali erano state le conclusioni precedenti.

Allora: noi abbiamo che il dottor Cozzolino è rimasto in questo gruppo, il dottor Potestio risulta essere uomo di fiducia, secondo le parole del procuratore, notoriamente legato al sindaco (la consigliera Pepe si riferisce all’ex sindaco Mario Occhiuto, ndr) della città, sebbene attualmente il dottor Potestio non ricopra alcuna carica nell’attuale amministrazione comunale. Il dottor Cozzolino si è astenuto da questo procedimento, però noi abbiamo questo mini gruppo all’interno di una piccola procura in cui ci si viene a dire che non ci sono state, per un biennio, riunioni di coordinamento investigativo nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione, in cui il procuratore ci dice (la consigliera Pepe si riferisce a Mario Spagnuolo procuratore capo, interrogato dalla prima commissione, ndr) che non sa, sostanzialmente dice: io non mi occupo delle frequentazioni private dei miei sostituti. Un altro sostituto di questo mini gruppo (in riferimento ad un pm interrogato sempre dalla prima commissione del Csm) dice l’interlocuzione tra i pm del gruppo sono ridotte all’osso, ed era una situazione che nella precedente composizione della commissione era risultata, se posso dire, non chiara.

Ovviamente non tale da, almeno a mio avviso, sostenere una proposta di segno diverso rispetto a quella che ci ha portato oggi all’esame della prima commissione, ma che ci aveva determinato a deliberare una visita presso gli uffici giudiziari di Cosenza. Devo dire che nell’ambito della mia esperienza in commissione ho potuto apprezzare i frutti di diversa comprensione che emergono quando effettivamente il Consiglio  si reca… penso all’ispezione a Catanzaro e ad altre pratiche dove è stato efficace questo tipo di attività istruttoria, e in tal senso la richiedo anche per la procura di Cosenza”. Istruttoria che è in corso.