Cosenza, le mani sulla città. I (primi) nomi dei palazzinari del PSC: Paolini, iGreco e Pianini con la regia di Adamo e Occhiuto

Ormai da anni vi raccontiamo attraverso i nostri articoli perché Cosenza è diventata la città dei palazzi deserti per eccellenza (https://www.iacchite.blog/cosenza-viaggio-nella-citta-dei-palazzi-deserti/). La logica della speculazione edilizia e dell’affarismo sfrenato incarnata dall’amministrazione Occhiuto e che è stata avviata da Giacomo Mancini e continuata dalla cricca del Pd – adesso ritornata sul ponte di comando con Nicola Adamo travestito da Franz Caruso – spinge a soddisfare nuovi e famelici appetiti tutti convergenti nel riciclaggio del denaro sporco. Il cosiddetto partito unico del cemento. Che deve fare in fretta, perché con i tempi che corrono, Nicola Adamo e i suoi finti oppositori non possono perdere tempo per mettere a segno l’ennesimo “sacco” di Cosenza e l’ennesima colata di cemento. 

E quanto stiamo sostenendo è perfettamente ribadito dall’ex vicesindaco di Occhiuto ovvero Francesco Caruso (non l’incappucciato attuale sindaco ma Caruso lo zerbino di Mario Occhiuto, peraltro clamorosamente boicottato alle elezioni 2021), il quale ha candidamente confessato che c’è “piena continuità” tra questo Psc e quello di Occhiuto. Ma non ci voleva certo uno “scienziato” per capirlo…

Riproponiamo allora alcuni passaggi molto importanti dell’analisi svolta qualche tempo fa (ma ancora attualissima) da Francesco Campolongo, Delio Di Blasi e Ciccio Gaudio per Rifondazione Comunista dalla quale emerge l’estrema gravità della situazione alla luce degli ultimi eventi. Una gravità che oggi è ancora più attuale alla luce della dichiarazione di illegittimità del PSC (Piano Strutturale Comunale) arrivata proprio due giorni fa da parte della Regione. Anche se si parla di Donnici e non di Gergeri.

“… Il nuovo Piano Strutturale Comunale approvato in Consiglio a fine giugno 2019, lungi dal bloccare la speculazione edilizia inaugura un nuovo sacco, questa volta concentrato su via Popilia, via Reggio Calabria, Gergeri, lo spazio intorno al Ponte di Calatrava. Ci vuole una incredibile faccia tosta a dire che con quel piano la città di Cosenza rientra nella strategia del “consumo zero” del territorio: in quell’area la volumetria viene aumentata a dismisura, a tutto vantaggio delle società che già hanno acquisito o stanno acquistando i terreni e che costruiranno edifici nella zona. Come spesso accaduto nella storia, la realizzazione di opere pubbliche  costosissime quanto inutili nasconde ben corposi ed inconfessabili interessi…

… L’artistico Ponte di Calatrava è un esempio paradigmatico di opera che porta con sé argomenti che di “artistico” non hanno nulla ma che hanno tanto  di “materiale” e “solido”: i soldi! La fretta con cui Occhiuto sta liquidando la questione dei baraccati di via Reggio Calabria con modalità già precedentemente usate (una somma forfettaria perché gli abitanti se ne vadano al più presto) con lo spostamento del problema e non con la soluzione, è il termometro degli interessi che deve garantire.

Il silenzio in consiglio comunale delle opposizioni (meglio, delle finte opposizioni) rivela la natura trasversale degli interessi edilizi della zona in cui, attraverso imprese direttamente riconducibili a familiari di consiglieri ed a palazzinari amici delle opposizioni, e grazie a qualche spericolata manovra di acquisizione edilizia da parte di soggetti economici vicini alla maggioranza, viene spartita la succulenta torta.

Ad Occhiuto va riconosciuto però l’enorme merito di essere uno dei prestigiatori più bravi presenti sulla scena per cui, mentre tutti guardano i numerosi conigli estratti dal cappello, intorno cresce una città che ignora i problemi sociali e moltiplica le cubature costruite dalla lobby trasversale del cemento. Il lavoro certo gli è facilitato da un livello elevatissimo di consociativismo che considera la politica come la continuazione degli affari e delle professioni con altri mezzi…

… Ma perché si vuole tanto costruire a Cosenza, in presenza di un mercato immobiliare fermo, asfittico, con una miriade di immobili tristemente vuoti ed i prezzi che sono calati nel corso degli anni, senza che vi sia alcun indicatore che segnali una inversione di tendenza? Cosa c’è di accertato nelle relazioni dell’antimafia che già anni fa parlavano di Cosenza come lavanderia dei profitti illeciti di tutta la regione (non dimentichiamo la vicenda esemplare dei lavori di piazza Fara/Bilotti)?”.

I NOMI DEI PALAZZINARI: ENZO PAOLINI

A questo punto abbiamo iniziato il lavoro di inchiesta (al Catasto e alla Camera di Commercio) per capire chi saranno i palazzinari prescelti per dare il via al nuovo sacco di Cosenza e la prima conferma arriva per gli interessi di Enzo Paolini, del resto già arcinoti e denunciati per giunta dallo stesso Mario Occhiuto quando i due si beccavano. Paolini è presente nella grande torta attraverso la Poliedil Spa – Cosenza -. Antonio Carlo Slaviero è l’amministratore unico mentre la proprietà è di Nicola Rizzo e Antonietta Rizzo, Cesira Paolini e Alessandra Paolini e il procuratore speciale è Luigi Rizzo. La famiglia Rizzo, della quale ovviamente tutti conoscevano già l’esistenza e gli interessi, è strettamente imparentata con l’avvocato Paolini mentre le signore Cesira e Alessandra portano addirittura il suo stesso cognome. E’ vero: ormai sparare su Paolini è come sparare sulla Croce Rossa ma non possiamo dimenticare che questo signore ci ha denunciato al porto delle nebbie solo perché avevamo riportato questa palese verità già in passato. Stendiamo allora un velo pietoso.

GLI INSAZIABILI GRECO E IL PRESTANOME DI OCCHIUTO

Ma la parte del leone la giocano ancora una volta i soliti e insaziabili Greco, quelli del potentissimo gruppo iGreco con le loro propaggini e ramificazioni.

Gestioni Innovative è una holding industriale, una sorta di grande contenitore. La sua attività consiste esclusivamente nel detenere partecipazioni in un gruppo di società industriali controllate attraverso il possesso della quota di controllo del loro capitale. Il grande contenitore vede protagonista il vecchio deus ex machina dell’Etr ovvero Tommaso Greco da Terravecchia, classe 1937. E’ lui insieme ai suoi familiari che detiene la proprietà della società mentre il figlio Carlo Saverio Greco, commercialista, è presidente del consiglio d’amministrazione. Fino al 2010 è stato consigliere e in precedenza presidente del consiglio comunale in quota socialista.A volte ritornano. Tommaso Greco si chiama esattamente come il patriarca della famiglia Greco, ucciso a colpi di lupara all’alba degli anni Duemila qualche anno prima del boom economico delle aziende produttrici di vino e olio gestite dai suoi rampolli, in primis Saverio, Giancarlo e Filomena. 

Suo nipote Tommaso contemporaneamente era il potentissimo ras dell’esattoria e guidava le redini dell’Etr, la società di riscossione tributi e della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, della quale è stato a lungo vicepresidente. Una macchina da soldi straordinaria, un burocrate professionista in grado – come diciamo a Cosenza – di fa chiovari e scampari. 

La clinica Madonna della Catena

E’ proprio Tommaso Greco che conduce per mano i fratelli Greco nei meandri dell’affare sanità. E’ infatti anche comproprietario della clinica Madonna della Catena, da cui viene liquidato con oltre 9 milioni di euro qualche anno dopo la morte del suo omonimo parente. E’ proprio da lì che inizierà la fortuna dei futuri iGreco, alimentata subito dopo dai generosi finanziamenti della Regione Calabria, dell’assessore Pirillone e dello stesso presidente Scopelliti, del quale si ricordano ancora gli aneddoti di un memorabile viaggio a Dubai.

Ora Greco, a 80 anni suonati, si diletta nel ramo edilizio ed è in pista alla grande per il nuovo sacco edilizio con questa holding industriale.

Proprio perché è un grande contenitore, Gestioni Innovative si trova già dentro un’altra società ovvero la Baricentro Immobiliare Srl – Cosenza – della quale Carlo Saverio Greco è l’amministratore unico esattamente come in “Gestioni” e l’altro rappresentante dell’impresa si chiama Edoardo Geranio. Chi è questo Geranio? Cosentino, classe 1963, è coetaneo di Mario Occhiuto, con il quale ha condiviso le prime esperienze politiche nel vecchio Ccd, nel quale il padre di Edoardo aveva un incarico provinciale insieme al sodale Franco Pichierri. Come dire: tutto torna con i primi chiari segnali dell’inevitabile presenza in tutto il business del sindaco cazzaro di Cosenza.

Per completare il quadro, la longa manus della famiglia Greco si estende anche alla Rex Srl Cariati di Fiorella Ciccopiedi, il cui amministratore unico è Cataldo Greco da Terravecchia, altro parente di questa schiatta di furbastri. Alla fine della giostra sono addirittura tre i soggetti giuridici riconducibili alla famiglia Greco che metteranno le mani nel nuovo sacco di Cosenza.

GIOVANNI PIANINI

Alla grande festa dei palazzinari non poteva mancare lui, Giovanni Pianini, classe 1957, dominus della B. P. Costruzioni Srl.

Giovanni Pianini è un uomo di successo. Anzi, un ingegnere di successo. Tutti sanno che costruisce e ha un sodalizio avviatissimo con il cognato, il dottore Gianfranco Scarpelli, ex direttore generale dell’Asp di Cosenza. Legato a doppio filo al Cinghiale più piccolo, Tonino Gentile. I padroni incontrastati di quella che non a caso definiamo piazza Scarpelli, un tempo piazza Riforma e di tutte le zone confinanti e limitrofe.

Giovanni Pianini, detto l’ingegnere, è con tutta certezza amministratore unico/legale della impresa di costruzione Arteg. Lo sappiamo perché è anche stato tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Catanzaro sull’edilizia sociale. Dove i soldi (e anche parecchi) li sganciava il Cinghiale vecchio, Pino Gentile.

Pianini, tanto per essere più chiari, fa parte di quella ristretta categoria di costruttori definibili “gli unti dai Cinghiali” e ne è certamente uno dei “pezzi grossi”, insieme a Tallarico dei grattacieli, a Logullo, a Grimoli, Fuoco, Sprovieri, Chimenti e agli altri “minori” della cordata. L’ingegnere Pianini, tra le altre cose, sempre nello sconfinato campo dell’edilizia sociale, è anche proprietario dello stabile denominato palazzo Bilotti in via Rivocati n°130. E ha ricevuto per oltre un ventennio un congruo canone dal Comune per l’affitto dell’intero stabile. Dove per molto tempo ha avuto sede l’ufficio affissioni del Comune di Cosenza. Nonché usato da tutte le amministrazioni come casa parcheggio per i cittadini che si trovavano in emergenza abitativa. Sono tantissime le famiglie che in quel fatiscente stabile hanno dimorato. Gli atti parlano di poco più di centomila euro all’anno. Solo da un anno e mezzo finalmente la “vigna” è stata interrotta. In questo caso la ditta si chiamava proprio “Via Rivocati” ma l’amministratore unico è sempre lui. Sostituisce Scarpelli, che avendo incarichi grossi non può figurare. E al posto di quel palazzo cadente, quasi come se ci fosse bisogno di un indennizzo (cose da pazzi!) ecco che ne stanno nascendo altri due, con un tempismo eccezionale e spettacolare. Palazzi come fossero funghi: garantisce l’ingegnere.

Pianini costruisce dappertutto. A Cosenza, come accennavamo all’inizio, tutti sanno che è il padrone assoluto di via Rivocati e corso Umberto. Oltre a palazzo Bilotti, infatti, c’è anche lo stabile, pacchiano come un pugno in un occhio, finito di costruire da poco su corso Umberto. Ma lì proprio non si riesce a capire chi abbia costruito. Oddio, lo sanno tutti che è lui ma non si capisce con quale scatola cinese: Arteg, via Rivocati o chissà cos’altro? Fatto sta che non c’era scritto neanche sulla tabella dove doveva esserci scritto per legge. C’è chi può e chi non può. 

Intanto, i beneinformati assicurano che Pianini ha costruito tantissimo anche a Molino Irto e a via Popilia ha “colpito” da maestro realizzando l’ambulatorio dell’Asp e i due palazzoni di contorno vicino alla sede della polizia stradale.

Siamo davanti a un “re” assoluto delle costruzioni, a un dominus incontrastato. E tutto puoi immaginare, tranne che l’ingegnere Pianini abbia già un altro lavoro. Sembra impossibile che, con tutto questo sbattito di lavori in corso, Pianini sia anche qualcos’altro. E invece sbagliavamo di grosso. Tempo fa, quasi per caso, abbiamo scoperto che Giovanni Pianini, incredibile ma vero, è un dipendente del Comune di Cosenza. A tempo indeterminato!

Successivamente, abbiamo trovato anche questi altri soggetti, non certo “importanti” come quelli di cui abbiamo scritto, ma che aspirano a diventare palazzinari anche loro.

N. C. M Srl – Nuove Costruzioni Meridionali – Paterno – famiglia Rizzuto di Aprigliano – Enzo Maio di Grimaldi direttore tecnico – Bonacci Nardo Raffaele –

Cedes Srl Rende – Alessandra Cucunato – Gilles Daniel De Seta – De Seta Hatte Rosmunda – De Seta Hebbe

Edil Moderna Srl Cosenza – Ernesto Bonofiglio – Francesco Bonofiglio –

Edil Cosentina Costruzioni Srl – Cosenza – in liquidazione sempre Bonofiglio

Al Srl – Montalto Uffugo – Francesco Alimena

Calacos Srl – Cosenza – geometra Nicola Salerno e Giuseppe Calabrese da Bisignano