Cosenza, l’elenco dei parassiti sociali del Pd che non vogliono il reddito di cittadinanza: da Covelli a Bianca Rende

Nonostante Pd e M5s siano alleati da qualche tempo e governino insieme, è notorio come ci siano molte differenze tra i due partiti, che sono evidenti a tutti specialmente quando si parla di reddito di cittadinanza. A gennaio 2019 molti ricordano che il Pd stava addirittura raccogliendo le firme a Cosenza per l’abolizione del reddito di cittadinanza. A promuovere questa iniziativa, appunto, era principalmente il Pd, seguito da Forza Italia e da qualche altro politico parassita. Chissà se se lo ricordano quei quattro gatti del M5s che dopo essere stati giorni e giorni dietro la porta del Pd e del suo sindaco incappucciato hanno ottenuto l’osso ovvero un assessorato. E se non se lo ricordano, glielo ricordiamo noi. 

Partiamo dal perché: è noto a tutti, specie ai calabresi, che il Pd, FI e simili hanno sempre costruito il loro consenso sul perverso meccanismo del voto di scambio politico/clientelare e politico/mafioso. Da noi non si è mai votato per adesione ad un progetto politico, o per la condivisione ideologica di principi e valori di questo o quel partito, da noi, e non solo, l’elettore morto di fame ha sempre votato il politico disposto a pagare e a dare in cambio di qualcosa: denaro, promesse di sistemazione, contributi fittizi, false pensioni, disbrigo di pratiche e ‘mmasciate varie. Una situazione che ha creato, nel corso del tempo, i cosiddetti pacchetti di voti detenuti da politici imbroglioni e mafiosi di ogni ordine e grado. Infatti il problema principale del politico ladro, in tempo di elezioni, è quello di rastrellare, attraverso la truffa e il peculato, più denaro possibile dalle casse pubbliche da “distribuire”, in campagna elettorale, ai tanti morti di fame disposti a vendere il proprio voto per 50/100 euro, per assicurarsi l’elezione. Un classico che più classico non si può. Del resto si sa che le campagne elettorali costano: per l’elezione a consigliere regionale o deputato, servono almeno 300.000 euro in contanti, buoni agganci masso/mafiosi e tante false promesse. Ecco perché sono preoccupati del reddito di cittadinanza: senza più poveri e morti di fame, comprare voti a 50/100 euro diventa una impresa molto difficile. E senza voti, non c’è elezione. E se non sei eletto la vigna è finita!

Ma chi erano e chi sono i personaggi politici cosentini del Pd che osteggiano questa misura, pensata per aiutare veramente chi vive da sempre in estrema difficoltà economica?

Enza Bruno Bossio alias Madame Fifì. Esponente di spicco del Pd calabrese da sempre impegnata a truffare il cittadino e lo stato. Famosa è la truffa di miliardi di vecchie lire messa a segno in Calabria dalla Madama sul “piano telematico” mai partito. Le sue principali linee di azioni politica sono il ricatto e l’imponimento mafioso. A dire questo di lei, definendola una vera e propria delinquente, il dirigente pubblico intercettato dalla Dda di Catanzaro all’interno dell’operazione “Lande desolate”. Non c’è intrallazzo a danno dello stato e del cittadino, a queste latitudini, a cui lei non abbia partecipato.

Nicola Adamo, alias Capu i Liuni, storico esponente del Pd cittadino e marito di Madame Fifì, nonché il più delinquente, insieme all’ormai ex sindaco di Cosenza Occhiuto, tra i politici cosentini. A dire questo di lui sempre il dirigente pubblico intercettato dalla Dda di Catanzaro nell’inchiesta “Lande desolate”. La sua specialità, così come dicono inchieste e processi prescritti a suo carico, è la mazzetta. Ne ha prese a dire basta. Tant’è che la sua ricchezza, neanche ben nascosta ormai, è nota a tutti. Il vero e proprio deus ex machina di tutto il malaffare che circola dalle nostre parti e non solo. Un soggetto pericoloso, da cui è meglio stare alla larga.

Palla Palla, ovvero l’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, mandato in esilio da Gratteri prima di essere “eliminato” dal Pd stesso e dai suoi stessi compagni. Oliverio è stato tra i principali fautori del clientelismo politico/elettorale in terra calabra. La sua principale attività politica è stata quella di sistemare parenti e amici degli amici. Famosa è anche la sua generosità nel concedere finanziamenti e progetti a finti imprenditori il cui unico scopo e quello di arraffare il malloppo e sparire, strafregandosene di “finire l’opera”. Un despota che utilizza “la cosa pubblica” per meri fini privati, e solo per favorire se stesso, i propri familiari, e gli amici degli amici. Famose sono anche le sue tante retribuzioni. Non si sa quanto guadagna al mese. E nonostante ciò non paga neanche il meccanico, o il gommista, preferisce fare il cambio gomme a spese dei cittadini.

Damiano Covelli, consigliere comunale del Pd a Cosenza e noto parassita sociale. Covelli detiene, al momento, il record di incassatore di stipendi senza aver mai fatto un solo giorno di lavoro nella sua vita: è impiegato all’Università, dove non ha mai messo piede, è consigliere comunale e tra gli inventori del trucchetto dei gettoni di presenza nelle commissioni (convocare commissioni fittizie a dire basta per incassare i gettoni di presenza), e risulta anche portaborse dell’onorevole Madame Fifì. Tre stipendi per passeggiare dalla mattina alla sera su Corso Mazzini. Nonché famoso ‘mmasciataro al Comune al servizio degli amici degli amici.

Giuseppe Giudiceandrea, già comunista col culo degli altri, passato al Pd ed eletto consigliere regionale nel 2014 (poi fu trombato nel 2020) con il voto clientelare di Ferdinando Aiello. Nella sua vita non ha mai fatto nulla di comunista anche se lui si definisce tale. L’ unica preoccupazione è la sua sistemazione economica, per il resto solo chiacchiere e distintivo. Non ha promosso niente che non andasse a favore dei ricchi e potenti amici di Palla Palla. Un servo sciocco che firma carte a comando.

Marco Ambrogio, consigliere comunale di minoranza del Pd ma da sempre vicino alla maggioranza del sindaco Occhiuto. Ambrogio è la classica figura squallida del piccolo politico locale che si sente statista, ma che nella realtà non è neanche capace di fare una O con il bicchiere. Ha costruito, insieme alla moglie, Rosaria Succurro, assessore della giunta Occhiuto e anche sindaco di San Giovanni in Fiore, una vera e propria “azienda privata” all’interno delle attività pubbliche del Comune, prima di Cosenza e ora di San Giovanni: un bel giro di affidamenti diretti e non solo, ai loro amici e parenti. Maggioranza e opposizione insieme per lucrare, utilizzando impropriamente le loro prerogative pubbliche, a danno del cittadino. Il peggio del peggio.

Bianca Rende, consigliere comunale Pd, poi transitata in Italia viva e adesso di nuovo al Pd. Figlia d’arte e di famiglia che ha sempre vissuto di denaro pubblico. Una famiglia di impastettati che ha l’obbligo di servire il padrone che li ha sistemati, prima ancora che i cittadini. Bianca è la tipica figura radical chic che pubblicamente si dice dispiaciuta per i morti nel Mediterraneo, e per la fame nel mondo, salvo poi, quando c’è da mettere in scena qualcosa di pratico, sparire per viaggi esotici e festini vari.

Luigi Guglielmelli, attuale segretario provinciale del Pd. Un personaggio buono per ogni stagione, e per ogni corrente. Basta che gli dai uno stipendio, senza lavorare, e lui diventa fedele più di Fido. Il tipico cagnolino che scodinzola attorno ai potenti per qualche osso. Privo di dignità e spina dorsale è il prototipo del servilismo che regna all’interno del Pd e della subalternità ai vecchi marpioni di cui sopra. L’ipocrisia è la sua specialità, predica bene e razzola male.

Stefania Covello, già deputata Pd e trombata alle ultime elezioni, poi passata a Italia viva e adesso di nuovo in area Pd. Figlia del più noto Franco, democristiano della peggiore specie, e tra i maggiori responsabili dell’arretratezza sociale ed economica della regione Calabria. L’unica cosa che sono riusciti a fare è stata quella di dilapidare milioni di euro per promuovere i propri interessi e quelli dei loro amici e parenti. Gente senza scrupoli che non ha mai pensato alle ripercussioni sociali delle loro azioni clientelari. Hanno prodotto miseria e povertà in ogni dove, mentre la loro famiglia si è arricchita a più non posso. Una gatta morta senza un briciolo di coscienza civica e sociale.

Questi sono solo alcuni tra i personaggi del Pd, i più noti, che osteggiano il reddito di cittadinanza. Tutta gente che si è arricchita a far schifo con il denaro pubblico. Gente che ha casa al mare, in montagna, in America, a Londra, a Roma. Gente che manda i figli nelle migliori università e che ogni anno gli paga la vacanza all’estero, senza contare i pampini i 100 euro che se ne vanno nel fine settimana sti barri barri. Gente abituata a mangiare nei ristoranti e a vestire di marca, e che sotto sotto, perché non possono dirlo pubblicamente, odia i poveri.

E la dimostrazione del loro odio verso i poveri, è proprio la raccolta firma contro il RdC: solo loro e i lori figli possono permettersi i lussi, i poveri e i loro figli devono restare poveri e succubi al loro volere. I poveri sono funzionali al loro benessere, senza poveri che vendono i voti come fanno ad essere eletti? Ecco perchè si battono affinchè la povertà da noi regni sempre sovrana.