Cosenza, lettera aperta a Guarascio: “La lezione non è servita: dov’è la programmazione?”

Presidente Guarascio,
siamo Cosentini (alcuni emigrati, altri che risiedono ancora qui) tutti profondamente legati da un enorme sentimento di appartenenza ed orgoglio per le nostre radici. Il nostro ideale ci porta naturalmente a tifare per la squadra della nostra terra, quella stessa terra che, ahinoi, troppo spesso viene umiliata ed amministrata senza diligenza non valorizzando le enormi potenzialità.

Ed allora, ecco che la nostra maggiore passione, il Cosenza Calcio, ci porta a sperare in una sorta di rivalsa e rivalutazione del nostro territorio, ci fa creare nuovi legami che con il tempo diventano indissolubili, ci fa andare da decenni in giro per gli stadi di tutta Italia.
Tutto questo diventa senso di appartenenza e di rivincita sociale, proprio per queste motivazioni.

Le scriviamo perché siamo preoccupati visto che da un po’ di tempo a questa parte, pare che i nostri amati colori stiano seguendo le stesse sorti della nostra terra, una società che sembra amministrata con approssimazione e poco cuore.
Per noi che, al contrario, viviamo con passione e voglia di rivalsa i colori rossoblu, è intollerabile. Abbiamo vissuto in silenzio finora ma errori portati avanti, reiterati e mai riconosciuti dalla dirigenza ci obbligano ad alzare la nostra voce perché per noi i Lupi non sono un hobby e il Cosenza non è mai stata una piazza priva di appeal.

Proprio per ciò ci sembra doveroso ritenere che la nostra squadra del cuore non possa e non debba restare nelle mani di chi invece tale la considera o tale la rende. Ergo, o si prendono degli impegni seri, rispettando la passione ed i sacrifici di chi, come noi, permette a lei, caro presidente Guarascio, di arricchirsi in termini di visibilità e prestigio personale, o si passa la mano.

Si ricordi che il Cosenza Calcio 1914 srl è suo, ma il COSENZA è nostro e di tutti quelli per cui rappresenta passione, per cui abbiamo sofferto, pianto, gioito.
Per un hobby non si fa nulla di tutto questo e una squadra di calcio non è solo bilancio, o budget.
Senza i tifosi con la loro passione non è nulla, è una scatola vuota, gestirlo così senza prendersi impegni seri, rende tutto vacuo ed inutile.
Una squadra non è un fatto privato, mai!

Eppure anche quest’anno si sta “costruendo” la nuova stagione senza progetti e programmazione in modo approssimativo ed umiliante, nonostante l’esaltante epilogo di quest’ultima appena conclusa che, è bene ricordarlo, senza la variabile Covid19 e tutto ciò che ne è conseguito, avrebbe pressoché certamente decretato la misera retrocessione della nostra compagine.

E’ evidente, però, che la lezione non è servita e si persevera diabolicamente ad operare senza una corretta programmazione (ma sarebbe meglio dire senza programmazione!) e lontano anni luce da tempi e modi di operatività che il mondo del calcio detta.

Stavolta, per il bene del nostro amato Cosenza, ci aspettavamo:
– Una squadra costruita almeno per il 70/80% entro il primo giorno di ritiro;
⁃  Che al 3º anno di serie B non ci saremmo ritrovati per l’ennesima volta con un budget tra i più bassi della categoria, in un’annata in cui finanche le matricole appena promosse stanno già programmando il doppio salto di categoria, con  un DS che è costretto ad aspettare di nuovo l’ultimo giorno di mercato per cibarsi delle briciole e prendere gli scarti altrui pur di completare l’organico, col rischio di una replica della non commendevole farsa Rosseti – Nzola – Tupta dello scorso anno;
⁃ Una degna programmazione (cosa che non richiede cifre folli o investimenti fuori dalla sua portata) volta ad un campionato almeno di tranquillità e transizione, per gettare le basi per graduali crescite future, senza dover ricostruire, per l’ennesima volta, la squadra;
⁃ Il dialogo ed il rispetto nei confronti della tifoseria, attraverso una comunicazione più trasparente e puntuale. Il daspare un tifoso storico reo di aver criticato legittimamente la gestione societaria e i risultati sportivi è per noi una cosa inaccettabile. Per le motivazioni di cui sopra, ci aspettavamo il ritiro IMMEDIATO del provvedimento.

⁃ Infrastrutture adeguate, atte a rendere una normale attività sportiva per una delle prime 40 squadre d’Italia, dando anche maggiore cura e supporto al settore giovanile.
E se la sua risposta in questo caso fosse la solita frase che “non è mai retrocesso” (come se si trattasse di una cosa di cui dovremmo solo ringraziarla), le facciamo notare che ci sono degli aspetti, che si chiamano rispetto, dignità, amor proprio e professionalità che proprio non sta curando minimamente.

C’è modo e modo di gestire un affare o un’attività nell’ottica del raggiungimento del fine prestabilito, il motto di machiavelliana memoria “il fine giustifica i mezzi”, non può essere adottato – mutatis mutandis – nella gestione del Cosenza calcio, dove va tenuta in debito conto la passione viscerale del popolo rossoblù,
sicché lo stucchevole refrain del non essere mai retrocesso – si ribadisce, sempre per casuali congiunture positive – non può travolgere ed oscurare una gestione dilettantistica della società calcistica, per quanto attiene all’ambito prettamente tecnico e sportivo.

Non ci siamo dimenticati Cosenza-Verona, le nottue, le sedie da bar in panchina, le spugne e le carriole, i soldi non restituiti agli abbonati per le partite non godute , la mensa dell’unical, il daspo all’anziano abbonato, l’appeal, l’hobby, il cielo rossoblu, le giovanili sempre ultime o quasi in classifica, gli allenamenti al parco, il merchandising e la comunicazione inesistenti o quasi, maglie e squadre quasi mai presentate, un DG con un contratto di due mesi che millantava (non si sa quale titolo) grossi cambiamenti, abbonamenti stampati per la curva nord nella prima stagione di B, salvo poi impedire a quegli stessi abbonati di accedere al quel settore senza aver emesso un comunicato tempestivo … dobbiamo continuare?

No, perché la lista è ancora molto lunga!
Dunque, per cosa dovremmo ringraziarla?
Dopo nove anni in cui si è preso gli onori, è arrivato il momento di affrontare gli oneri!
Oneri che vuoi o non vuoi rappresentano oltre 700.000 residenti in provincia, più quelli fuori, sparsi in Italia e nel mondo intero, che hanno sempre supportato e risposto presente quando era necessario sostenere la squadra e la sua Società, ma che non hanno ricevuto la stessa risposta quando toccava a lei!

E’ necessario che risponda stavolta, ed anche in maniera concreta, dando a tutti i tifosi quello che chiedono da tempo.
Lei al Cosenza Calcio ci tiene o no?
Quali sono i programmi a medio termine per i prossimi 2/3 anni ?
Perché, dopo 9 anni, non ha mai ritenuto necessario investire nella costruzione (anche attingendo a finanziamenti sportivi) di strutture di allenamento per il settore giovanile e della prima squadra ??
E’ in grado di continuare a gestire autonomamente la proprietà del Cosenza Calcio, a fronte di impegni seri su quanto sopra esposto, o ha necessità di aprire a nuove forze imprenditoriali ?
Stavolta il silenzio non le permetterà di spegnere la cosa come crede, perchè prima o poi queste responsabilità vengono fuori di nuovo, e rimandare non fa altro che ingrossarle.
Adesso o mai più.

Ci metta la faccia ed il cuore, come si richiede ad un Presidente di una Squadra.

“In una democrazia il dissenso è un atto di fede. Come per una medicina, la prova della validità non è nel suo sapore, ma nei suoi effetti”
    James William Fulbright