Cosenza, lo strano caso di piazza Acri trasformata in parcheggio privato

Cosenza, dalla fine degli anni 1950 e per tutti gli anni Sessanta, è stata ai primi posti in Italia per le costruzione edilizie. Gli edifici sorgevano come funghi. In quel periodo sorsero vie, viali e corsi con naturalezza. Una delle più rinomate fu Via Panoramica successivamente Corso D’Italia ed oggi Corso Luigi Fera. Parallelamente a predetto corso si costruiva la stazione delle autolinee che incrociava a nord via Guido D’orso traversa del predetto attuale Corso Luigi Fera con il prolungamento di Via XXIV maggio prima, successivamente prolungamento Via delle Medaglie d’oro. Quest’ultima immetteva in un’ampia area formante piazza, oggi denominata PIAZZA ANTONIO ACRI, politico cosentino.

E’ facile intuire che gli edifici sorti intorno a detta piazza sono stati costruiti negli anni ’60, probabilmente a seguito di una organica lottizzazione che coinvolse i vari proprietari dei terreni, resi edificabili dall’allora piano regolatore “Vittorini”.

A supporto dell’ipotesi della predetta possibile lottizzazione, esiste atto notarile dello studio del Notaio Dott. Franco Stancati che indica come confine est di un appartamento compravenduto, del edificio Mirabelli e Miniaci, oggi al n° civico 14 di piazza Acri, indicando: strada di lottizzazione di mt 13.50, così come riportato in tutti gli accatastamenti degli appartamenti del palazzo Mirabelli e Miniaci eseguiti dall’Ing. Pietro Ruffolo.

Dal momento della formazione della piazza, prima indicata come il prolungamento delle strada proveniente dalla stazione autolinee (prolungamento via XXIV maggio e successivamente delle medaglie d’Oro) si susseguirono lavori per la funzionalità della stessa da parte delle autorità comunali. Si realizzarono fogne e quanto era ed è necessario per la regimentazione delle acqua piovane, si realizzarono gli impianti di illuminazione pubblica, che per ottenere il massimo dell’efficacia, successivamente, oltre al primordiale diffusore appeso ad un filo in acciaio (ancora esistente) collegato tra i palazzi opposti, è stato posto un palo in ferro, nel punto baricentrico della piazza, con n° 4 diffusori di luce chiara.  La nettezza urbana ha sempre provveduto al servizio specifico. Il tutto come precedentemente sottolineato a spese del comune di Cosenza e quindi a carico della comunità.

E’ sicuramente importante riportare quanto invece indica l’agenzia del territorio ex catasto. L’area oggi denominata Piazza Antonio Acri, risulta costituita da più particelle ed esattamente: 333, 363 e 331 rispettivamente intestate: la 333 a Bombini Francesco, la 363 ad Ente Urbano, la 331 a Coscarella Francesco. E’ opportuno indicare anche che la strada, oggi prolungamento via Medaglie D’Oro, risulta costituita dalla particella 333 e dalla particella 332 intestata a Quintieri Fausto fu Cesare. Come in precedenza detto sulla particella 333 scorre la strada di lottizzazione di mt 13.50 che incrociando la particella 363 (ente urbane) consente il raggiungimento dei fabbricato poste a nord della predetta strada di lottizzazione. Quanto affermato è rilevabile dal certificato storico castale del 1987, dove può osservarsi che la particella 363 fa un tutt’uno con la 333 sulla la quale, come prima detto, scorre la strada di lottizzazione di mt 13.50. Tutto ciò fa intuire che i proprietari delle particelle sopra riportate hanno costituito con altre il piano particolareggiato per le costruzioni oggi esistenti.

Appare senza possibilità di equivoci che l’area, oggi Piazza Acri, sin dall’inizio della sua formazione è stata utilizzata ad uso pubblico senza interruzione fino al 2015. E’ anche opportuno precisare che nel 2014 L’AMACO, società municipalizzata, tracciò la piazza con le strisce Blu per utilizzarla a parcheggio pubblico a pagamento. Tale intervento inizialmente infastidì i residenti, ma successivamente si resero conto che pagando il modesto importo al Comune avevano la quasi certezza del parcheggio della propria auto che in precedenza, frequentemente, essendo gratuito, veniva utilizzato dai pendolari della vicina stazione delle autolinee.

Dopo qualche tempo, però nel 2014 L’AMACO (SBAGLIANDO) tolse il predetto parcheggio. La motivazione di tale rimozione si capì successivamente. Presunti proprietari dell’area la recintarono a dispregio degli ultra 40 anni che la stessa è stata utilizzata ad uso pubblico, inoltre non rispettando il possibile diritto di fruibilità dei residenti per costituita servitù. La giurisprudenza, infatti, sancisce: se una terreno o altro, si utilizza in modo continuato per oltre 20 anni senza avere mai avuto avviso di interruzione all’uso da proprietari o presunti tali, si costituisce naturalmente servitù. Su tale logica può affermarsi che i residenti non abbiano avuto nessuna notifica di proprietà da qualcuno per oltre 40 anni. Non sono mai apparsi dubbi che l’area in parola era ed è di pertinenza urbana.  A certificare quanto affermato, l’ufficio della toponomastica della città, dopo delibera comunale che intitolava la piazza all’ex presidente della Provincia di Cosenza Antonio Acri e procedeva alla numerazione dei numeri civici. 

A seguito della recinzione del 2015 della piazza, sorse la disputa tra il Comune e i presunti proprietari: il comune non riconobbe la proprietà e pertanto negò l’autorizzazione all’esercizio privato del parcheggio pubblico a pagamento. Ricorso prima al giudice ordinario del tribunale di Cosenza, successivamente al TAR. Sia il giudice del tribunale di Cosenza che il TAR sentenziarono sempre a favore del comune di Cosenza (sentenza del 17/01/2018 N. 00139/2018 Reg. PRO. Coll ,N. 01032/2016 Reg. Ric. e sentenza n. 2177/2018 pubbl. ul 16/10/2018 RG n.1883/2016)  e la piazza ridiventa utilizzabile dai cittadini residenti e non.

Il 18 Dicembre del 2018, però, la presunta proprietà ritorna alla carica, e presenta una CILA per esercitare il servizio di parcheggio a pagamento sulla superfice a loro di dire di proprietà.

L’ufficio comunale analizzata per l’ennesima volta la richiesta, con atto del 10/06/2019 esprime diniego all’attività, richiamando la continuità dell’uso pubblico sulla piazza da più di 20 anni in ossequi a quanto indica la legge al riguardo. Per l’osservanza del diniego invita la Polizia Urbana per l’osservanza dell’atto comunale di diniego e dà incarico alla stessa di accertarsi dello sgombero della piazza da tutti gli elementi che oggi ne impediscono l’uso pubblico.

Il quotidiano “La Gazzetta del Sud” messo a conoscenza di quanto succede su piazza Acri, pubblica sull’edizione del 27/07/19 un articolo nel quale si legge che l’Avv. Francesco Lepera, rappresentante legale dei presunti proprietari, afferma che negli uffici comunali non esistono riscontri circa l’acquisizione al demanio comunale e non tiene conto che sull’area si sono pronunciati sia il Tribunale che il TAR (sentenza del 17/01/2018 N. 00139/2018 Reg. PRO. Coll ,N. 01032/2016 Reg. Ric. E sentenza n. 2177/2018 pubbl. ul 16/10/2018 RG n.1883/2016) con sentenze che hanno visto prevalere il Comune di Cosenza.

Non si riesce a capire per quale ragione però a dicembre 2018, con maggiore ostinazione, ampliando anche il raggio della proprietà presunta, viene recintata l’intera piazza riducendo a 11.40 mt la strada di lottizzazione che come più volte ribadito deve essere di 13.50. Con tale intervento inoltre viene impedito il passaggio di tutti i mezzi, percorrendo la viabilità consolidata dal momento della costruzione degli edifici esistenti, diretti ai magazzini ed ai portoni d’ingresso dei palazzi a nord della predetta piazza. Riducono a meno di 3.00 mt il passaggio per raggiungere il portone d’ingresso del palazzo segnato con il n° civico 18 attualmente diventato anche passaggio dei mezzi diretti ai magazzini e non solo dei predetti palazzi a nord di piazza Acri.

Successivamente, al diniego del Comune del 10/06/2019 i presunti proprietari ricorrono nuovamente al TAR Calabria che riconosce loro una sospensiva al diniego predetto e rimandano all’08/04/2020 il dibattito sulla controversia, adducendo come causa la possibilità di licenziamento di due unità positivamente assunte per gestire il parcheggio. Tale giustificazione appare una beffa considerato che l’attività non era stata autorizzata dall’autorità comunali (diniego del 10/06/2019) e che pertanto si esercitava in modo abusivo.

Con riferimento a quanto riportato, fatto salvo quanto la legge afferma circa all’attribuzione delle aree ad utilizzo pubblico, con riferimento la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato sull’argomento, sorge spontanei fare le seguenti domande:

  • Considerato che gli edifici limitrofi alla piazza sono nati negli anni 1960, come mai si è atteso il 2015 per esercitare il diritto della presunta proprietà? E’ stata L’AMACO (con la cancellazione delle strisce blu) a suggerire la possibilità di un’azione speculativa?
  • Sfugge il motivo: come mai non è sorto il presunto diritto di proprietà in occasione della bitumazione della piazza in conto al comune?
  • Per lo stesso motivo non si capisce perché quando è stato installato il pilone per l’illuminazione a 4 diffusori posto nel baricentro della piazza non è stata rivendicata la proprietà ancora a carico dei contribuenti.
  • Ancora, per oltre 40 anni è la nettezza urbana che si occupa dell’intero territorio compreso piazza A. Acri e la presunta proprietà resta in un assordante silenzio.
  • Si chiede anche in base a quali documenti planimetrici è stata effettuata la recinzione dell’intera area? Sul foglio 11 del catastale della zona interessata sono indicati riferimenti diversi da quelli recintati e ne diversifica le proprietà.
  • Ci si chiede inoltre infine perché si è consentito la modifica della dimensione dell’asse stradale di lottizzazione da mt 13.50 contro gli attuali 11.40, posta sulla particella 333 che non risulta assolutamente intestata a questi presunti proprietari, l’allegata foto del particolare del foglio 11 catastale della città di Cosenza, si può accertare quanto si afferma.

Non è dato sapere comunque se gli esercenti (abusivi) siano dotati delle autorizzazioni previste per parcheggi all’aperto superiore a 300,00 mq, da parte dei vigili del fuoco e dell’ASL, e ancora se sono autorizzati a disporre di telecamere (ben 6) nel rispetto della legge sulla privasy

ULTERIORI RIFLESSIONI SUL CASO

Premesso che lo spazio oggi denominato PIAZZA ANTONIO ACRI è da oltre 40 anni utilizzato ad uso pubblico. Come è noto in questi casi, eventuali proprietari dei terreni interessati, anche potendo conservare la proprietà, per come ha sentenziato la Cassazione prevale l’uso pubblico sul privato, sull’argomento esistono molti riferimenti.

E’ bene sottolineare che per oltre 40 anni il comune ha provveduto ai servizi essenziali e la loro manutenzione (fognature, bitumazione, illuminazione, nettezza urbana ecc.)

Su tale situazione sorgono spontanei i quesiti verso il Comune di Cosenza.

  • Perché è stata consentita la prima recinzione, oltretutto con mezzi inidonei, dello spazio pubblico ai presunti proprietari?
  • Perché l’Amaco ha eliminato il parcheggio con le strisce blu considerato che perpetuava l’uso pubblico della piazza?
  • Perché dopo la sentenza del Giudice Ordinario del Tribunale di Cosenza, il quale negava ai ricorrenti ogni diritto d’uso e l’indennizzo sulla piazza condannandoli alle spese processuali ed ancora anche la sentenza del TAR ha ritenuto inaccettabile il ricorso contro diniego, da parte del Comune di Cosenza, circa la possibilità di usare l’area di Piazza Acri con un parcheggio privato?
  • Perché le autorità comunali non hanno ritenuto irricevibile la CIL considerato che l’area aveva una così lunga utilizzazione pubblica?
  • E’ da chiedersi anche perché l’ultima sentenza del TAR dava la sospensiva adducendo a giustificazione che la società ha assunto due persone per la gestione del parcheggio. A tal proposito sorge spontaneo chiedersi anche come poteva assumere del personale se la società esercitava l’attività senza l’autorizzazione del comune con due dinieghi e con l’invito alla polizia urbana a vigilare per fare eseguire lo smantellamento della recinzione e del box.
  • Non si riesce comunque a capire perché nonostante i ripetuti solleciti alla polizia urbana e alle altre autorità comunali di intervenire per dare la dovuta sicurezza alla zona, ripristinando la viabilità e il rispetto delle dimensioni delle strade come quella di lottizzazione di mt 13,50 contro gli attuali 11,40 ed inoltre ripristinare la funzionalità del passaggio dei mezzi di soccorso e dei servizi su tutti i lati degli edifici confinanti alla piazza.

E’ necessario precisare che esiste un atto d’acquisto del 1977 da parte di Coscarella Francesco dove si precisa che trattasi di reliquato edificabile di una superficie reale di mq 540,00.

Si vuole denunciare a gran voce inoltre la grandissima indifferenza da parte delle autorità comunali che sebbene abbiano mille motivi per eliminare il grave disagio per i cittadini residenti (visionare i progetti e le pertinenze dei palazzi costruiti, se esistono relative fiscalità sulle particelle castali interessate che costituiscono la piazza così come sui servizi forniti dal comune: nettezza urbana, illuminazione, fognature ecc.

Ci affidiamo alla vostra sensibilità su situazioni che sono paradossali che trovano invece applicazioni a dispetto delle leggi e della logica elementare.

Pietro Florio