Cosenza. ‘Ndrangheta in affari con la criminalità nomade: 5 condanne

Roberto Porcaro

“Testa del serpente”: è stata chiamata così l’operazione con cui nel dicembre di due anni fa la Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, sferrò un attacco diretto alla cosca della criminalità nomade dominante a Cosenza. Un clan in rapporti di affari anche con gli esponenti della ‘ndrangheta tradizionale con cui, secondo i magistrati inquirenti, s’era spartita il traffico di droga e il racket delle estorsioni nel capoluogo bruzio. Stamane è stato definito il troncone processuale riguardante gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Il gup di Catanzaro, Matteo Ferrante, ha disposto cinque condanne e accordato due assoluzioni. I condannati sono: Celestino Abbruzzese, detto “Micetto”, collaboratore di giustizia cui sono stati inflitti 1 anno e 5 mesi, Andrea D’Elia 3 anni e 4 mesi, Carlo Drago  7 anni e 4 mesi, Roberto Porcaro –  considerato al vertice del clan Lanzino-Patitucci – 11 anni e 8 mesi, e Danilo Turboli, 7 anni e 2 mesi. Assolti invece da ogni accusa il poliziotto in servizio alla questura cosentina, Dario Brancaleone (difeso dall’avvocato Paolo Pisani) e Antonio Colasuonno (assistito dall’avvocato Chiara Penna). Fonte: Gazzetta del Sud