Cosenza, Piazza Fera 2015: tutte le bugie di Occhiuto il cazzaro sui soldi a Barbieri

Piazza Fera ieri era l’ecomostro, oggi è la piazza della ‘ndrangheta ma soprattutto è la madre di tutte le inchieste sulla Cosenza corrotta e mafiosa clamorosamente e dolosamente fermate dalla procura-porto delle nebbie ma altrettanto clamorosamente riportate in piedi dagli investigatori della Guardia di Finanza, che proprio non ci stanno a vedere vanificati anni di duro lavoro e sacrifici. E allora è molto importante tornare indietro nel tempo per cristallizzare alcuni episodi-chiave accaduti prima dell’archiviazione, risalente al 7 agosto del 2015. Che oggi assumono ancora più importanza all’indomani della notizia del completo naufragio dell’inchiesta “Lande desolate” con l’annullamento delle intercettazioni che ha fatto seguito all’assoluzione di Mario Oliverio e alla caduta dei capi d’imputazione per Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio proprio per le vicende legate a piazza Fera.

Nel 2015 (mese di febbraio), il quotidiano la Provincia scrisse prima di tutti che il Comune di Cosenza era in contenzioso con Barbieri. Dopo l’uscita dell’articolo, il 15 febbraio 2015, Mario Occhiuto fece appello all’Ordine dei giornalisti per dire che quei cronisti che facevano inchiesta su Piazza Fera erano fuori controllo e che non c’era nessun contenzioso. Con le solite patetiche minacce da borghese piccolo piccolo, delinquente, corrotto e truffatore (sempre squallido e viscido) quale è. Eppure, solo di recente qualcuno in qualche modo a lui vicino fa uscire che a luglio dello stesso anno, vale a dire solo qualche mese dopo, Occhiuto voleva addirittura “eliminare” persino il fido direttore dei lavori Franco Tucci, oltre che don Giorgio Barbieri.

Di conseguenza, è arrivato il momento di sputtanare ancora una volta le bugie di questo mezzo uomo delirante.

COSENZA, PIAZZA FERA: 15 FEBBRAIO 2015 – 

di Rosamaria Aquino

Fonte: La Provincia

L’opera simbolo dell’amministrazione Occhiuto finisce a carte bollate. Col rischio concreto di perdere un finanziamento europeo per una rendicontazione che deve essere effettuata nei tempi giusti, pena il ritiro delle somme dalla Comunità europea. L’affare è grosso. E si sta consumando a botte di pareri degli uffici legali. In ballo ci sono quasi 20 milioni di euro e una voragine aperta nel centro della città che rischia di rimanere tale se le parti, che oggi minacciano provvedimenti giudiziari, non si mettono d’accordo.

Il regalo di Natale

Il 21 gennaio scorso il dipartimento Infrastrutture del Comune, guidato da Domenico Cucunato, uomo vicinissimo al sindaco Occhiuto (recentemente scomparso, ndr), scrive all’avvocatura comunale.  Il tecnico, in evidente difficoltà, chiede un parere legale sulla pratica Piazza Fera.

Domenico Cucunato

La questione è questa: a novembre 2013 il Comune aveva drenato nelle casse dell’impresa 1 milione e 193mila euro a titolo di anticipazione (praticamente il 10% dell’importo stabilito nel contratto). La ditta avrebbe dovuto restituire la somma nell’arco del 2014. Tutto ciò non avviene. Allora il 24 dicembre, vigilia di Natale, ecco che confeziona un bel “regalo” per il Comune. Gli fa scrivere dagli avvocati. Lo studio “Bird & bird” di via Flaminia a Roma, afferma che le somme non sono dovute entro il 2014, ma proporzionalmente ad ogni stato di avanzamento dei lavori. Lavori che, come sappiamo, sono fermi al palo da mesi. Ma fa di più. La ditta nella stessa nota, non solo dice che non restituirà l’anticipazione, aggiunge che ne vuole un’altra, di un altro 10%, che l’amministrazione le aveva negato.

Il dirigente chiede quindi all’avvocatura comunale se le richieste della Bilotti Parking possano essere recepite o se… reggetevi forte… bisogna escutere la polizza fideiussoria.

Comune e impresa, finisce l’idillio

Siamo a questo. Alle comunicazioni per tramite degli avvocati. Un passo prima di una rescissione di contratto e di recupero delle varie somme tramite procedimenti giudiziari. Le cose si stanno mettendo veramente male per i lavori nella piazza più importante della città. E nessuno dice niente. E se i consiglieri comunali si avvicinano al cantiere, per controllare lo stato di avanzamento dei lavori, partono le ritorsioni. E se un parlamentare della Repubblica chiede gli atti, questi gli vengono negati. E se qualcuno scava troppo a fondo trova un muro di gomma davanti a sé. Troppi misteri intorno a questo appalto, troppo strane queste comunicazioni così distanti da uno spirito di collaborazione tra ente appaltante e ditta esecutrice. Cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Cosa costa rescindere questo contratto e cosa cedere alla ditta che chiede ancora più soldi? In più c’è quella data, tenetela bene a mente. Il 31 dicembre 2015, momento in cui tutte le spese devono essere rendicontate. Per arrivare a questo, ci sono target intermedi in cui la spesa deve essere monitorata, quindi ogni 31 dicembre di ciascun anno. 

Sull’impresa grave incertezza”In attesa di sapere cosa deciderà di rispondere l’ufficio legale del Comune, leggiamo la lettera che gli avvocati della Bilotti parking scrivono al Comune, dai toni tutt’altro che conciliatori. Alla lettera indirizzata alla cortese attenzione dell’ingegnere Carlo Pecoraro sono messi in copia la coordinatrice della Commissione di alta vigilanza Stefania Frasca e il presidente della Commissione di collaudo Antonino Alvaro.

Il 1° dicembre 2014 – questo l’incipit della Bird &Bird – la Bilotti Parking scrive al Comune che non restituirà quel milione e centomila euro nei termini previsti da Palazzo dei Bruzi. Dopo questa opposizione il Comune decide allora di appianare le cose vis a vis e infatti, nemmeno due giorni dopo, avviene un incontro con la ditta. Incontro che non va per il verso sperato tanto che lo studio legale nello “stigmatizzare” l’atteggiamento del Comune, aggiunge che questa circostanza va “inesorabilmente a consolidare, e anzi ad aggravare, la già denunciata situazione di incertezza che grava sulla Bilotti Parking S.r.l.”.

Ad oggi è impossibile programmare i lavori”

La già denunciata situazione di incertezza? Denunciata da chi? Quale incertezza poi? E perché la città non ne sa nulla? Dev’essere una incertezza grossa, dato che secondo gli avvocati della ditta “allo stato, impedisce di procedere con una programmazione attendibile, sotto il profilo economico-finanziario, per l’esecuzione dei lavori in piazza Fera”. Proprio così. Non è possibile nemmeno programmare un calendario dei lavori, su quella piazza. Pensate come stiamo messi. Come se non bastasse la ditta si dichiara vittima di tutto questo clima, che “sta determinando gravi danni in capo alla nostra Assistita e – in assenza dell’invocata definizione della questione – appare suscettibile di determinare ulteriori drastiche conseguenze in capo alla stessa”. Drastiche conseguenze? Ma allora siamo davvero di fronte a un problema che il sindaco avrebbe dovuto condividere con i suoi cittadini.

Privati di ogni risorsa per andare avanti”

Dunque abbiamo detto che il Comune voleva indietro l’intero importo dell’anticipazione entro l’anno scorso. Bilotti Parking ha evidenziato, nell’opporsi, come il decreto legge 69/2013 che conforta il Comune in questa richiesta, essendo entrato in vigore dopo l’affidamento dell’appalto, non si applicherebbe a questa fattispecie. Ma perché il Comune deve anticipare i soldi all’impresa? Per dotarla delle risorse economiche per dare avvio alle opere, spiegano gli avvocati. Dunque “l’improvvisa privazione in una unica soluzione dell’intera porzione ancora da restituire si rivelerebbe contrario alla ratio della normativa applicabile in tema di anticipazioni e finirebbe col privare definitivamente la Bilotti Parking di ogni risorsa finanziaria per poter procedere all’esecuzione dei lavori in questione, esponendola finanche a conseguenze finanziarie drastiche e potenzialmente irreversibili”.

Lavori rallentati per interferenze”Fin qui il battibecco sulle anticipazioni. Gli avvocati però ne hanno da dire e proseguono denunciando che nel corso dei lavori sono state rilevate “interferenze”. Ma di che parlano? Delle inchieste giudiziarie? Dell’atteggiamento della Regione? Del provvedimento poi ritirato dalla Prefettura per questioni legate alle infiltrazioni mafiose? I legali non lo specificano, ma ammettono che per questo motivo “i lavori hanno subito un rallentamento” che per loro naturalmente non è imputabile alla ditta. Questo ha comportato il fatto che se oggi dovremmo essere al 5° stato di avanzamento dei lavori, siamo appena al secondo. Proprio questo ritardo avrebbe “determinato un effetto finanziario negativo per la Bilotti che a oggi non sarebbe quindi in grado di poter sopportare l’onere economico-finanziario conseguente ad un azzeramento pressoché integrale del prossimo Sal (stato di avanzamento lavori, ndr)”.

Il rischio che la storia finisca in tribunale

La ditta si percepisce dunque come danneggiata. E che fa un’impresa quando si ritiene vittima? Reagisce. Spesso alzando il tiro: “Per l’effetto, la nostra Assistita allo stato non può che riservarsi ogni azione a tutela in ogni opportuna sede laddove codesto Spettabile Comune dovesse insistere nella infondata richiesta di recupero integrale entro l’anno contabile 2014, in una unica soluzione, delle anticipazioni a suo tempo erogate”. Qualcuno direbbe che “siamo ai materassi” e se non è così, poco ci manca. Il braccio di ferro è appena cominciato e ciò imbarazza e non poco l’amministrazione comunale che di quest’opera ha sempre fatto il suo fiore all’occhiello di un’idea di città moderna e funzionale. La Bird&bird prosegue asserendo che, come il direttore dei lavori, ingegnere Tucci, può confermare, i lavori che sono stati eseguiti sino ad ora sulla piazza sarebbero ben al di sopra della quota concessa dal Comune a titolo di anticipazione. E che quindi, se il Comune volesse riscuotere la polizza fideiussoria, allora scatterebbero le denunce. La ditta infatti “si riserva ogni più ampia azione, anche in via d’urgenza a tutela dei propri diritti ed interessi, onde evitare pregiudizi economico-finanziari che finirebbero inevitabilmente per ripercuotersi negativamente sull’esecuzione dei lavori”.

L’impresa chiede al Comune un altro 10%

Riassumendo: i soldi non ve li restituiamo e, anzi, vedete di corrispondercene altri. Sempre nella missiva di fuoco, infatti, i legali della Bilotti Parking richiedono di “provvedere al più presto a corrispondere l’ulteriore quota a saldo di una anticipazione complessiva pari al 20%”. La nuova richiesta offre la sponda per tirare un’altra stoccata al nostro Comune: lavorando con altre amministrazioni calabresi, dicono i legali, non c’è mai stato bisogno di pregare per avere un’anticipazione, poiché “hanno sempre liquidato in favore dei soggetti aggiudicatari anticipazioni pari al 20% del valore del contratto”. Dunque secondo la ditta non solo il Comune sarebbe in difetto nel chiedere indietro i soldi, ma gliene avrebbe consegnati anche di meno. Tutto ciò, lo sottolineano per l’ennesima volta “si ripercuote inevitabilmente sull’esecuzione dei lavori in Piazza Bilotti, come già esposto nelle precedenti comunicazioni della Bilotti Parking S.r.l., rimaste tutte sorprendentemente senza riscontro alcuno”. Quindi la ditta sta scrivendo da tempo al Comune per avvisare che i lavori sono in ritardo. Ma perché noi non ne sappiamo niente? Eppure da più parti e in più occasioni l’opinione pubblica ha chiesto conto dell’andamento del cantiere. Ci sono commercianti imbufaliti e residenti infuriati. Per non parlare del traffico che coinvolge l’intera città.

e poi scarica le colpe sul Comune

Ebbene l’impresa pare abbia fatto presente già da tempo a Palazzo dei Bruzi che qualcosa dovesse essere rimodulato. Con un atto stipulato nel febbraio 2014 (Atto di sottomissione) alla Bilotti Parking vengono accollati altri 418mila euro di lavori. Si deve perciò riformulare il piano economico-finanziario e allora ecco che il 25 maggio l’impresa spedisce in Comune la sua bozza di revisione. “Ebbene – si legge – anche in questo caso, nonostante siano trascorsi oltre 8 mesi dall’invio del Piano rivisto, codesto Comune non ha fornito riscontro alcuno e, per l’effetto, non si è potuto procedere alla formalizzazione del nuovo Piano Economico Finanziario della Concessione. La qual cosa ha contribuito ad aggravare ulteriormente l’attuale stato di incertezza economico-finanziaria che sta gravando sulla Bilotti Parking S.r.l. e che, inevitabilmente, si ripercuote sulla esecuzione dei lavori in Piazza Fera”. Ci risiamo. Le accuse sono chiare e molto pesanti: se i lavori in piazza non sono celeri la colpa non è nostra, ma del Comune. “Anche a tal proposito – lo ribadiscono se ce ne fosse bisogno – è evidente che nessuna responsabilità potrà essere ascritta alla nostra Assistita in relazione a ritardi e carenze che, a ben vedere, rimangono imputabili esclusivamente a codesto Spettabile Comune”.

Altri 8 mesi di proroga e gli interessi

Riassumendo: la ditta parla di interferenze, di ritardi, di danni subiti dall’impresa e dalla città. Lo conferma la richiesta di proroga, che, in ragione di quanto detto, la ditta chiede al Comune “per almeno 8 mesi rispetto al termine inizialmente pattuito”. Ecco quanto, di certo, ci toccherà ancora aspettare. E se i lavori dovevano finire in giugno, fatevi un po’ i conti. Si arriva ben oltre quel 31 gennaio 2015 utile a non perdere i fondi europei. Restano poi le “riserve” da corrispondere per il secondo stato di avanzamento dei lavori: oltre 250mila euro ai quali si aggiungono “il pagamento degli interessi di legge e moratori e del risarcimento del danno da svalutazione monetaria e da mancata disponibilità finanziaria compreso il riconoscimento del maggiore tempo contrattuale in ordine alle lavorazioni eseguite e non contabilizzate oggetto di riserva”.

Alcune opere sono finite, consegnatele alla città”

Infine, last but not least… la ditta intima al Comune di riprendersi le opere completate e di restituirle alla città. Perché sono finite e non c’è ragione che restino in custodia di un privato: “Infine – si legge – con riferimento alla porzione di lavori già eseguiti e sostanzialmente completati (vale a dire le sistemazioni delle seguenti strade: via Tancredi, viale Simonetta, via Misasi lato sinistro, via Alimena, via Gramsci e Corso Fera) con la presente la Bilotti Parking Srl nostro tramite si dichiara disponibile a procedere alla relativa consegna. Anche in questo caso, infatti, non sussiste alcun valido motivo in fatto o in diritto per giustificare il permanere in capo alla Bilotti Parking Srl. di eventuali responsabilità per la custodia di porzioni di beni pubblici sulle quali non sono necessari ulteriori interventi nell’ambito dei lavori di riqualificazione di Piazza Bilotti. Per l’effetto vi invitiamo formalmente alla consegna delle surrichiamate –porzioni di lavori. La presente a valere anche quale formale messa in mora ad ogni effetto di legge”.

Più chiaro di così. E da mesi ditta e Comune sono praticamente in pre-contenzioso. Di questo la città di Cosenza non ne sa nulla. Le resta solo l’illusione di una piazza che sarà costruita chissà come e chissà quando e la realtà di una ferita in pieno centro che già sta dispiegando i suoi effetti su cittadini e commercianti. Così è, se vi pare.

Rosamaria Aquino

Passano soli tregiornitre ed ecco la replica delirante di Mario Occhiuto ed è davvero tutto un programma leggerla oggi, a pochi giorni – ripetiamo – dalle rivelazioni di un Occhiuto pieno di rancore e di livore nei confronti di Giorgio Barbieri. 

COSENZA, PIAZZA FERA: 18 FEBBRAIO 2015

di Rosamaria Aquino

Fonte: La Provincia

Non è successo niente, è tutto a posto, su piazza Fera si lavora alacremente. Le lettere, gli avvocati, i ritardi sui lavori, il rischio di perdere i finanziamenti: tutto falso, una mistificazione. Quello che conta sono i fatti: la politica del fare.

Più o meno questa la risposta che il sindaco Occhiuto sta tentando di dare alle nostre carte esclusive sull’appalto più controverso della città e al consigliere Sergio Nucci che gliene chiedeva conto. E lo fa sul suo canale preferito, Facebook, dove tra testimonial nazisti, piazza Fera e altre polemiche è quasi impossibile stargli dietro.

Ma torniamo al sindaco costretto a difendersi dagli attacchi dei “delatori” di buon mattino insieme al suo segretario Giuseppe Cirò (ormai da tempo diventato suo “nemico”, ndr) sul gruppo Il senso del tempo, il valore di un posto, Cosenza. E’ lì che sono comparse le prime foto dei suoi supporter con i lavori sul cantiere a pieno regime. Ben quattro (!) operai chini sugli scavi a far marciare il cantiere peggio di un treno! E, a corredo delle immagini (la politica del fare, non dimentichiamocene) anche qualche opportuna giustificazione da parte del primo cittadino.Purtroppo l’impresa aggiudicataria è più lenta di quanto fosse auspicabile – afferma – ma completeremo l’opera in questo mandato. Anche Mancini ci provò ad avviare il progetto. Noi invece siamo passati in due anni dall’idea al progetto al cantiere”.

Io sono più forte di Mancini, sembra dirci il sindaco, che prosegue con il tema a lui caro, quello dell’amministratore ostacolato nel tentativo di risollevare la città: “C’è chi in tutti i modi, con denunce e pressioni in tutti gli enti e con denigrazioni di tutti i tipi, cerca di ostacolare il cambiamento e bloccare la realizzazione delle opere. Per fortuna non può riuscire perché noi abbiamo la forza della ragione dalla nostra parte e la coscienza a posto in tutto e per tutto”.

Immancabile il coro di voci in suo sostegno, tra queste quelle dei residenti e i commercianti. Ne abbiamo scelta una tra tutte che rende bene il tono delle altre, quella del proprietario del bar Panoramico, storico supporter del sindaco. “Dobbiamo tutti sperare che la ditta lavori alacremente e che i lavori finiscano presto. E non invece gufare come fanno questi delatori che pur di potere attaccare il sindaco sono quotidianamente alla ricerca di bastoni da mettere tra le ruote. Ricordiamoci tutti che i lavori hanno avuto una lunga pausa per colpa di inchieste poi rilevatesi infondate e per i ritardi provocati da uffici pubblici che invece di rilasciare i nullaosta nei canonici 30 gironi hanno impiegato mesi e mesi… Noi residenti della zona siamo grati ad Occhiuto per la riqualificazione del quartiere e certamente non amiamo tutti i loschi figuri che stanno agendo nelle segrete stanze per rallentare la veloce realizzazione dell’opera”.

Il sindaco del resto aveva detto: “Abbiamo una forte opposizione contro il cambiamento che stiamo attuando in città. È frutto dell’invidia e della consapevolezza che per decenni non sono riusciti a fare niente di niente: neanche una misera opera, neanche a portare un pullman a Rende. Zero assoluto. Per questo ora hanno rimesso in moto anche le macchine del fango. Questo è lo stile: noi i fatti e le opere, loro niente di niente e il fango della denigrazione e degli insulti”.

Gli insulti sarebbero le cronache quotidiane, l’interrogazione di Nucci e delle normalissime considerazioni di cittadini che chiedevano conto sui ritardi dei lavori. Anche in questo caso ne scegliamo una su tutti, quella di un avvocato, che sostanzialmente ironizzava sul numero esiguo degli operai sul cantiere, simili quasi ai settenani Mammolo, Pisolo e compagnia.

Il consulente Cirò (sempre quello che ora è diventato suo “nemico”, ndr) ci scherza su, fotografando i “nani” presenti e attivi sul cantiere e aggiunge: “Non perdiamo il pezzo e soprattutto non perdiamo l’occasione della polemica! Le foto che pubblico sono a testimonianza che i lavori proseguano o no?”. E vai con altre foto del luogo.

Più tardi, in serata, Occhiuto mirerà al vero bersaglio e se la prenderà con i giornalisti, invocando l’intervento dell’Ordine: “Ci sono alcuni giornalisti (?) assoldati dai nostri detrattori che scrivono ogni giorno contro la nostra Amministrazione, sui social, sui blog e poi anche sulle testate giornalistiche locali cosiddette indipendenti. Sono stato presidente di un Ordine per 11 anni, ma dico il codice etico e la deontologia professionale in questo Ordine esistono?”. Esistono, esistono. Ed esiste anche la libertà di stampa. Sarebbe bello sapere cosa ne pensa il sindaco di questa parola magica.

Queste, dunque, le testimonianze dell’epoca. Successivamente, Occhiuto avrebbe imposto al suo porto delle nebbie (la procura di Cosenza) di archiviare l’inchiesta giudiziaria in maniera più che scandalosa, nel mentre il presidente della Regione “scuciva” a don Barbieri un bel gruzzoletto di soldini che – bene o male – avrebbe consentito la conclusione dei lavori su piazza Fera. Oggi Occhiuto vorrebbe passare addirittura come vittima e come “avversario” di don Giorgio Barbieri ma tutti (ma proprio tutti) sanno che non è così, anche senza tirare fuori la storia del suocero del costruttore, al secolo Cenzino Belmonte, candidato nelle liste del cazzaro. Del resto, tutti sanno che con Occhiuto è sempre possibile tutto ma anche il contrario di tutto. E’ il cazzaro, bellezza… avrebbe detto il vecchio e insuperabile Humphrey Bogart.