Cosenza, piazza Fera sequestrata. Occhiuto incastrato dalle travi d’acciaio sopra il Museo

Arrivati a questo punto del decreto di sequestro di piazza Fera/Bilotti, il giudice Gabriella Logozzo riepiloga tutta l’impressionante serie di falsi che ha caratterizzato la fine del 2016, con particolare riferimento alle travi d’acciaio sovrastanti l’area museale.

La discrasia tra quanto attestato negli atti acquisiti ed il reale stato delle cose per come risultante dall’inequivoco tenore delle intercettazioni esaminate, consentono di ritenere sussistente in modo innegabile il fumus commissi delicti in ordine ad una pluralità di falsi commessi allo scopo di consentire al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di inaugurare piazza Fera/Bilotti per la data programmata del 17 dicembre 2016 e di celebrare sulla medesima piazza la festa per l’ultimo dell’anno.

Ciascuno degli indagati, con la propria condotta, correlata alla qualifica rispettivamente rivestita, ha offerto un contributo materiale e morale alla falsificazione di una serie di atti pubblici nei quali si è dato atto della ultimazione e regolarità dei lavori della piazza, nonostante la presenza di innumerevoli difetti nella saldatura delle travi sovrastanti l’area museale… E’ stata accertata la falsità della relazione a struttura ultimata depositata dal direttore dei lavori presso il Comune di Cosenza il 16 dicembre 2016, per consentire l’inaugurazione della piazza programmata per il giorno successivo, evento questo svoltosi in mancanza del collaudo statico dell’opera, condizione imprescindibile per la sua apertura, ai sensi dell’art. 230 del DPR 207/2010, da qui la sussistenza del fumus anche in ordine al reato edilizio di cui all’art. 75 DPR 380/2001. Il predetto collaudo veniva emesso solo successivamente per consentire la celebrazione del concerto di Capodanno, pur in assenza delle condizioni previste per il suo rilascio.

Invero, alla data del 17 dicembre 2016, oltre alla mancanza del collaudo statico, non erano state effettuate, da parte della direzione lavori e della società appaltatrice, le prove obbligatorie sulle tre travi d’acciaio sovrastanti l’area museale della piazza, nonché le prove di serraggio dei bulloni delle travi, i quali risultavano essere “slacciati”, cioè non in regola, quantomeno sino al 28 dicembre 2016. A fronte di una situazione di ritardo che non consentiva l’emissione del certificato di collaudo, in quanto non solo non erano stati ancora eseguiti i controlli previsti dalla legge ma la piazza non era stata neppure completata – posto che mancava una scala – l’espediente che veniva trovato per consentire l’inaugurazione era l’elaborazione e il deposito presso il Comune di Cosenza di una relazione a struttura ultimata falsa nel contenuto. Infatti, nella stessa si dava atto del completamento dell’opera e dell’esecuzione, ovviamente con esito positivo, del controllo sul serraggio dei bulloni. Controllo che ha avuto inizio solo dopo l’inaugurazione della piazza, tra il 27 e 28 dicembre 2016.

Peraltro, alla relazione depositata il 16 dicembre presso il Comune di Cosenza, non era allegato il certificato relativo alla predetta verifica, emesso dalla Geocal Srl solo il 28 dicembre. Del pari, deve ritenersi falsa l’attestazione depositata dal direttore dei lavori Francesco Tucci presso la Regione… del 20 dicembre 2016, dal momento che, a quella data, i controlli non erano stati ancora eseguiti.

Si rende necessario specificare che all’interno della piazza insistono, per l’appunto, 3 travi di acciaio della lunghezza di metri 21,70 ciascuna, che sovrastano l’area in origine destinata a Museo multimediale. Il controllo delle stesse da parte del laboratorio NGT-Text Srl di Catanzaro aveva inizio solo in data 20 dicembre 2016. L’esame del laboratorio tuttavia manifestava, sin dal primo giorno, l’esistenza di piccole fessure e/o crateri che dovevano essere oggetto di ripristino. Per tale motivo, la società appaltatrice faceva intervenire dei saldatori, i quali operavano per eliminare i difetti riscontrati su una struttura già aperta al pubblico dal 17 dicembre 2016.

Si giungeva ugualmente al collaudo dei lavori per consentire lo svolgimento della festa di Capodanno in piazza, ovviando tuttavia alla procedura prescritta dalla normativa che doveva passare dai seguenti step:

Presentazione presso l’ex Genio Civile della relazione a struttura ultimata a firma del direttore dei lavori.

Attestazione di avvenuto deposito della relazione a struttura ultimata emessa dall’ex Genio Civile di Cosenza, con la quale si inviava al direttore dei lavori copia della relazione attestandone il deposito di altra copia presso l’ufficio a seguito di istruttoria sulla documentazione presentata dal direttore dei lavori.

Trasmissione del certificato di collaudo statico dei lavori a firma di Antonino Alvaro all’ex Genio Civile di Cosenza.

Attestazione di avvenuto deposito di copia del certificato di collaudo emessa dall’ex Genio Civile di Cosenza con la quale si restituiva al collaudatore copia del certificato di collaudo trasmesso con la nota precedente, riportante l’attestazione e la conclusione dell’iter del collaudo.

Nei fatti le cose sono andate diversamente in quanto la presentazione della relazione a struttura ultimata presso l’ex Genio Civile di Cosenza avveniva in data 21-12-2016. La relazione si componeva, tra gli altri, anche di un allegato S, il cui frontespizio recava il protocollo dell’ex Genio Civile di Cosenza 382323, privo di data ma riconducibile al 21 dicembre 2016 avente ad oggetto i “certificati ed i rapporti di prova relativi al controllo visivo sul 100% delle saldature relative a 3 travi HL poste in opera e al controllo magnetoscopico sul 100% delle saldature relative a 3 travi HL poste in opera”. Trattasi dei certificati del laboratorio NGT-Text Srl che riportavano la data del 27 dicembre 2016 e venivano consegnati all’ex Genio Civile di Cosenza soltanto in data 29 dicembre 2016. In definitiva, alla data del 21 dicembre veniva allegato soltanto il frontespizio dell’allegato S e non i certificati veri e propri, che venivano quindi depositati successivamente.

Nonostante l’incompletezza delle acquisizioni documentali effettuate, non è emerso alcun carteggio interlocutorio tra la direzione lavori e l’ex Genio Civile da cui si rilevi o si spieghi la predetta incompletezza degli atti e la conseguente allegazione dei certificati in data 29 dicembre. Al fine di consentire la celebrazione della festa di Capodanno su piazza Fera/Bilotti, nonostante i timori per la pubblica incolumità espressi dallo stesso direttore dei lavori e determinati dal mancato ripristino dei difetti riscontrati sulle travi alveolari sovrastanti la zona museale della piazza, venivano poi posti in essere anche gli altri falsi.

Nello specifico, quello avente ad oggetto l’allegato S alla relazione a struttura ultimata, che fino a quel momento non era stato depositato, costituito dal certificato e dai rapporti di prova relativi al controllo visivo e magnetoscopico delle saldature su 3 travi HL, cioè sulle travi alveolari progettate da Stellato e sovrastanti la zona museale.

Nella serata del 27 dicembre 2016, infatti, il laboratorio di Catanzaro incaricato del controllo sulle travi era in procinto di emettere un certificato negativo, ma ciò avrebbe comportato l’impossibilità di terminare le procedure di collaudo entro la fine dell’anno. Da quel momento in poi partivano, quindi, tutta una serie di attività volte a superare le problematiche sorte. In particolare, il giorno successivo, 28 dicembre, il capocantiere Gianluca Guarnaccia otteneva dall’ingegnere Francesco Stellato, progettista delle travi d’acciaio del Museo, una dichiarazione attraverso la quale il livello di accettabilità delle travi passava da quello C a quello D, più favorevole all’impresa. Stellato e Guarnaccia inoltre retrodatavano la predetta dichiarazione al 14 gennaio 2016, momento in cui Stellato aveva prodotto altri documenti per l’impresa appaltatrice, per evitare che la datazione corretta potesse destare sospetti.

Per l’effetto, la sera del 28 dicembre 2016, Guarnaccia otteneva dal laboratorio un certificato con esito positivo datato 27 dicembre ed emesso in Catanzaro. Nel predetto certificato veniva attestato il totale e completo ripristino delle discontinuità riscontrate sulle travi, sebbene dall’attività intercettiva risulti che l’opera dei saldatori era ancora in corso, almeno sino al 30 dicembre, come era noto a tutti i protagonisti della vicenda.

Solo una volta risolto il problema certificativo, il sindaco Mario Occhiuto dava disposizioni alla Ragioneria del Comune in ordine al pagamento del SAL presentato dalla Sigea in data 7 dicembre 2016, che partiva dalle casse comunali in data 28 dicembre 2016. Lo stesso escamotage consentiva l’emissione del certificato di collaudo nel quale parimenti veniva falsamente rappresentato che i controlli sulle saldature delle travi avevano avuto esito positivo.

Devono dunque ritenersi sussistenti i gravi indizi dei reati di falso contestati: quanto rappresentato sia nella relazione a struttura ultimata, comprensiva degli allegati, sia nel certificato di collaudo in ordine all’esito del controllo sulle travi sovrastanti la zona museale, non corrisponde al vero, posto che negli stessi non si è dato atto dei difetti riscontrati sulle travi e del fatto che i lavori di ripristino delle saldature non fossero ancora stati portati a termine.