Cosenza, porto delle nebbie: avvocati costretti al servilismo con i giudici e assoggettati ai cancellieri

– Cosa vuoi fare da grande?
– L’Avvocato!
Così rispondevo a chiunque mi facesse questa domanda. Era una risposta convinta, determinata. Era davvero un sogno per me poter entrare in tribunale e difendere con dialettica e passione il proprio cliente per fargli riconoscere quel diritto che spesso e per molti viene calpestato e ignorato. La mia era quasi una missione che sentivo come una vocazione sin da bambina.
Ma adesso… è una vergogna!
La pandemia ha soltanto evidenziato tutte le criticità che da sempre hanno pervaso i locali di giustizia.

L’ Avvocato, quel mestiere che un tempo (ormai troppo lontano) veniva identificato con rispetto e ossequio, adesso è relegato ai margini della propria attività lavorativa.
Di fronte ai giudici bisogna osservare un atteggiamento servile o le cose si mettono male!
Di fronte ai cancellieri bisogna osservare un atteggiamento a dir poco mellifluo, altrimenti col cavolo che puoi portare a termine l’adempimento!
E di fronte all’avvocato? Beh di fronte a lui il giudice può tenere un comportamento spigoloso, sprezzante! Di fronte a lui i cancellieri si mostrano (tendenzialmente) stufi, scocciati, svogliati, così presi dal proprio lavoro che non ritengono di poter prestare tempo alle richieste di un leguleio qualsiasi!


Non è possibile lottare (SEMPRE!) contro intere categorie che dovrebbero con leale collaborazione coadiuvare il lavoro dell’avvocato nel fargli ottenere i vari documenti di cui hanno bisogno!
Tutti dicono che la giustizia non funziona, ed è vero! Ma tra le varie cause che citano nessuno mette quella umana, quella di una svalutazione morale di un mestiere che per lo studio e la dedizione che porta con sè non merita tale trattamento!
Perdonatemi lo sfogo ma oggi, a differenza di quando sognavo di indossare quella toga, vedo davvero lontano un futuro per chi questo lavoro lo fa per vocazione. È così, e non si vede nemmeno lontanamente la luce in fondo al tunnel.

I.C. del foro di Cosenza