Cosenza, porto delle nebbie. La pagliacciata delle richieste di interdizione dai pubblici uffici

Le interdizioni dai pubblici uffici sono una delle misure cautelari più innocue o “edulcorate” (per usare un termine molto caro al procuratore del porto delle nebbie di Cosenza) per evitare di arrestare qualcuno o mandarlo in esilio, al divieto di dimora. In poche parole, una presa per i fondelli o peggio ancora “ferie pagate” per gli imbroglioni che le “subiscono”.

A Cosenza se ne fa larghissimo uso, sembra quasi un marchio di fabbrica. Il Gattopardo ha utilizzato le interdizioni per soggetti come i dirigenti comunali Arturo Bartucci e Carlo Pecoraro, tanto per fare un esempio o addirittura per un imbroglione conclamato come il presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata. Ebbene, sia Bartucci sia Granata sono tornati ai rispettivi ruoli e Granata è addirittura ancora oggi il “custode giudiziario” (!) del depuratore sequestrato dal Gattopardo medesimo. Pecoraro invece è felicemente in pensione. In estrema sintesi: la Repubblica delle banane.

Eppure, nonostante questa premessa, siamo qui a commentare ancora altre imbarazzanti richieste di interdizione dai pubblico uffici, sempre da parte del porto delle nebbie, che fanno decisamente sorridere. Pensate che uno dei giudici maggiormente impresentabili del porto delle nebbie, la dottoressa Manuela Gallo, proveniente – come il suo procuratore – dal verminaio di Vibo Valentia, oggi ha reso note le sue decisioni (!) sulle interdizioni da applicare non tanto ai dirigenti dell’Asp già mandati al divieto di dimora nei loro lussuosi appartamenti fuori dalla Calabria o addirittura nelle loro abitazioni nell’hinterland di Cosenza (perché gli ha messo il divieto di dimora a… Cosenza!) quanto ai dirigenti della Regione. E così anche i bambini capiscono che affibbiare una interdizione dai pubblici uffici a Cotticelli, il generale “stralunato” o a Scura non significa una beneamata perché sono entrambi in pensione e non ricoprono più nessun incarico. Quanto a Belcastro, anche per lui è come se gli avessero dato un anno di “ferie” ovviamente pagate, capirai il danno che gli hanno provocato. Tra l’altro, non è più direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria (dove c’è il nullafacente Bevere, che noi calabresi paghiamo 250mila euro all’anno) e mette solo la sua faccia di bronzo da paravento per le porcate dei burattinai della sanità calabrese. Ma siamo seri, per favore. 

E giusto per completare l’informazione, a proposito di interdizione dai pubblici uffici, è appena il caso di ricordare che ormai da quasi un mese si attendono lumi rispetto a quelle richieste, sempre dal procuratore Gattopardo, nei confronti di 5 dirigenti dell’Azienda Ospedaliera indagati nell’ambito dell’operazione sulla truffa da almeno 3 milioni di euro per l’appalto delle pulizie all’ospedale dell’Annunziata che ha portato anche all’arresto di quattro dirigenti della Coopservice, l’azienda appaltatrice del servizio.

Si tratta dell’ex direttore generale Achille Gentile e del Responsabile dell’Unità Operativa Complessa Teodoro Gabriele accusati di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e di abuso d’ufficio. E dei collaboratori amministrativi Renato Mazzuca e Maria Giacinta (falso e abuso d’ufficio) e Domenico Fuoco (solo abuso d’ufficio). Per loro è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici, sulla quale il Gip, in questo caso Giuseppe Greco, ancora (benedica!) non si è pronunciato nonostante siano stati interrogati, per quanto se ne sa, il 28 gennaio scorso. Sono indagati anche l’ex direttore amministrativo Giancarlo Carci e l’ex direttore sanitario Mario Veltri, ma, come Scura e Cotticelli, sono entrambi in pensione. Vi rendete conto perché tutto quello che accade al porto delle nebbie è soltanto una pagliacciata?