Cosenza, quando Manna era stipendiato dai clan (solo) per le “soffiate”

Angelo Pugliese e Marcello Manna Foto tratta dal libro "Mamma 'ndrangheta" di Arcangelo Badolati

Quando sono arrivate le notizie che riferivano del crollo di Marcello Manna il commento a caldo ma anche a freddo è stato solo uno: era ora. O detto in calabrese: ca po’… Insomma è arrivato quando ormai Manna era ridotto al minimo del suo potere contrattuale e delle sue influenze. Azzoppato da altre inchieste, bruciato dagli amici, venduto forse anche dai clan. Era lo schema di Gratteri, ormai l’avevamo capito: arriva quando può. E a ruota anche quello della procura di Salerno, che proprio non poteva non condannare Manna beccato in flagrante mentre elargisce una mazzetta… 
Intanto come ripasso, tanto per far capire che le carte su Manna partono dagli anni ’90 ne avevo già scritto oltre che nel libro, Teorema Cosenza, su Iacchite’ (l’unico giornale – occorre dirlo stavolta – che me le ha fatte pubblicare anche perché ne aveva già scritto e riscritto), un vecchio articolo dove riporto un documento, un interrogatorio di un collaboratore di giustizia.

di Saverio Di Giorno

L’agguato a Michele Santagata del settembre del 2020 raccontava due fatti ben precisi. Nervosismo e ignoranza. Nervosismo come ha detto lucidamente lui stesso perché è evidente che chi agisce in maniera cosi sfacciata e spudorata senza il minimo calcolo è perché ha i nervi talmente a fior di pelle che non sa più come controllare quello che sta accadendo.

Ignoranza perché evidentemente pensa che il problema risieda solo nelle famigerate foto e negli audio, ma non coglie il contesto che intorno a lui, anzi a loro, è ormai cambiato. E lo si scrive ormai da più di un anno. Una delle maniere privilegiate di gestione del potere a Cosenza, ma non solo qui, è il dossieraggio. Intercettazioni, verbali, audio, video, tutto quello che non appare sulla stampa, o se appare è solo in due righe, viene conservato e quindi ognuno diventa controllabile. È un sistema di controllo che rende tutti prevedibili e alla peggio ricattabili e tutto si tiene in un sistema di specchi incrociati.

Un sistema tanto efficace, quanto pericoloso perché se appunto viene tolta una pedina o semplicemente se si passa il segno e qualcuno si rompe le scatole allora tira fuori tutto il materiale. È il caso di rispolverare qualche materiale, qualcuno vecchio e qualcuno inedito per mostrare appunto che le foto sono solo una parte e anche senza quelle Salerno (e se si decide anche Catanzaro) ha tantissimo materiale.

Delle “cantate” di Adolfo Foggetti si è scritto più e più volte con capitoli appositi. Meno note sono le cose fatte mettere a verbale da Bevilacqua nei primi anni del nuovo millennio. Ed era già molto chiaro. Pubblicate in un breve estratto in un’altra occasione è il caso di riprenderle ancora più ampiamente proprio oggi che dall’informativa del Ros è definitivamente emerso che Marcello Manna è stato fino al giorno del suo arresto, il braccio destro di Pittelli per “aggiustare” i processi ai clan di ‘ndrangheta (https://www.iacchite.blog/massomafia-in-calabria-marcello-manna-braccio-destro-di-pittelli-linformativa-del-ros/).

… perché con gli avvocati pure si fa per dirvi no! perché ognuno di loro tiene un avvocato di fiducia.

P.M.: e ce ne sono avvocati per quanto vi risulta che facevano…

Indagato: si! A quanto risulta a me io tengo… come vi ho già spiegato è Manna, l’accordo mio che avevo pigliato con gli zingari, cioè Manna doveva venire stipendiato, le persone che lo mettevano… lui d’accordo si… tutto a posto, io mese per mese ci davo una cifra, appena il discorso si ripigliava… che noi ci ripigliavamo a livello economico no!

P.M.: si.

Indagato: e quindi lui veniva pagato mese per mese più quando arrestavano a qualcuno poi si facevano normalmente la paga del processo… carte di documenti… però dico “pure che non abbiamo a nessuno in galera noi ti portiamo un tot al mese, perché se succede qualche cosa almeno…”e a lui ci sta bene, dice “però l’importante che lo sai tu ed un’altra persona” ci presento a Ninuzzu io…

P.M.: si.

Indagato: …ci presento, e quindi io con Manna ci tengo un bel rapporto, vi dico la verità, cioè vi ripeto… c’era problema di microspie…

P.M.: Ninuzzu è Bevilacqua…

Indagato: no, Abbruzzese Fiore.

P.M.: Abbruzzese Fiore, Fioravante.

Indagato: quindi vi ripeto, io ci avevo un bel rapporto cioè con Manna no! se c’era qualcosa per esempio… mi chiamava… dice “accorto alle microspie che stanno mettendo… mo ho saputo che stanno mettendo… stai accorto…” insomma mi teneva sempre pressato, a me specialmente, cioè vi ripeto, io… perché lui mi chiamava al telefono quando…

P.M.: e notizie dal carcere ve ne ha portate lui?

Indagato: no, no, noi abbiamo… noi notizie sue con lui abbiamo quelle di Patitucci ma a livello di saluti, perché mi diceva sempre che mi salutava… che ci teneva a me… quelle poche volte che vedeva a Patitucci, cioè le notizie erano… perché ancora non c’era nemmeno il motivo, non ce ne erano persone in galera che io dovevo mandare una imbasciata, poi se la dovevo mandare io non ne avevo problemi… per esempio noi non avevamo gente al 41 no!

Questo verbale rilasciato all’allora pm Facciolla insieme ad altri non circolarono molto e addirittura molte denunce, sebbene siano ancora attualissime, non sono mai state approfondite fino a quando – finalmente – non sono uscite fuori le dichiarazioni del pentito Santolla.

Infine come se tutto ciò non bastasse c’è la famosa relazione Lupacchini e l’insieme delle dichiarazioni e denunce rilasciate nell’ambito di quell’ispezione. Una cosa che non tutti sanno è che nonostante l’allora ministro Mastella l’abbia lasciata lettera morta sulla sua scrivania (e viene il dubbio che in questa scelta abbia pesato l’appartenenza massonica), è poi comunque arrivata a Salerno e pare che già all’epoca questa aveva iniziato delle attività nei confronti dei vari Luberto, Spagnuolo e dello stesso Manna. In quel caso si è riusciti a mantenere la cosa in maniera abbastanza riservata. Quindi i magistrati di Salerno non devono andare neanche troppo lontano.

Alla luce di tutto questo, per quanto le foto possano essere immediate anche a chi non ha la pazienza di leggere un articolo, siamo sicuri che anche facendole sparire tutto questo possa passare sotto silenzio. Siamo sicuri che bisogna guardarsi da chi scrive queste cose e non da chi queste cose le ha vissute, da una parte o dall’altra, subite e sa bene come funziona? C’è una montagna di inchiostro che riposa da troppo tempo e non aspetta altro che di essere letta.