Cosenza, quanti sono realmente i posti letto Covid e i sanitari contagiati?

di Francesca Canino

La Direzione aziendale dell’ospedale di Cosenza ha diramato negli ultimi giorni comunicati rassicuranti, sia in relazione ai contagi del personale sanitario, sia in ordine ai posti letto. I vertici dell’Annunziata hanno fatto sapere che sono stati riattivati i posti letto all’ospedale di Rogliano, aumentati quelli in Terapia intensiva (11 in più) e ripristinato integralmente l’assetto ospedaliero emergenza Covid-19. «La situazione al momento è sotto controllo, anche rispetto agli operatori sanitari», è stata la chiosa del secondo comunicato. Nel primo, invece, è stato riportato il numero del personale sanitario contagiato, in tutto quattro infermieri, un medico, un Oss e tre amministrativi «ma il contagio – si legge in conclusione della nota – è ricollegabile a noti focolai esterni all’Azienda».

Si può davvero stare tranquilli? I bene informati dicono altro e cioè che non c’è stato un aumento dei posti letto, quanto una riconversione di quelli esistenti, molti dei quali ormai occupati, mentre i contagiati sarebbero molti di più rispetto a quelli riportati dal comunicato dell’Azienda. Il laboratorio di Virologia che processa numerosi tamponi al giorno, a causa del sovraccarico di lavoro delle ultime settimane ha bisogno di tempi più lunghi per poter dare risposte agli utenti. Tra questi vi è anche il personale ospedaliero, che pur godendo di corsie preferenziali rispetto agli altri, deve, in questo periodo, fare i conti con tempi di attesa maggiori.

Viene da chiedersi se i sanitari sottoposti a tampone perché presentano i sintomi SARS-CoV2-19, mentre aspettano il risultato rimangono sul posto di lavoro o vengono mandati a casa. La carenza di personale ospedaliero non consentirebbe a nessuno di assentarsi, ma i casi sospetti potrebbero, se risultassero positivi, diffondere il virus tra le corsie. E sarebbe la fine. Il buon senso non manca di certo, mancano invece supporti al laboratorio di Virologia e si attende che vengano riattivati i laboratori di Corigliano-Rossano e di Castrovillari. Ovviamente con calma.