Cosenza, record di massoni all’Asp: il saccheggio dei fondi e l’asse Mauro-Lauricella ignorato per anni da Spagnuolo

Elenchi massoni: nessun ente batte l’ASP di Cosenza nelle affiliazioni

L’ex presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, per quanto sia stata poco credibile dal momento in cui ha “sopportato” gentaglia ammanicata (lo sanno anche i bambini) come don Magorno e Madame Fifì e non ha voluto aprire gli occhi su massoni deviati e conclamati che agiscono sfacciatamente, nella sua relazione risalente al 2017 inseriva un passaggio inquietante sulla città di Cosenza.

“… Per quanto riguarda la Asp di Cosenza – che nel 2013 ha avuto un accesso ispettivo ma non è stata poi commissariata – su 220 nominativi individuati presenti a vario titolo nella relazione conclusiva della Commissione di accesso, 23 persone risultano iscritte a logge massoniche…”. 

Ci siamo così interrogati su quanti dirigenti dell’ASP di Cosenza fossero inclusi negli elenchi massoni. Il principale protagonista è senza dubbio Raffaele Mauro, alias Faccia di Plastica, sostenitore del Goi da tempo, direttore generale dell’Asp di Cosenza chiacchieratissimo per tre anni e per certi versi grottesco. Per chi è nuovo di Iacchite’ ricorderemo soltanto la tragicomica vicenda della causa di servizio vinta per depressione e l’investitura a capo dell’Asp due mesi dopo.

Se proprio ci fosse qualcuno che ha ancora dubbi sull’appartenenza massonica di Mauro, vi raccontiamo un piccolo aneddoto. Tempo fa sul Bollettino del Goi o se preferite sulla Newsletter della circoscrizione calabrese della massoneria “ufficiale” appare qualcosa che riguarda direttamente il “fratello” Mauro.

Il Bollettino della massoneria pubblica un sentito ringraziamento a Mauro perché il direttore generale dell’ASP di Cosenza aveva dato il via libera ad una convenzione con un’associazione di “fratelli”, vale a dire la Salus et Virtus. con la quale approvava un progetto di odontoiatria sociale per gli iscritti, che godranno così di un laboratorio all’interno del quale potranno usufruire GRATIS dei servizi medici. Ecco l’articolo in questione.

E’ del tutto evidente che quando leggete “Fr…” o “FFrr…” ci si riferisce ai “fratelli” massoni, che hanno avuto un trattamento di tutto riguardo da parte di questo dirigente medico che non faceva certo mistero delle sue simpatie massoniche, le esternava e ne traeva – a quanto pare – grandissimo vantaggio se è vero – com’è vero – che è rimasto al suo posto per tre lunghi anni nonostante una gestione scellerata della sanità cosentina ed è stato dimissionato soltanto quando i “soliti ignoti” hanno scoperto le cimici della Dda nel suo ufficio e in quello dei suoi affiliati. E per chiudere il cerchio, ecco il frontespizio della delibera con la quale Mauro agevola i suoi “fratelli”. Della serie: Faccia Tosta più ancora che Faccia di Plastica…

Mauro ovviamente non è il solo che fa parte degli elenchi massonici, visto che all’interno dell’Asp – e solo tra i nominativi citati nella Commissione d’accesso del 2013 – ci sono 23 “fratelli”. Ma il grande massone è Giovanni Lauricella, capo assoluto dell’Ufficio Legale fino a poco tempo fa (oggi al suo posto c’è uno dei suoi “fratelli”, tale Giuseppe Brogno), vera e propria “eminenza grigia” degli affari della sanità cosentina, nonché strettamente legato da più vincoli con Mario Spagnuolo (oltre ad essere fratelli di loggia sono stati anche compagni di scuola!), il Gattopardo, procuratore capo di Cosenza, che lo ha coperto fino ad oggi, sempre insieme ai fratelli Gentile.

Giovanni Lauricella è stato il Grand commis dell’Ufficio Legale, l’uomo che non si oppose ai decreti ingiuntivi di Cedolia, l’uomo che ha dato 416 (!!!) incarichi legali a Nicola Gaetano per un ammontare complessivo di oltre 900mila euro, l’uomo del Cinghiale a Paola, colui che ha elargito milioni e milioni di euro attraverso i famigerati lodi arbitrali alle cliniche private e agli amici degli amici. Lauricella è anche l’avvocato che ha firmato la conciliazione legale con il giornalista Mario Campanella e poi ne ha chiesto la rescissione. Un atteggiamento di incredibile spavalderia, realizzato grazie alla connivenza della procura di Cosenza.

Dunque, ricapitolando: aumenta l’entità del contenzioso legale, lo stesso non viene correttamente determinato dall’Ufficio Legale e genera anno per anno sopravvenienze passive, cioè ulteriori perdite non preventivate. A titolo di esempio troviamo le transazioni per diverse decine di milioni di euro con SIFIN e Farmafactoring, quest’ultima firmata da un altro uomo del Cinghiale, Gianfranco Scarpelli nel 2014, e nonostante tutto ciò Lauricella è rimasto, fino all’ultimo giorno utile prima della pensione, nella carica di Direttore dell’Unità Operativa Complessa Affari Legali, uscito indenne persino dal processo nel quale era stato condannato dal porto delle nebbie ma solo per farci credere i fessi, prima di essere completamente “riabilitato” da coloro che tirano le fila del teatrino della giustizia cosentina. E prima della “botta” di stamattina, dovuta chiaramente al fatto che qualcosa si muove in altre procure e che il Gattopardo, a questo punto, doveva dare segni di “vita”… 

Altro capitolo è rappresentato dalle spese legali fuori controllo che costano all’ente oltre due milioni di euro l’anno e che interessano un gruppo molto ristretto di avvocati incaricati della difesa dell’Asp che soccombe ad oggi in ogni lodo arbitrale. Fatto interessante è che anche gli arbitri nominati dall’Asp nei numerosi collegi sono sempre gli stessi: avv. Nicola Gaetano, avv. Enzo Paolini, avv. Oreste Morcavallo, avv. Angelo Carmona, avv. Domenico Giugni, avv. Nicola Abele.

Tra questi emerge appunto l’avv. Nicola Gaetano, fedelissimo del Cinghiale, che, nel giro di due anni ha  incassato un corrispettivo per parcelle professionali di ben oltre 900.000,00, euro in aggiunta a tutti gli altri incarichi di difesa che lo stesso ha ottenuto e che matureranno per un importo quasi analogo a quello sopra riportato. Non solo Enzo Paolini, dunque.

Tornando ai massoni dell’Asp, tra gli altri, citiamo così alla rinfusa altri soggetti ritenuti vicini all’Istituzione come Ferruccio De Rose che, al tempo di Petramala direttore generale, immaginò di “curare con la psicologia” gli ammalati di tumore; ebbe modo così di “evadere” dai reparti ospedalieri e da rimpinguare le già folte schiere dei medici transfughi presenti sui Servizi Territoriali.

Immediatamente dopo, è da annoverare il dottore Angelo Gallo: già convenzionato con l’ASP di Cosenza in qualità di odontoiatra (dev’essere uno dei medici che fa parte di quel servizio di cui parlavamo prima), si ritrova attualmente a prestare la propria opera (?) al servizio “Controllo di Gestione”.

Dottore Mario Marino, Direttore del Servizio Ispettivo di Medicina del Lavoro, oggi addirittura responsabile della task force dell’Asp per il coronavirus fino al 1° novembre scorso (poi è andato in pensione e che pensione!!!), molto vicino a Carlo Guccione, grazie al quale ha incassato un sacco di “dollaroni” insieme ai suoi fratelli con il caso-limite degli straordinari d’oro (700.000 euro per non fare una beneamata!). I maligni dicono anche che svolgeva la propria attività ispettiva sui cantieri “suggerendo” alle stesse ditte oggetto delle ispezioni le remunerative attività di consulenza di amici e parenti. Ordinaria amministrazione.

Salendo di… “livello”, ci si imbatte nel dottore Giuseppe Curia. Si tratta di un veterinario il cui curriculum è composto da una paginetta occupata per lo più dai dati anagrafici e di cittadinanza; la sua posizione nella “associazione iniziatica e di fratellanza” è di grande rilievo, più di ogni altro “fratello” dirigente medico dell’ASP.

E che dire del dottore Romano Musacchio, già Direttore Sanitario dell’ASP, medico nefrologo, parente acquisito del direttore generale Mauro (Musacchio è infatti sposato con una delle sorelle della famigerata Cesira Ariani, compagna di Mauro).

I nominativi inclusi negli elenchi sono ancora tantissimi, non basterebbe un trattato… Riteniamo però di avere indicato i nominativi che più di ogni altro individuano le varie “categorie” in cui si potrebbero collocare i vari personaggi: dal poveraccio che “affiliandosi” riteneva di poter fare facile carriera, al faccendiere e profittatore che una volta raggiunto l’obiettivo prefissato svolge la propria funzione con spregiudicatezza ed impunita ignoranza ed arroganza. ASP di Cosenza “über alles”. Non c’è che dire. Chissà se queste storie interessano al successore della Bindi ovvero Nicola Morra. Ma dalle sue frequentazioni con rotariani e Cavalieri del Santo Sepolcro – per non aggiungere altro – abbiamo la netta sensazione che non arriverà neanche una sillaba. Povera Cusenza nostra!