Cosenza, revisori dei conti. Il cazzaro ci riprova con Andrea Manna, già “testa di legno” al Valle Crati

Il ragioniere Andrea Manna

Mario Occhiuto alias il cazzaro non si smentisce mai. Aveva solennemente giurato e spergiurato che al Consorzio Valle Crati, dopo la fallimentare gestione Granata, le cose sarebbero cambiate e invece andiamo di male in peggio. Il 28 dicembre 2018, alla chetichella, Occhiuto ha messo in condizione Granata di poter avere rinnovato per altri cinque anni il mandato di presidente, incurante di tutti i guai e di tutti i disastri che ha combinato. La trama, dunque, è sempre la stessa ovvero illegittimità su illegittimità.

A questo proposito, mai come oggi è opportuno ricordare una storia vecchia di qualche anno che riguarda la testa di legno che il cazzaro aveva individuato per il Consorzio Valle Crati e che, dopo appena un mese e mezzo, era scappata a gambe levate. Anche perché Occhiuto sta riproponendo la stessa “testa di legno” anche come revisore dei conti e domani capirà se il suo nome – comunque di un certo “peso” – riuscirà a fare il miracolo di ricompattare la raccogliticcia maggioranza che gli è rimasta. All’indomani della bocciatura di Tonino Daffinà da Vibo Valentia, particolarmente caro al fratello deputato. 

La “testa di legno” altri non è che il ragioniere Andrea Manna, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Cosenza, che nei suoi circa 90 giorni di permanenza al Consorzio, aveva travalicato di gran lunga il suo ruolo di delegato in seno all’assemblea consortile e guida temporanea in qualità di Comune capo bacino. Le competenze e la tempistica a lui assegnate dal mandato del sindaco Occhiuto erano chiare: convocare l’assemblea consortile entro 10 giorni per le elezioni del nuovo presidente. Ma naturalmente la testa di legno – telecomandata – si era guardata bene dal farlo.
Aveva addirittura nominato un Consiglio d’amministrazione: e con quali poteri ? E attribuiti da chi ? E chi avrebbe pagato ?
Non solo, ma il ragioniere Manna aveva anche avuto l’ardire di firmare un incarico legale per resistere contro i ricorsi presentati da tutti i Comuni contro il Consorzio per la ripartizione pro-abitante dei debiti del Comune di Cosenza. Quando sarebbe stata certamente opportuna una delibera assembleare, vista la vacatio di presidente e Consiglio d’amministrazione. E aveva addirittura nominato il RUP per il project financing relativo al finanziamento CIPE.
Avevamo consigliato al ragioniere Manna di non farsi depistare dai giocolieri del Comune di Cosenza che cercavano proprio un pollo come lui.
Alla fine il ragioniere Manna si è dimesso, appena ha capito che l’aria era cambiata. I sindaci dei comuni consorziati, svegliandosi dopo un lungo letargo, avevano rispedito al mittente la proposta del ragioniere Manna di fare una “transazione” con la Fisia, quella ditta che avanza 5 milioni dal Comune di Cosenza e che il suo predecessore Granata avrebbe voluto far pagare agli altri comuni. E finalmente, giunti a quel punto, il ragioniere ha capito che restare un solo minuto di più alla guida di questo verminaio sarebbe stato letale. 
A distanza di tempo, dunque, tutto è tornato come prima con il prode Granata contemporaneamente Custode Giudiziario e presidente del Consorzio Valle Crati e con l’inchiesta “Cloaca Maxima” del porto delle nebbie malinconicamente ferma ad un anno fa. Della serie: qui a Cosenza il Gattopardo (il romanzo o il film, fate voi) ci fa un baffo perché il vero Gattopardo, come tutti sapete, ce l’abbiamo in casa e nessuno ha il “coraggio” di mandarlo via. E quest’affermazione è così vera che oggi il cazzaro ripropone la stessa “testa di legno” con la fondata speranza di farla passare per architettare qualche nuovo colpo di genio nella sua squallida finanza creativa. Ma come diciamo a Cusenza unnè sempri Natale…