Cosenza, riapertura locali: chiarezza sull’emergenza e abolizione tasse comunali

Stamattina si è svolta davanti a Palazzo dei Bruzi la manifestazione pacifica dei ristoratori cosentini, che reclamano giustamente sostegno e chiarezza rispetto alle prospettate riaperture. I ristoratori hanno parlato con il sindaco e in settimana vedranno anche la presidente della Regione. Ecco, in sintesi, le loro rivendicazioni. 

Al di là delle disquisizioni economiche che comunque dipendono da proposte e richieste, le nostre battaglie, come operatori della ristorazione, sostanzialmente sono:

Nessuna responsabilità penale o civile, per i ristoratori, per eventuali contagi e comunque chiediamo chiarezza sulla attuale situazione sanitaria in città: se il virus è ancora presente ed è realmente un pericolo per la comunità, siamo disposti a rimanere chiusi per il bene di tutti, ma è compito delle istituzioni, in questo caso, metterci in condizioni di assorbire il danno, adottando una serie di misure necessarie: prolungamento della cassa integrazione e azzeramento dei costi fissi come l’affitto concedendo direttamente ai proprietari degli immobili un credito di imposta pari al 100% del totale delle mensilità, l’abolizione (temporanea) delle tasse comunali, regionali, e la sospensione, fino a  che la situazione non rientra, della bolletta Enel e del gas. Altrimenti diventa veramente impossibile, non vivere, ma sopravvivere. Questo lo capisce anche un bambino. Se non lavori non hai reddito, se non hai reddito non puoi fare la spesa ne pagare, fitto e bollette.

Se invece il virus non è più un problema per la Calabria, e quindi il rischio di contagio non c’è, al di là delle dovute accortezze igieniche che i ristoratori hanno sempre adottato, lasciateci lavorare in pace, aboliamo la distanza sociale, le mascherine, gli occhiali, le tute e altre cazzate, visto che siamo a “zero contagi”, anche perchè, diciamolo chiaramente, non possiamo lavorare con tavoli distanziati senza aria condizionata e vestiti come chirurghi nelle sale operatorie: tutto ciò porterebbe ad una riduzione drastica del fatturato, oltre a snaturare il nostro lavoro basato sul convivio.

E’ compito delle istituzioni, Comune, Regione, Stato, guidarci in questa fase, con precise indicazioni e le necessarie misure economiche per ammortizzare il danno, avviando un concreto percorso per arrivare alla riapertura totale di tutte le attività legate al food&beverage, che nella nostra città sono il cuore pulsante dell’economia.

Totò Trinni