Cosenza saccheggiata: 800 mila euro di danno erariale, nomine e compari

Cosenza saccheggiata, il cazzaro continua a fare “nomine” ai suoi compari

Venerdì 13 dicembre, tra due giorni, il cazzaro per eccellenza, primo ed inimitabile, Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e mezza Giunta comunale, unitamente a qualche ex dirigente da lui “assoldato” tra il 2011 e il 2016, dovranno rispondere di danno erariale per la modica cifra di 800.000 euro.

I fatti risalgono a quando Lucio Sconza “portava” in Giunta delle delibere per l’assunzione di dirigenti e staff del sindaco ed esattamente la n. 77 del 24/06/2011, la n. 78 del 24/06/2011 e la n. 22 del16/03/2015. Quelle delibere, secondo la Procura della Corte dei Conti, non potevano essere “assunte” e quindi “sono illegittimi gli emolumenti percepiti dai dirigenti e per questo dovranno risponderne chi ha deliberato, unitamente al Segretario Generale e al Direttore di Ragioneria dell’Ente”.

Bene, Mario Occhiuto, che ha sempre avuto un particolare ascendente per gli intrallazzi, ha continuato come se nulla fosse e a quei dirigenti “illegittimi” ha fatto sempre firmare migliaia di atti amministrativi che hanno condizionato la vita del Comune e dei cosentini. Certo, vige “il principio di continuità dell’azione amministrativa che è strettamente correlato a quello di buon andamento dell’azione stessa” e quindi la salvaguardia degli atti assunti, ma questo doveva essere di monito al sindaco e ai suoi sodali. Quei dirigenti non potevano essere “assunti” e il Comune rischia di “pagare” responsabilità legate ad azioni penali future, ma al cazzaro questo non importa e lui imperterrito continua ad aggiungere rovina su rovine, al danno si aggiunge la beffa. Occhiuto ha fatto fallire il Comune e i primi effetti si cominciano ad intravedere per i cittadini: mense per i bambini, stipendi per le cooperative e i dipendenti del Comune, una massa debitoria stratosferica che pagheremo vita natural durante.

Oggi il Comune di Cosenza attraversa l’onta del dissesto finanziario: tutte le nomine fatte, dirigenti, staff e Capo Gabinetto sono decadute ai sensi dell’art. 110, comma 4 del Testo Unico degli Enti locali che recita “Il contratto a tempo determinato è risolto di diritto nel caso in cui l’ente locale dichiari il dissesto o venga a trovarsi nelle situazioni strutturalmente deficitarie”.

Ma il cazzaro non si ferma mai e con lui trascina nel baratro tutti i cosentini. L’ultima chicca del sindaco di Cosenza è la nomina “a titolo gratuito” di Antonio Molinari, pensionato, già super dirigente alla Provincia di Cosenza e Capo Gabinetto di Occhiuto al Comune di Cosenza. La lettera di nomina porta la data del 18/11/2019 prot. 089809, dove si prevede il “rimborso delle spese, autorizzate e comprovate” per missioni o altro. Insomma il lupo perde il pelo ma non il vizio e insieme alla complicità del Segretario Generale (ah, se ci fosse stato quel gentiluomo di Ettore Petrolo sai quanti calci nel culo gli avrebbe assestato…) ha “confezionato” un’altra “boiata amministrativa” che rischia di aggravare la già precaria situazione finanziaria dell’Ente. Insomma Antonio Molinari, che era uscito dalla porta perché decaduto, è rientrato dalla finestra perché ripescato dal cazzaro.

La nomina, fatta ad una settimana dalla delibera di dissesto, è stata giustificata per l’enorme mole di lavoro a cui il Comune e il sindaco devono far fronte. Tutte le condizioni possibili e immaginabili però non giustificano la nomina.

Ma la cosa diventa più seria perché decine di Sezioni della Corte dei Conti, negli anni hanno condannato simili nomine fatte da sindaci avventurieri come Mario Occhiuto, e qualsiasi motivazione rischia di diventare un boomerang.

Una sentenza chiara molto recente della Corte dei Conti recita: “Dunque, pur comprendendo le istanze dell’Ente, deve ribadirsi che la disciplina generale in merito alla gestione del personale pubblico è informata e plasmata da principi sistematici tali che non consentono l’utilizzo di personale a titolo gratuito, quali quelli sopra espressi, legati alla tutela della dignità del lavoro e al rispetto della normativa generale in materia, oltre che alla necessità di evitare l’esposizione degli enti pubblici a rischi legali e di contenzioso e, quindi, finanziari per le ricadute sul bilancio in caso di soccombenza (cfr. SRC Campania n. 213/2015/PAR_9/11/2016 n. PAR/244/2016)”.

Una delle motivazioni previste nella “letterina” del cazzaro, è qui si sfiora il ridicolo, è la possibilità prevista dalla delibera della Giunta del Comune di Cosenza n. 77 del 24/06/2011 che prevede “la nomina del Capo Gabinetto” e di “collaboratori di comprovata fiducia e in possesso di specifici requisiti personali e professionali, potrà avvalersene, nelle forme di legge, a titolo gratuito, al di fuori della suddetta dotazione”. Peccato che la Delibera n.  77 del 24/06/2011 sia tra quelle “incriminate” e quindi nulla, per aver creato un danno erariale da 800.000 euro!

La Procura della Corte dei Conti, che ha da tempo aperto un fascicolo per determinare “la colpa o dolo del dissesto finanziario”, è già stata allertata e si dice che “questa ulteriore pratica si aggiunga alle altre”. Il cazzaro e i suoi compari sono ormai agli ultimi strepiti.