Cosenza saccheggiata, il “controsenso manciniano” e l’inaffidabilità del sindaco

Giacomo Mancini

Le domande che vorrei porre al sindaco!

di Matteo Florio

Mi perdoni sindaco, due domande:
La prima: in tutte le sue interviste e nelle sue dichiarazioni (specialmente quelle rilasciate durante le campagne elettorali), come gran parte dei politici nostrani, vede in Giacomo Mancini l’esempio da seguire e sostiene che Cosenza dovrebbe tornare al fasto di quei tempi.
Ora, in seguito alla dichiarazione di dissesto da parte della Corte dei Conti, sostiene che lei non ha alcuna responsabilità visto che le responsabilità sono da addebitarsi solo al passato.
Dato che i buchi più rilevanti derivano dal periodo targato “leone socialista” non reputa che quanto sopra sia un evidente controsenso e come giustifica la sua affermazione?

La seconda: nel momento del suo insediamento il Comune era già in fase di pre-dissesto ma, contrariamente al passato, grazie alla normativa che prevedeva la possibilità di riequilibrio dei conti degli enti pubblici gli è stata concessa la possibilità di accedere ad un mutuo per risanare i debiti.
Come giustifica la circostanza che la debitoria accesa è cresciuta in maniera esponenziale?

Infine, solo per chiarezza,
dato che è il piano di riequilibrio è stato depositato durante la sua consiliatura, dato che lo stesso è stato prima rigettato dal TAR e poi approvato dalla Corte dei Conti, accertato che, nonostante il monte passivo, il Comune continuava ad attuare l’approvazione di spese quasi come il Comune più virtuoso d’Italia, viste le contestazioni mosse dal TAR, con la dichiarazione di dissesto da ultima confermata dalla Corte dei Conti, non pensa che la magistratura contabile, quantomeno, non lo reputi credibile e affidabile?

E mi perdoni, una curiosità,
non reputa che affermare che il dissesto di un Ente pubblico non muta nulla in riferimento alla vita dei cittadini, sia asserzione quantomeno diseducativa?