Cosenza, il management dell’Asp: tutti al servizio della corruzione

(foto corriere della sila)

Il management dell’ASP di Cosenza: tutti al servizio della corruzione. Chi pensava che questa gente venisse “eliminata” da ogni organigramma in  virtù dell’inchiesta che ha portato al divieto di dimora per molti dei “soggetti” che descriviamo in questo articolo purtroppo si sbagliava di grosso, visto che hanno ripreso senza problemi i loro posti di “combattimento”. 

Il termine anglosassone management indica l’insieme dei dirigenti che hanno responsabilità gestionali in azienda o che comunque concorrono alla corretta gestione della stessa qualificandone l’immagine. L’attività consiste nella guida della gestione aziendale, attraverso la definizione delle strategie, alla definizione e al perseguimento degli obiettivi , all’assunzione delle decisioni sull’impiego delle risorse disponibili e, in particolare, delle risorse economiche, strumentali ed umane.

Detto questo, passiamo ad analizzare il management dell’ASP di Cosenza, che è stato incredibilmente confermato nonostante tutte le ben note vicissitudini e che solo adesso sarà costretto a gettare la spugna. Ecco la squadra che ha eseguito, comprese le dimissioni di Mauro, gli ordini del sistema corrotto del clan dei politici calabresi – nessuno escluso: da Adamo e Bruno Bossio a Oliverio e Pacenza, dai fratelli Gentile ai fratelli Occhiuto, tutti coinvolti in questo carrozzone che continua a macinare soldi, clientele ed illegalità “riciclando” denaro sporco senza soluzione di continuità.

Ma eccovi i profili dei “campioni” del magna magna cosentino. 

Francesco Giudiceandrea (divieto di dimora in Calabria), nominato direttore sanitario dal direttore generale Mauro su indicazione dell’allora vicegovernatore Franco Pacenza, vanta un curriculum paragonabile a quello di un neo laureato. Manca di qualsivoglia attività e/o esperienza di gestione e, in quanto medico legale, ha svolto solo le funzioni di presidente della Commissione Invalidi Civili di Corigliano. I bene informati affermano che, ad onor del vero, lo stesso Giudiceandrea avrebbe candidamente manifestato forti perplessità alla sua stessa nomina, ma il vicegovernatore Pacenza, per motivi personali e di geopolitica, lo avrebbe “obbligato” ad accettare senza opporre discussione alcuna. Pacenza aveva, quindi, bisogno non già di offrire all’utenza un capace direttore sanitario, ma di posizionare un suo fedelissimo che “controllasse” l’operato del direttore generale, già comunque appecoronato alle sue direttive!

Raffaella D’Alba, la moglie di Pacenza

Raffaella D’Alba, Sociologa e, soprattutto, moglie del vicegovernatore Franco Pacenza (!), viene inserita giusto nello staff della Direzione Sanitaria, senza alcun ruolo ben definito se non quello di…controllare se Giudiceandrea svolga diligentemente le attività di… controllo sul direttore generale. E infatti, il 10 gennaio, nello stesso giorno in cui si insediava il commissario, riceve l’incarico dirigenziale per l’Urp e la Comunicazione istituzionale, senza nessun ritegno di conflitti d’interesse o di opportunità politica. Un caterpillar.

Guglielmo Cordasco, Medico, lo citiamo in quanto viene scalzato dallo staff della direzione sanitaria giusto dalla signora Pacenza. Non lascia traccia alcuna del suo insulso trascorso operato,  riuscendo comunque a mantenere la presenza nel Comitato Etico dell’ASP e a continuare ad effettuare le economicamente vantaggiose e discutibili “prestazioni aggiuntive” di ecografia che vanno giusto ad aggiungersi alle prestazioni di… non si comprende quali… Ora è stato “ripescato” come coordinatore (non si capisce di cosa) allo Spoke Paola-Cetraro, dove continuerà a servire il padrone.

Luigi Bruno (divieto di dimora in Calabria), nominato da Mauro quale direttore amministrativo dopo un lungo e travagliato periodo durato circa cinque mesi, non riesce a nascondere il suo oscuro trascorso professionale presso l’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra D’Aiello negli anni in cui venivano perpetrate indicibili nefandezze nei confronti degli “ospiti” ricoverati. Il fosco Bruno non riesce a nascondere il suo essere asservito al volere di Mauro e, al pari del direttore sanitario, controfirma tutto ciò che il DG gli sottopone, senza un benché minimo confronto o contraddittorio o qualsivoglia espressione di minima “perplessità” sugli atti da adottare. Bruno non riesce a nascondere proprio nulla, neanche la sua personale ed ormai persa battaglia contro l’incipiente calvizie.

Ottotino Zuccarelli

Ottorino Zuccarelli, nominato da Mauro Direttore del distretto sanitario di Rossano, è sotto processo per truffa e falso in atto pubblico nell’inchiesta “Ippocrate” sui falsi invalidi e furbetti del cartellino. Frequenta la direzione generale dell’ASP con una certa spavalderia, vantandosi del ruolo determinante che avrebbe ricoperto nella nomina di Mauro conseguente al rapporto personale con il governatore Mario Oliverio, risalente alla condivisa competizione elettorale delle provinciali nel lontano 2009. Nell’ASP, l’inquisito Zuccarelli è dappertutto: nelle commissioni invalidi civili, nelle commissioni patenti speciali (anche se sub iudice, ma nel frattempo opera…), nel distretto di Rende, in quello di Rossano. E se ciò non bastasse, ci pensa direttamente il governatore Oliverio: ha fatto scalpore la nomina di Zuccarelli dalla Regione quale medico competente per la sorveglianza sanitaria del personale della Cittadella.

Pietro Filippo

Pietro Filippo, cognato (tuttora, salvo variazioni dell’ultim’ora) del magistrato Vincenzo Luberto e amico personale del DG Mauro viene confermato da quest’ultimo come direttore della fantasiosa ed inesistente struttura “Gestione Integrata Residenzialità Accreditata e non e Autosufficienza Cronicità/Fragilità”. E’ stato condannato in via definitiva per truffa e falso ideologico. Al pari di Zuccarelli, è nello staff della direzione generale ed è destinatario di un discutibilissimo risarcimento di € 100.000,00 per presunti danni da dequalificazione, che per fortuna è stato bloccato in tempo. Era stato anche nominato presidente della Commissione per la selezione dei candidati all’attesissimo concorso per 49 falsi invalidi, ma anche in questo caso l’operazione non è riuscita. Il Nostro è approdato alla ribalta delle cronache grazie all’apparizione a Le Iene nel ruolo – insuperabile – di professionista dei furbetti del cartellino.

Cesira Ariani, medico legale ed ex (?) compagna del DG Mauro, viene delegata da quest’ultimo quale presidente del Comitato Zonale per i rapporti con i medici specialisti e nominata nella commissione patenti speciali: è di fatto l’alter ego di Mauro. Interviene in determinanti decisioni, dalla stesura delle numerose versioni dell’atto aziendale alla rappresentanza dell’ASP nei rapporti con il Dipartimento Sanità della Regione Calabria.

Palla Palla e Antonello Scalzo

Antonio Scalzo, direttore della Medicina Legale e direttore sanitario reggente, già nominato direttore sanitario dal DG Petramala per intercessione della famiglia Nucci, molto vicina all’allora governatore Loiero, viene poi nominato dal DG Mauro direttore f.f. della U.O.C. Cure Primarie del Distretto di Cosenza; a breve distanza, Mauro è costretto però a revocare l’incarico per effetto di una sentenza del tribunale di Cosenza-Sezione Lavoro. Conseguentemente, viene attribuito a Scalzo l’incarico di coordinare la Commissione UVM (Unità Valutazione Multidisciplinare) che ha il compito di autorizzare l’accesso dei pazienti nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), queste ultime tutte gestite da privati. In effetti Scalzo è un esperto in strutture sanitarie private, risulta essere infatti il proprietario occulto (neanche poi tanto!) della clinica “Villa S. Pio” in quel di Dipignano, realizzata al tempo in cui era direttore sanitario con Petramala e di un poliambulatorio su Viale Parco in Cosenza. Nel curriculum, inoltre, Scalzo dichiara di essere stato nominato Direttore della U.O.C. Cure Primarie di Rende nel 2016 dal DG Mauro; in quel di Rende, Scalzo è l’alter ego di Zuccarelli.

Remigio Magnelli (divieto di dimora a Cosenza), Direttore dell’Ufficio del Personale, viene dal DG Mauro confermato nell’incarico, nonostante sia stato condannato in 1° grado ad 1 anno di reclusione per reati contro la Pubblica Amministrazione (abuso d’ufficio) nel processo per le autoassunzioni che vide come principale attore Michele Fazzolari che pensò bene di… autoassumersi! La legge Severino, ex ministro della Giustizia, obbliga gli Enti Pubblici a non assegnare incarichi dirigenziali a quanti siano stati condannati, anche con sentenza non definitiva, giusto per reati contro la P.A.: chissà se alla sede dell’ASP di Cosenza sia finalmente arrivato dopo anni il dispositivo della sentenza? Nel frattempo, per non saper né leggere e né scrivere, l’Asp gli ha riconosciuto persino i soldi del periodo nel quale non aveva fatto ricorso e lui era rimasto abusivamente al suo posto.

Francesco Laviola, medico responsabile prima della U.O.C. Programmazione e Controllo e ora di quella Tutela Anziani e Disabili nonché responsabile della “Anticorruzione e Trasparenza”, ufficio quest’ultimo già della dottoressa Silvia Cumino che aveva “osato” segnalare a Cantone  il caso Magnelli e…pertanto sostituita nell’incarico dal DG Mauro. Laviola, relativamente ai suddetti incarichi, non ha mai espletato un concorso, “vanta” un misero curriculum, ma al contempo una stretta amicizia familiare con l’ex vicegovernatore Franco Pacenza graditissimo anche al centrodestra dei suoi compari.

Giovanni Lauricella, avvocato Direttore dell’Ufficio Affari Legali, ora in pensione, era stato dal DG Mauro confermato nell’incarico nonostante l’inchiesta sull’autorizzazione ai 416 (!) incarichi all’avvocato Nicola Gaetano (il legale di Paola amico del Cinghiale, al secolo Antonio Gentile), nonostante il “caso” Campanella che vide lo stesso Lauricella firmare in un primo tempo l’atto di conciliazione e successivamente difendere l’ASP chiedendone la revoca e nonostante la transazione farlocca con il Gruppo iGreco a proposito della RSA di Caloveto.

Ebbene, tutto quanto sopra rappresenta il “management” dell’ASP di Cosenza! Riteniamo che tale pessimo esempio possa essere motivo di didattica presso la Bocconi o la Luiss alle giovani leve che un domani dovranno dirigere seriamente e con dedizione e legalità una qualsivoglia azienda del Paese, affinché possano comprendere quali siano le motivazioni che spesso inducono alla rovina una regione sebbene ricca di eccellenti intelligenze costrette ad esprimere il proprio talento ed onestà fuori dai confini della propria terra.

Il presidente della Regione Mario Oliverio e il dg dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro inaugurano il reparto di Medicina dell’ospedale di Rossano

Dovremmo concludere con Raffaele Mauro alias Faccia di Plastica, dominus incontrastato della sanità corrotta e depressa cosentina. Ma lo conoscete tutti… In ogni caso, è impossibile in questa sede non ricordare il caso che lo ha reso famoso in tutta Italia, proiettandolo alla ribalta del Corriere della Sera. A novembre 2015 vince una causa di servizio attraverso la quale il Tribunale di Cosenza lo dipinge come “depresso cronico” e due mesi dopo viene nominato direttore generale attirando – appunto – finanche l’attenzione del media più letto e famoso d’Italia… Raffaele Mauro è stato nominato direttamente da Madame Fifì – dalla quale prende ordini- col placet di Palla Palla e Tonino il Cinghiale. Proveniente dalla Balena bianca e dalla Cisl (si dice che un tempo sia stato addirittura misasiano…), ben presto si è convertito al Cinghialesimo e poi si è prostrato davanti a Madame Fifì e al di lei consorte Capu i liuni, che com’è noto fanno parte dello stesso clan, il cosiddetto e famigerato superclan dei calabresi.
Il dottore Mauro, che è uomo di mondo e “fratello” dei fratelli, ha capito l’aria che tira e non ha mai rischiato nulla, assecondando sempre il volere dei suoi “capi” fino all’ultimo… comprese le dimissioni…