Cosenza, Spagnuolo prepara il solito blitz anti spinelli: decine di ragazzini convocati in caserma

Devono aver annusato qualcosa di loffio che li riguarda in procura a Cosenza, e quando si sentono in pericolo, il Gattopardo si attrezza e ordina alla sua squadra, Cozzolino in testa sempre pronto a servire il suo padrone, di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica su fatti, intrallazzi e sbianchi di cui sono protagonisti e che, da qui a poco, potrebbero trasformarsi in qualche azione giudiziaria nei loro confronti.

L’aria è pesante in procura e questo per via delle tante inchieste in corso proprio sul procuratore capo (vedi Salerno e Perugia) Spagnuolo, e non solo. Inchieste che si aggiungono alle decine di esposti, e centinaia di denunce di cittadini che attendono da anni una risposta sulla mala amministrazione Occhiuto. Se a questo si aggiunge il maleodorante pentolone scoperchiato con il caso Palamara che annuncia risvolti clamorosi, l’aria diventa incandescente, e la prudenza di questo periodo per il Gattopardo diventa un obbligo.

Infatti va detto che il Gattopardo è già da un po’ che ha mollato Occhiuto, proprio per non essere accusato, così come dicono le indagini in corso su di lui, di aver insabbiato esposti e denunce a carico del sindaco e di avergli “abbonato” un sacco di reati. E prova ne è l’iscrizione al registro degli indagati della procura di Cosenza per bancarotta fraudolenta di Occhiuto. Una inchiesta che giaceva da almeno 4 anni nei cassetti della procura e che il Gattopardo ha riesumato, dopo aver capito che Occhiuto politicamente è finito, per scrollarsi di dosso l’immagine del protettore del sindaco. Fino a che ha potuto l’ha tenuta imboscata, ma la grave situazione giudiziaria di Occhiuto, precipitata con gli avvisi di garanzia della Dda di Catanzaro e di Roma, l’ha costretto, per opportunismo, a tirarla fuori. Non voleva essere l’unico a non aver fatto niente contro Occhiuto, benché in possesso di prove certe dei suoi intrallazzi.

Da allora l’aria, in procura, si è fatta giorno dopo giorno sempre più pesante, la faida tra magistrati finita con l’allontanamento di Luberto, Lupacchini e Facciolla, ha fatto capire al Gattopardo che il prossimo della lista potrebbe essere lui. Da qui il cambio di passo del Gattopardo che di coprire Occhiuto non ne vuole più sapere. Anche se ancora all’appello manca il caso Cirò, dove il sindaco è indagato, e non si capisce che fine ha fatto questa inchiesta.

E vista l’aria che tira, prima che arrivi la tempesta, serve qualcosa di eclatante per dare l’idea al cittadino di una procura efficiente che lavora senza sosta giorno e notte per la sicurezza del cittadino. Una specie di alibi per quello che potrebbe succedere. Un paravento per cercare di nascondere altro.

E che c’è di meglio della solita retata contro lo spaccio di spinelli in città? Come l’ultimo blitz di Cozzolino: 300 carabinieri mobilitati, elicotteri, unità cinofile, per notificare qualche divieto di dimora e obbligo di firma a decine di ragazzini usi a fumare spinelli. Ovviamente Cozzolino ha omesso nella sua retata di fermare anche i figli di alcuni magistrati, di un maresciallo dei carabinieri e di un dirigente della questura. Che come sanno i fermati (figli di nessuno) spesso e volentieri vendevano stecche da 20 euro di fumo ai loro coetanei ma di loro nell’inchiesta di Cozzolino non c’è traccia, eppure sono stati fotografati dal personale della mobile in appostamento, mentre cedevano stecchette di fumo ad altri ragazzi, a via Alimena, luogo di ritrovo di centinaia di giovani.

Ora Cozzolino vuole ripetere di nuovo quell’operazione per monopolizzare l’attenzione dei giornali sull’allarme droga e sviare così l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi interni alla procura. E com’è suo costume ha iniziato a convocare, da alcuni mesi, in procura e dai carabinieri decine e decine di ragazzini ai quali chiede: chi ti vende il fumo? Con chi ti fai gli spinelli? Mostrando ai ragazzi decine di foto raffiguranti altri ragazzi, dediti, secondo l’accusa, a vendere fumo in diverse villette cittadine.

La solita buffonata di Cozzolino che non può prendersela con i veri spacciatori e criminali della città, e se la prende con i ragazzini, giusto per far vedere che fa qualcosa. E per quanto vendere spinelli resta ancora un reato, c’è da dire che non sono certo due stecche di fumo il problema principale della città. Ma in procura la vedono così. La priorità per loro è uscire sui giornali e confondere le acque, in attesa che la tempesta passi.

Perciò cari fumatori e venditori di spinelli state attenti, perché a breve in molti potrebbero finire nella rete di quel togato di un Cozzolino.

P.S. per Cozzolino: chissà se questa volta anche i figli dei tuoi colleghi cadranno nella rete della Giustizia. Staremo a vedere.