Cosenza. Occhiuto, il dissesto e i clienti: tutte le buste paga dei raccomandati del cazzaro

La protervia di un potere separato dai cittadini e attento solo agli interessi di una ristretta corte. A Cosenza per anni si è assistito ad un penoso spreco di risorse pubbliche per foraggiare i clienti del sindaco Mario Occhiuto alias il cazzaro. Da quelli più “grossi”, che hanno occupato le stanze dei bottoni a Palazzo dei Bruzi fino a quelli che si sono presi gli affidamenti diretti e le determine con gli incarichi. Un giro di soldi impressionante.

A Palazzo dei Bruzi, in particolare, ci sono stati per anni sei dirigenti esterni nominati direttamente dal sindaco, tra i quali il nipote del procuratore capo della Repubblica (!!!), privi di requisiti di legge, che sono rimasti in carica nonostante altri dirigenti abbiamo vinto un concorso e siano stati reintegrati dal Tar, insieme a una pletora di raccomandati e papponi inseriti nello staff del sindaco Occhiuto con una spesa complessiva che superava il milione di euro all’anno.

Bene, come tutti sapete non c’è peggiore razza dei traditori e dei vigliacchi. E così a fine 2019, Mario Occhiuto, dopo avere imbarcato nella sua squallida nave tutta questa gente, è stato prontissimo a scaricarla in un battibaleno, sacrificandola sull’altare dell’ormai conclamato dissesto finanziario. L’ha dichiarato lui stesso, con una faccia di bronzo senza confini, in una memorabile seduta del consiglio comunale. Sì, Occhiuto non era per niente turbato dal dissesto perché il suo deretano non sarebbe stato neanche sfiorato. Questo il suo viscido virgolettato. “Se fossimo costretti a dichiarare il dissesto non ci sarebbe alcuna conseguenza pratica per i cittadini. Le aliquote fiscali sono al massimo già in predissesto. L’unica conseguenza sarebbe la rescissione dei contratti per staff e dirigenti esterni e uno stop a nuove assunzioni“. Capito quanto è generoso e magnanimo questo signore? Ci regalava le teste dei suoi clienti e raccomandati e ci diceva di non preoccuparci che tanto è… tutto a posto! Incredibile, ma vero.

Vediamo allora chi sono questi raccomandati e papponi, in maniera tale che i cosentini possano riconoscerli e almeno possano sapere i nomi di chi ha saccheggiato per anni e impunemente le casse comunali. Sono venti ai quali si dovrebbe aggiungere anche il capo di gabinetto, che però non si può proprio definire “cliente” visto che teoricamente potrebbe essere al servizio di chiunque e che quindi non aggiungiamo.

Venti papponi al soldo di Mario Occhiuto, che hanno gozzovigliato nelle stanze del Comune senza lavorare ma solo per lucrare un corposo stipendio a fine mese a scomputo della loro “fedeltà” politica, del loro lecchinaggio sui social e compagnia cantante.

Passiamoli in rassegna, allora, anche a futura memoria.

Nel 2017 i dirigenti esterni che sono costati di più ai cosentini sono stati Giuseppe Nardi (83.034 euro), Francesco Converso (82.313 euro), Giovanni De Rose (79.994 euro), Giampaolo Calabrese (il nipote del procuratore capo Spagnuolo alias il Gattopardo, 71.732 euro) e Mario Campanella (nominato a luglio 2017, 35.035). L’ultima arrivata, tale Angela Carbone (probabilmente architetto e proveniente dallo studio del cazzaro), ha “succhiato” soldi solo per pochi mesi.

Siamo in presenza di burocrati senza arte né parte, privilegiati solo perché leccano e hanno leccato il culo ad Occhiuto nel corso degli anni. A cominciare da Giuseppe Nardi, fannullone inutile e buono solo a firmare atti illegittimi, vecchio compagno di merende del cazzaro fin dai tempi dell’Udc, al quale è riuscito anche il “colpaccio” di piazzare la moglie alla Regione e di farsi dare anche lui in extremis un incarico da “attuatore del piano contro il dissesto… idrogeologico”, che sembra una barzelletta ma purtroppo è realtà. Giovanni De Rose, invece, è un soggetto molto più trasversale, un vero e proprio “Giuda” della politica, traditore nel senso letterale del termine come dimostrano tutte le “parrocchie” che ha saccheggiato: ex Udc, ex Ccd, ex Udeur, poi assessore con Morrone nel centrosinistra e poi forzista, ex Piercarlo Chiappetta… insomma un Campione del trasformismo, pronto a riciclarsi anche quando Occhiuto era stato fatto fuori e anche quando il suo regime finirà, diventato superdirigente insieme a Giuseppe Nardi (occhiutiano della prima ora, come abbiamo visto).

Francesco Converso

Francesco Converso è il successore della “buonanima” di Domenico Cucunato al quarto piano, colui che firma tutto il firmabile per parare il culo ad Occhiuto ed eventualmente per finire in galera al posto suo. Un ingegnere senza un minimo di dignità, piegato a 90 gradi al potere del cazzaro, fino al punto da mettere la faccia finanche ai disastri combinati con il manto erboso del “Marulla”.

Giampaolo Calabrese, nipote del procuratore capo Mario Spagnuolo, è stato l’uomo del giorno per diversi mesi nella città dei Bruzi. Non era mai capitato, almeno qui a Cosenza, che un organizzatore di concerti salito poi alla ribalta di “gestore-padrone” di un monumento pubblico come il Castello, diventasse addirittura dirigente comunale. E’ chiaro come il sole che il “figlio di mammà” di cui parliamo ha santi in paradiso molto importanti. E Calabrese, che della trasversalità e dell’ambiguità ha sempre fatto i suoi cavalli di battaglia, sapeva dove voleva andare a parare, stuzzicato anche da quel buffone di Mario Occhiuto.La mamma di Calabrese (che Dio l’abbia sempre in gloria) si chiama di cognome Ippolito, esattamente come la signora Edvige, sua sorella, la first lady del Tribunale di Cosenza ovvero la moglie del procuratore Mario Spagnuolo, che per tornare a Cosenza (nonostante tutti i disastri che ha combinato all’epoca di Franco Pino e dei pentiti) ha fatto carte false. Figuratevi la faccia di quel cazzaro di Occhiuto appena ha saputo della parentela… Ma il buon Calabrese ha anche parentele importanti da parte del padre, visto che siamo nel ramo dell’avvocato penalista Sergio Calabrese, tra i “baroni” indiscussi del foro di Cosenza, uno tra quei veterani che dopo la morte (violenta) di Silvio Sesti ha conquistato fama e potere. Insomma, Giampaolo, da qualsiasi parte si vuole guardare, era un predestinato nella sua nuova professione, ovvero quella di pappone e raccomandato a 71.732 euro all’anno.

Successivamente all’uscita da Palazzo dei Bruzi, Calabrese si è immediatamente “buttato” tra le braccia di Jole Santelli e anche dopo la sua dipartita non si è minimamente scomposto ed è stato “arruolato” nel carrozzone della Calabria Film Commission per mantenere il suo squallido “tenore di vita”. Quanto a Mario Campanella, tutto il suo ormai lungo percorso di leccaculismo al servizio del cazzaro si è tradotto in quello che cercava ovvero un incarico da dirigente con stipendio tabellare di 43 mila euro, che grazie alle rendite di posizione, salirà – come quello dei suoi colleghi – a circa 70 mila euro all’anno. Ce ne vuole di coraggio a fare guerra all’ASP e poi farsi assumere al… Comune, ma Campanella ne ha avuto sempre a sufficienza, visto che era tra quelli che davano da mangiare al Cinghiale e, come se non bastasse, condividevano lo stesso scifo. E sarà probabilmente anche per questo che oggi, per mantenere il suo “tenore (di vita)” s’è affiliato al clan di Smona Loizzo (porcaria…), alla quale sta facendo da “presentatore” per i penosi convegni sulla “città unica” da… pesta ca li mbacchia.

Passando allo staff del sindaco, siamo in presenza di stipendi più bassi (circa 2000 euro lordi al mese per un totale di 24 mila euro all’anno), che hanno rimpinguato le casse di soggetti imbarazzanti come per esempio la sorella di Jole Santelli, tale Robertina. 

Ma anche Luigi Vircillo, ex socio dell’assessore Succurro, che era finalmente approdato a quella poltrona alla quale anelava come un cane (di razza, beninteso) in cerca di padrone.

La storia di Vircillo è tipica da basso Impero. Nel momento in cui Occhiuto ha messo la sua socia tra gli assessori, il soggetto è stato “costretto” a vivere ai margini e, tra un lamento e un altro, dopo aver comunque incassato affidamenti corposi, ha chiesto e ottenuto di essere infilato dentro lo staff del cazzaro. Giunto il dissesto, si è lanciato su Jole Santelli, curandole la comunicazione in tutta la campagna elettorale e rimanendo nello staff fino a che non si è spenta. Poi ha cercato di inserirsi nella “banda” della sua ex socia Rosaria Succurro, nel frattempo diventata sindaco di San Giovanni in Fiore. Ma, una volta accertato che lo stipendio non era sufficiente per il suo “tenore (di vita)”, si è messo una fantastica idea in testa: diventare lo spin doctor di Carlo Tansi! E a quanto pare il suo progetto non solo è riuscito ma gli ha addirittura fatto incassare un contratto da “professionista” e persino l’accesso alle riunioni “private” con De Magistris. Poi. per fortuna, lo abbiamo “sgamato”…Ed  è tornato non solo dall’ex  socia ma adesso anche dalla famigerata famiglia paramafiosa de iGreco. 

E che dire della ormai leggendaria “patatina”, al secolo Eva Catizone? E del genio del nulla ovvero Geppino De Rose? Non c’è che dire, la corte dei miracoli del cazzaro è davvero rivoltante. E del sindaco di Rota Greca, Roberto Albano, vecchio lecchino mai domo e insaziabile della famiglia più cazzara di Cosenza? E di Luciano Vigna, ex camerata, “ladro di stato” ai tempi di Tesi e delle vacche grasse del sistema, ex vicesindaco e infine prima piazzato nello staff pur di raccattare ancora qualche soldo e addirittura beneficiato di una ulteriore determina di 22mila euro prima di abbandonare definitivamente la nave che affonda…?

Per dovere di cronaca, segnaliamo che in questo staff di papponi, hanno figurato anche Vincenzo Pezzuto, Emanuela Gagliardi, Federico Totera (in rigorosa quota Bar Due Palme), Marcello Falbo, Massimo Bozzo (non sappiamo se a titolo gratuito oppure se pagava… lui per stare lì) e Iole Perito.