Cosenza, verde pubblico innaffiato con le poche fontanelle comunali: nessun rispetto per la comunità

di Dimitry Reda

Scrivo questa nota non solo come associato “dell’Associazione Vitambiente”, ma anche in veste di Agronomo iscritto all’albo degli agronomi di Potenza.

Tempo fa avevo incentrato l’attenzione sulle potenzialità delle risorse idriche della nostra Calabria, risorse che non venivano sfruttate in modo adeguato, tanto che negli anni non si era proprio preso in considerazione il fatto che da queste risorse si potesse ottenere un beneficio enorme. Alla fine dell’articolo avevo citato alcune criticità nel gestire le aree verdi da parte della vecchia amministrazione Occhiuto.

Con l’insediamento di questa nuova amministrazione tutti abbiamo riposto qualche aspettativa di cambiamento, chi le tasse, chi la viabilità, e chi come me la gestione del verde, quel verde che ogni città moderna e rispettosa dei suoi cittadini dovrebbe avere. Ancor di più che anche a livello internazionale si è affermata la necessità di rivolgere una maggiore attenzione alla cura e alla conservazione della biodiversità in ambito cittadino.

Proprio la conservazione della natura in ambienti fortemente antropizzati con il recupero dei colori, degli odori, e con il loro forte potere ricreativo si rivelano indispensabili fattori per combattere lo stress, sia fisico che mentale, a cui ogni giorno viene sottoposto ognuno di noi. Essendo un assiduo frequentatore di Viale Parco, mi sono recentemente imbattuto in uno strano modo di irrigare i centinaia di metri di prato e fiori, con delle rondelle che spruzzano acqua in 1 metro quadrato, collegate tramite tubo allungabile alle “poche” fontanelle rimaste in funzione.

Pensare che un’amministrazione che si è insediata da sette mesi e ad oggi nell’imminente entrata del caldo estivo non ha manutenzionato le fontanelle, gli impianti di irrigazione, che sono stati progettati per irrigare quella superficie di verde, che apportano quella quantità di acqua che permette al prato di rimanere sempre verde, significa non avere rispetto del benessere della comunità che si amministra.

Mi sento di suggerire che una buona amministrazione oggi dovrebbe avere più attenzione per la “natura urbana”, dovrebbe destinare una parte del bilancio per la salvaguardia del verde (manutenzione e formazione del personale addetto), dovrebbe avere all’interno della sua squadra una persona che ha studiato la botanica, che conosce la fisiologia delle piante ed ha la giusta sensibilità che oggi è richiesta dall’Europa.

Se tutto ciò sembra impossibile, allora basterebbe stipulare dei protocolli d’intesa con l’Ordine degli Agronomi, con la facoltà di Agraria, che indirizzerebbero l’amministrazione su una buona gestione del verde pubblico.