Covid Calabria. 812 morti negli ultimi 6 mesi, prima regione per incremento percentuale del numero dei contagi (7%)

Calabria Covid 14 aprile

di Vincenzo Gallo

I ricoverati continuano a crescere e non c’è bisogno solo di nuovi posti letto effettivamente utilizzabili con personale ed attrezzature, altrimenti serviranno a poco, ma c’è necessità di ridurre la velocità di trasmissione del virus e di monitorare costantemente la sua diffusione, per non essere colti ancora una volta di sorpresa.

Con i dati di oggi appare ancora più assurda la decisione di rimanere una sola settimana in zona rossa e passare in zona arancione, dimostrando di aver capito poco delle modalità di diffusione del virus. Come ripete soprattutto Crisanti da mesi, in altri paesi come Australia e Nuova Zelanda non c’è stata nemmeno la seconda ondata e ci sono stati pochissimi morti.
Inoltre, come ha affermato la Merkel, non siamo di fronte ad una terza ondata, ma ad un nuovo virus con una variante inglese più contagiosa e letale, che colpisce anche i soggetti più giovani.
Oggi i ricoverati sono aumentati di 5 unità, sono 476, ieri 471.
I ricoverati in terapia intensiva 44, + 1.
I ricoverati nel complesso sono oggi 520. Il valore più alto nella seconda ondata, il 23 novembre, è stato di 482.

Soprattutto sono preoccupanti i nuovi ingressi in terapia intensiva, pari a 7, come ieri. Dal 3 dicembre, data dalla quale questi dati sono disponibili, 7 ingressi giornalieri sono il numero massimo finora registrato solo 3 volte.

Oggi per fortuna ci sono stati 417 guariti/dimessi altrimenti i dati sui ricoveri sarebbero stati diversi. In più ci sono stati altri sei deceduti che hanno raggiunto dall’inizio dell’epidemia le 916 unità e negli ultimi 6 mesi le 812 unità (135 al mese mediamente).
I nuovi casi in Calabria sono stati ancora oltre la soglia dei 500, pari a 540 contro il 577 di ieri. In Provincia di Cosenza 245 contro i 235 di ieri.
La Calabria è sempre la prima regione per incremento percentuale del numero dei contagi, che è vicino ora al 7%, con una media nazionale del 3%. Oltre il 5% ci sono sono 4 regioni oltre la Calabria, come emerge dal grafico della fondazione Gimbe.
E questo dovrebbe far aumentare la prudenza e le misure di contenimento della diffusione del virus.