Covid Cosenza. Fem.In.: “Dati falsati e niente tracciamento, all’Annunziata si muore in ambulanza”

COVID: DATI FALSATI E TRACCIAMENTO INESISTENTE
ALL’ANNUNZIATA SI MUORE IN AMBULANZA DOPO ORE DI ATTESA 

di Fem.In. Cosentine in lotta

Purtroppo molti, se non la totalità, di noi si è scontrata personalmente con quella che è la situazione al limite tra un macello e la Sanità calabrese, aggravata ulteriormente dalla nuova ondata di contagi. Sappiamo quanto si sia smosso a livello strutturale dall’inizio dell’emergenza sanitaria globale: ben poco.

L’Annunziata di Cosenza, unico ospedale HUB della provincia, annaspa, cercando di tamponare una situazione che, senza risorse umane e senza posti letto, non può essere gestita: nel Pronto soccorso di Cosenza mancano circa la metà delle unità che dovrebbero esserci, in tutto l’ospedale sono circa 300 i posti letto inattivi e altrettante centinaia le unità mancanti tra personale medico ed infermieristico.

È ciò che ci ricorda la stessa neo commissaria, Isabella Mastrobuono, la quale nella audizione avuta ieri in Commissione Sanità ha smesso di distribuire tranquillità ed ottimismo. A rendere ancora più drammatica e paradossale questa situazione, sono gli avvenimenti di questi giorni.

Il caso emblematico è quello di Rende. Il distretto Valle Crati si mostra ben allineato e schierato con la disorganizzazione del Distretto Cosenza-Savuto e dell’intera ASP di Cosenza. La zona del centro storico brulica di soggetti positivi e l’ASP, nonché le equipe da essa preposte, anziché procedere celermente con i tamponi e l’assistenza domiciliare, insabbia il tutto effettuando, alla buona, il tampone ad un solo componente per nucleo familiare, pur trattando tutti i membri di quel nucleo come soggetti Covid (con le nuove varianti si è quasi sempre sintomatici).

Questo cosa vuol dire? Oltre la situazione di incertezza e di abbandono che i positivi si trovano a vivere, gli stessi non appariranno nei bollettini ufficiali della Regione, dato che i tamponi gli sono stati prenotati solo per la fase di negativizzazione, generando di fatto positività mai esistite. Questo forse fa piacere al sindaco Manna che, con poca eleganza, si è mostrato silente ed insofferente in tutta la situazione emergenziale, specie con la cittadinanza rendese, tant’è che non sono più resi pubblici i dati relativi ai contagi da Covid-19 nel territorio comunale ed i centri vaccinali, menzionati qui e lì, sono stati fino ad ora quasi una leggenda. Non è solo un problema rendese, anzi, l’insofferenza e l’incuria delle amministrazioni sono accompagnate da azioni pubbliche di facciata. In previsione del fatto che prima o poi ad ognuno saranno riconosciute le proprie responsabilità, i/le politicanti corrono ai ripari per lasciare tracce ben visibili; pensiamo alla passerella dell’incontro avvenuto tra Manna ed il commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina. A questo punto chiediamo ad entrambi se sappiano o meno che non si effettua il tracciamento, volutamente.

Un esaltato Nino Spirlì, presidente f.f., si ritiene soddisfatto perché dal 12 la Calabria sarà zona arancione. Anzi, se ne dà anche merito, prendendo in giro i/le commercianti circa guadagni che non ci sono e non ci saranno neanche in zona arancione, ma specialmente mettendo a rischio la salute delle e dei calabresi, negando e sminuendo la situazione di estrema gravità. Forse sapendo di non aver fatto niente salvo ordinanze sconclusionate e rimpalli di responsabilità con la struttura commissariale, ora cerca di accaparrarsi in maniera irresponsabile un blando consenso popolare. Peccato che non siamo stupide e non accettiamo di essere uccise, che sia di Covid o di fame poco differisce, venendo tra l’altro anche strumentalizzate!

– Il grido al miglioramento risuona come uno schiaffo in faccia nei confronti di noi tutte e, ancor di più, nei riguardi di chi in questi giorni ha perso persone care all’interno di un’ambulanza, in fila da ore al pronto soccorso, senza poter far nulla.

– Il governo nazionale dal canto suo risulta essere incapace di vigilare e tutelare, in maniera colpevole, i cittadini e le cittadine calabresi, quasi come fossimo cittadini di un’altra nazione e la nostra condizione non li riguardi neanche da lontano. Forse lo si vuole negare, ma fuori da ogni confine della dignità umana in Calabria, ad oggi, si muore così.

– PER OGNI PERSONA DECEDUTA, PER OGNI POSTO LETTO NON TROVATO, PER TUTTE LE CURE NEGATE… AVETE LE MANI SPORCHE DI SANGUE!

– LO VEDIAMO BENE E LO GRIDEREMO ANCORA PIÙ FORTE DI PRIMA: SIAMO PRONTE A RIMOBILITARCI, IL TEMPO DELLA FIDUCIA È SCADUTO!