Crotone, il gip: “Sculco, colui che tutto move”

di Bruno Palermo

Fonte: Crotone News (https://www.crotonenews.com/)

C’è un dato politico importante all’interno dell’ordinanza che è costata il divieto di dimora al sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, all’assessore allo Sport e spettacolo, Giuseppe Frisenda, al dirigente Giuseppe Germinara, al delegato del Coni di Crotone e dirigente del consorzio Daippo, Daniele Paonessa, all’ex funzionario del Comune, Emilio Ape, e un avviso di garanzia all’ex assessore Salvatore De Luca e l’ex dirigente dei Lavori pubblici, Gianfranco De Martino.

Il dato importante politicamente è, secondo quanto scrive il gio Michele Ciociola, la partecipazione attiva alle vicende politiche di un deus ex machina. Lo stesso gip pone come discriminanti per la misura cautelare il pericolo di reiterazione del reato ed inquinamento delle prove.

Scrive il gip Michele Ciociola: «Dopo altre minacce (parla della conversazione tra Paonessa e la figlia ndr), spendeva un cenno per l’altro sindaco, quello denominato quale “vero” (verosimilmente il riferimento politico della giunta Sculco Enzo) che si sarebbe direttamente interessato alla vicenda per spegnerne il clamore e garantire una soluzione per tutti conveniente (cfr. “ti sto dicendo Paola, io se domani mattina non ho la lettera che ci fa entrare in piscina allora noi terremo fede alla nostra cosa, e succederà la fine del mondo, poi. … ma non penso che lo farà, perché il fatto che sia venuto e ci ha chiamato vuol dire che si sono confrontati e secondo me. … il sindaco vero … evidentemente, visto tutto il trambusto che si (incomprensibile) che non gli conviene, la. .. gli ha detto ma che cosa state combinando? E allora secondo me stanno cambiando qualcosa … “). Conversazione telefonica del 02.12.2018.

Continua il gip: «Quanto precede consente, dunque, di apprezzare quale non peregrine le valutazioni della P.G. che nella sua informativa sul punto deduce: “Tuttavia che durante la conversazione numero 25 del 02.12.2018, tra Paonessa e la figlia, il Paonessa ha usato le seguenti parole … ” … perché il fatto che sia venuto e ci ha chiamato vuol dire che si sono confrontati e secondo me. … il sindaco vero … evidentemente, visto tutto il trambusto che si (incomprensibile) che non gli conviene, la… gli ha detto ma che cosa state combinando? E allora secondo me stanno cambiando qualcosa … ” riferendosi a rigore di logica ad un soggetto diverso dal Sindaco Ugo Pugliese, visto e considerato che ha usato il termine “vero” per cui a parere di Paonessa sulla questione c’è stato l’intervento verosimilmente di Enzo Sculco, colui che com’è noto ha una influenza politica rilevante in questo Comune».

A un certo punto gli inquirenti registrano altre conversazioni in riferimento ad una fidejussione di 300 mila euro che il Consorzio avrebbe dovuto versare a garanzia.

Scrive il gip Michele Ciociola: «Non è dato sapere nello specifico cosa sia successo. Paonessa fa cenno alla figlia di un quid che il consorzio aveva dovuto accettare (“mentre ora purtroppo siamo costretti ad accettare qualcosa … questo è, va bene… ). È possibile che qualcuno abbia dovuto invocare l’ausilio della gloria di colui che tutto move. Non è dato sapere nemmeno questo. È dato tuttavia affermare il coinvolgimento di un colui che tutto move o, quantomeno, il tentativo di coinvolgimento di un colui che tutto move. Le ultime conversazioni in commento, difatti, attestano l’evocazione di Enzo Sculco (soggetto non indagato, preme precisare, nell’ambito del presente procedimento) che rappresenta l’universalmente riconosciuto referente politico degli amministratori pubblici coinvolti nell’inchiesta. Ebbene, in data 2.12.2018 il Paonessa, nel corso della già nota conversazione con la figlia, faceva riferimento ad una figura nemmeno troppo enigmatica, ovvero quella del sindaco vero. Questi, veniva indicato dall’indagato quale possibile risolutore del conflitto, conflitto che avrebbe potuto determinare un trambusto non conveniente. Se il nominativo del supposto colui che tutto move non trovava enunciazione esplicita in tale occasione, diversamente si registrava in altra conversazione della stessa data (cfr. progressivo 128 del 2.12.2018) intervenuta tra il Paonessa e tal Paolo (verosimilmente Paolo Barelli, dirigente della Federazione italiana nuoto, come desumibile dalla circostanza che l’utenza a lui in uso era intestata proprio alla Fin). I due, dopo aver discorso dell’entità della fidejussione pretesa dal Comune, entravano nel merito della guida politica della città di Crotone.

Il Paolo chiedeva se alla guida del palazzo comunale vi fosse una maggioranza di centro destra o centro sinistra. Al Paolo il Paonessa illustrava la riconducibilità del governo del Comune ad una lista civica. Il Paolo chiedeva al Paonessa chi fosse comunque l’uomo politico più influente della zona. Al Paolo il Paonessa indicava la persona, pur priva di formali investiture amministrative, di Enzo Sculco (” … si è lui che gestisce … cioè lui non è al coso però è lui che muove … muove tutto“). Al Paolo il Paonessa chiedeva un’intercessione verosimilmente presso l’indicato uomo politico (“se tu riesci ad arrivarci … in giornata è meglio”). Il Paolo chiedeva delucidazioni al Paonessa (“non ho capito arrivare a chi, arrivare a questo?”). Al Paolo il Paonessa ribadiva verosimilmente il concetto (“!! questo qui”). Al Paolo il Paonessa prometteva interesse e chiedeva di mandargli un messaggio, forse con un contatto telefonico (“e mo mi informo chi è? Mandami un messaggio adesso sono in macchina”). Dopo due giorni (non il giorno della precedente chiamata) il Paonessa chiamava il Frisenda cui, dopo aver illustrato di aver sentito nella mattinata Paolo Barelli (chi scrive non sa se si tratta di nuovo contatto o di quello precedente postdatato), chiedeva proprio il recapito telefonico di un dato Enzo la cui identità un sempre sorridente Frisenda lasciava intendere di aver compreso.

Stralcio della conversazione telefonica del 04.12.2018

“Paonessa: Ehh ….. Giusè

Giuseppe F: Eh Danie dimmi?

Paonessa: Mandami un whatsapp con i recapiti di Enzo …

Giuseppe F: Di Enzo chi?

Paonessa: Enzo chi? … hai capito chi..

Giuseppe F: (ride) eh va beh

Paonessa: Perchè ho parlato con Paolo Barelli questa mattina per il fatto della polizza, mi ha detto …. ehhh ..questi sono pazzi sta polizza di 300.000 mila euro a che cosa serve?”».

In ordine al rischio di reiterazione del reato da parte di alcuni indagati e a supporto della misura cautelare il gip scrive: «Tra le tante captazioni agli atti ve ne sono di alcune non oggetto di considerazione nella richiesta di misura. Ci si riferisce a conversazioni intrattenute direttamente da quello che nella vicenda della piscina si immaginava potesse aver avuto un ruolo nella gestione occulta della vicenda e nella eterodossa composizione degli interessi in conflitto, composizione sul cui altare si immolava a più riprese la legalità. Nel dettaglio emerge che il padre politico della compagine di governo cittadino, il vero sindaco, colui che tutto move … Enzo Sculco si interfacciava con almeno tre assessori (Frisenda, Gentile e De Luca) per dettare tempi e contenuti della relativa attività amministrativa».

A supporto di ciò il gip annota l’intervento di Sculco presso due assessori per fare lavorare una persona. «Non è sconosciuta la modalità per favorirne l’attività lavorativa … (cfr. del 10.12.2018, relativo a conversazione tra Gentile Sabrina e Sculco Vincenzo). A tal fine Sculco prima interpellava la Gentile, cui perorava la causa del suo pupillo da eleggere, come nell’anno precedente, a destinatario di favori (“poi a Franco fagli fare quello che ha fatto l’anno scorso… ma l’illuminazione lì davanti che usciva auguri”). Una volta appreso che questa era estranea (“E non gliel’ho fatto fare io l’anno scorso, lo ha fatto con Giuseppe”), interpellava il fido Frisenda (conversazione tra Frisenda Giuseppe e Sculco Vincenzo) cui, con fare inequivocabile, raccomandava la causa del suo protetto (”senti ti volevo dire, ma a Franco perchè non gli fai fare gli dici a Sabrina …. E digli a Sabrina di farlo, proprio con Franco, mannaggia, non fatemi intervenire a me …. Franco merita, voi lo sapete … “). Il Frisenda rivendicava orgogliosa autonomia decisionale (“si, si adesso sono qua con lei stavamo discutendo proprio di questo … che ho già visto Franco e ho detto che entro domani gli faccio sapere … come no … ci mancherebbe …. “)».

E poi aggiunge il gip: «Se nel corso di tali captazioni si discorreva di questioni di poco conto (verosimilmente luminarie per un dato evento in prossimità delle festività natalizie), ben più inquietante è l’interesse dello stesso soggetto per attività ben più seria come quelle legate al piano strutturale comunale (conversazione tra Sculco e De Luca).  Quanto esposto, dunque, tradisce un modus operandi non solamente occasionale e non solamente legato ad una data vicenda amministrativa. Luci, piscina, pianificazione edilizia … il metodo clandestino e parallelo (recte, collusivo) sembra il medesimo. Tanto non può che spiegare effetti in ordine al rischio di reiterazione che si palesa quale in realtà immanente. Fintanto l’amministrazione vivrà di questo doppio binario la distanza dal lecito è dato presumere. È dato presumerla a prescindere dai singoli burattini, se il burattinaio resta il medesimo. In altri termini le dimissioni del De Luca, l’intervento della Sperlì in zona Cesarini al posto del Germinara… non cambiano il pluriennale canovaccio, con inevitabili conseguenze in ordine alla presunzione di riedizione di analoghe condotte criminose. Per tutti gli indagati ricorre altresì un concreto pericolo di corruzione delle indagini, specie chi ancora risulta a vario titolo presente nel palazzo comunale. Diversi i soggetti ivi operanti che potrebbero influire su dati documentali ancora da acquisire (magari nel corso dell’esecuzione del presente procedimento».