Dal nastro a Forza Italia Viva. Il disperato Renzusconi bis

di Wanda Marra e Gianluca Roselli

Fonte: Il Fatto Quotidiano

C’è stato un momento, un anno fa, in cui i rapporti tra i due erano inesistenti. “Renzi mi ha profondamente deluso. Non ha la stoffa…”, andava dicendo Silvio Berlusconi, dopo aver varcato grazie a lui la soglia proibita del Nazareno.

Invece ora tra i due il rapporto è ripartito alla grande. Si parlano e si sentono. In un primo momento tramite Gianni Letta. Poi anche direttamente. Il Renzusconi, dunque, è vivo e lotta insieme a noi. O comunque i due lasciano intendere che lo sia. Fanno asse, si mandano segnali di fumo, salvo smentire tutto quando vengono richiamati all’ordine dai rispettivi alleati. L’obiettivo, raccontano bene informati nel mondo renziano e in quello del centrodestra, è fondere i due partiti, dopo le Regionali. L’unione di due debolezze, si potrebbe dire. Ma anche un progetto che il fiorentino accarezza da sempre, fin da quando scalava il Pd: prendere l’eredità di Silvio, conquistarsi i suoi voti moderati.

Intendiamoci, non tutti in Forza Italia e in Italia Viva ne sono consapevoli. E neanche sono tutti d’accordo. Ma le Regionali per entrambi rischiano di essere un bagno di sangue. L’unica regione, per esempio, dove FI può sperare di tenere è la Campania. Ma Vincenzo De Luca stravincerà e i berluscones non potranno nemmeno contare sui voti della famiglia Cesaro. Il passaggio a Palazzo Madama del forzista Vincenzo Carbone, molto vicino Giggino ’a purpetta, a Italia Viva viene letto proprio come un disimpegno della famiglia in quella terra: si guarderà altrove. E sempre in Senato altri due forzisti sarebbero in procinto di passare coi renziani. Qualcuno punta il dito su Lady Mastella (Clemente alle Regionali appoggia De Luca), ma lei per ora smentisce: “Resto dove sono”.

Spiega una fonte forzista, “dopo le Regionali il nostro partito imploderà: una parte di noi passerà con Salvini, ma gli altri, con Letta e lo stesso Silvio, finiranno dritti a fare un nuovo partito con Renzi”. O comunque “rimarranno in una Forza Italia ridotta e alleata di Italia Viva”, a sostegno di “una nuova maggioranza, magari guidata da Dario Franceschini”. Con il capodelegazione, Renzi ha ripreso i rapporti, tramite Ettore Rosato. Ma lo scenario più probabile è che resti premier Giuseppe Conte, visto che nelle ambizioni di “Dario” sembra esserci solo il Quirinale. E visti anche i buoni rapporti tra “Silvio” e “Giuseppi”. Ancora una volta, Renzi si vuole porre come ago della bilancia e come salvatore della patria. In autunno, quando le cose per il governo potrebbero mettersi male, sarà lui a garantire l’allargamento della maggioranza necessario ad andare avanti. I passaggi sono attesi non solo da Forza Italia, ma anche dai Cinque Stelle.

In questa chiave andrebbe letta, assicurano alcuni, l’intervista di due giorni fa dell’ex Cavaliere a Repubblica. “Se in questo Parlamento si creassero le condizioni per una maggioranza diversa…”, eccetera.

Ma l’operazione Renzusconi bis, dopo i fasti del Nazareno con Renzi premier, va puntellata, anche dal punto di vista giudiziario. Perché Berlusconi “va fatto digerire” ancora una volta al Pd e alla sinistra, e magari – hai visto mai – pure ai pentastellati. Così, guarda caso, spunta fuori proprio ora, grazie al Riformista di Alfredo Romeo e Deborah Bergamini e a Quarta Repubblica, la registrazione delle parole dell’ex giudice di Cassazione Amedeo Franco che tentano di “assolvere” l’ex premier dalla condanna del 2013 per frode fiscale e ad avvalorare la tesi della persecuzione giudiziaria nei suoi confronti. Insomma, bisogna ricostruire una verginità a Silvio. “Non tocca a me giudicare, ma politicamente ho il dovere di dire che non può essere ignorata la richiesta di fare chiarezza su una vicenda che coinvolge un ex presidente del Consiglio”, le parole di Renzi sul tema. Nel frattempo, l’ex premier è tornato a parlare di legge elettorale in senso maggioritario. Col Pd a ricordargli che invece “aveva sottoscritto un accordo per il proporzionale”. Con le sue percentuali di oggi, Iv non si può permettere un proporzionale e con sbarramento al 5%.