Denis Bergamini 30 anni dopo: la rabbia è sempre la stessa

Denis Bergamini segna il suo ultimo gol in Cosenza-Licata allo stadio San Vito

Oggi pomeriggio ricorre il 30° anniversario dell’omicidio di Denis Bergamini. Il calciatore del Cosenza fu attirato in una trappola mortale dalla sua ex fidanzata Isabella Internò e ucciso dai suoi complici, che ormai conosciamo.

Denis è stato ucciso perché non voleva più saperne di quella ragazza (oggi donna matura e maritata allo stesso poliziotto accecato dalla gelosia per Denis 30 anni fa) e lei, spietata e senza scrupoli, ha messo in moto la macchina per farlo ammazzare.

La giusta vendetta di una donna abbandonata è sempre non violenta, è molto meno sincera e grezza di altre violenze, più subdola e fine, nel 99% dei casi consiste nel far dimagrire a vista d’occhio tutti gli amici, ancor di più se intimi, dell’egoista che l’ha abbandonata… Ma se proprio una donna deve uccidere un uomo, allora “usa” un altro uomo, il senso dell’onore o questa roba che gli esseri spermantici chiamano sentimenti.

Lo diceva la stessa Isabella alla moglie di Lucchetti, Tiziana Rota, appena dieci giorni prima della morte di Denis, incontrandola in una pasticceria di Commenda di Rende.

“… Io lo voglio mio. Piuttosto che saperlo di un’altra preferisco che muoia…”.

Dopo tre decenni di lotte inutili, oggi siamo a un passo dal toglierle le maschera, siamo a un passo dal farle pagare ciò che ha fatto. I giudici collusi e corrotti e i servi dello stato deviato non possono più proteggere questa orribile “mantide”. Più brutta dell’animale che rappresenta in tutto e per tutto.COPERTINA1 Non c’è bisogno di aggiungere altro se non il ricordo risalente a qualche anno fa ma che è sempre attualissimo di Donata, la sorella di Denis, che per noi cosentini deve rappresentare la nostra coscienza critica. Sempre.

Fino a quando quelli che l’hanno ammazzato non pagheranno le loro colpe. Fino all’ultima goccia.

17-11-1989
tutti in attesa del derby Cosenza-Messina, nessuno avrebbe mai immaginato quello che sarebbe accaduto il giorno dopo, neppure i “NON VEDO-NON SENTO-NON PARLO” pensavano che dopo tutti questi anni tu fossi ancora fra noi.
Corri cavallo della giustizia, siamo tutti qui ad attendere quella verità già scritta del tuo fantino.