Depurazione, la Finanza acquisisce documenti all’impianto di Rende

Ieri mattina la Guardia di Finanza ha fatto visita all’impianto di depurazione consortile delle acque reflue di contrada Coda di Volpe a Rende.

Si tratta di quell’impianto, attualmente gestito dalla General Construction per conto del Consorzio Valle Crati, finito più volte alla ribalta della cronaca per le modalità con le quali è stato mantenuto “in vita”.

E’ del tutto evidente che la visita della Finanza faccia seguito ad una denuncia o nei confronti del Consorzio Valle Crati o della General Construction. I finanzieri hanno acquisito documentazione cartacea e non è escluso, anzi è molto probabile, che si stiano interessando della cosiddetta “gara del secolo” ovvero dell’appalto per l’affidamento in project financing a gara unica della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva per l’adeguamento tecnologico e funzionale delle opere di collettamento e dello stesso impianto di depurazione consortile. Ma anche della gestione tecnica ed operativa del servizio di depurazione e collettamento dei 26 comuni facenti parte dell’agglomerato Cosenza-Rende.

Un appalto decisamente imponente: 35 milioni per la realizzazione delle opere ma soprattutto 13 milioni all’anno per la gestione delle acque reflue (per un totale di 15 anni come da bando di gara) con tariffe da capogiro.

Un bando che è finito nella lente di ingrandimento della politica, della magistratura e anche del giornalismo, visto che è stata “La Provincia”, prima dell’avvento del gruppo iGreco, a sollevare il polverone di questo bando di gara, probabilmente illegittimo e sicuramente studiato e cucito su misura per far vincere la stessa azienda alla quale era stato affidato prima in custodia dalla procura di Cosenza (era sequestrato, ma per modo di dire…) e poi direttamente dal Consorzio Valle Crati. Una procedura studiata appositamente per facilitare, poi, la vittoria nella gara d’appalto.

Maximiliano Granata
Maximiliano Granata

L’uomo di Alfonso Gallo, il patron della General Construction, è certamente il presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata, il quale ha prima agito di fino con la procura di Cosenza (sua moglie Lucia Angela Marletta è giudice penale al Tribunale) per consentire l’affidamento in custodia all’azienda napoletana. E poi ha assegnato con l’autorità della sua carica l’impianto alla General Construction, con la “promessa” della vittoria facile facile nell’appalto.

Già nei mesi scorsi molti Comuni, tra i quali quelli di Castrolibero e Montalto, ma anche la stessa Confindustria, hanno avanzato serie perplessità sulla regolarità del bando di gara. La procedura è comunque andata avanti, ha portato alla presentazione di due offerte e infine all’apertura delle buste con lo scontato successo di Alfonso Gallo.

L’azienda sconfitta ha anche presentato ricorso al Tar senza successo. Tuttavia, nonostante tutte queste corsie preferenziali, la Regione non ha dato il via libera all’indizione della Conferenza dei Servizi, che era stata prevista per il 2 dicembre scorso.

Ora la novità della visita della Finanza.

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Alfonso Gallo, come abbiamo scritto più volte, fa parte della stessa squadra di Luigi Matacena, l’altro imprenditore napoletano che era stato individuato dalla politica come vincitore del mega appalto per Calabria Verde. Non è proprio difficile abbinare i due mega appalti e smascherare gli interessi inconfessabili di queste lobby di potere.

Vi terremo informati sugli sviluppi di questa brutta storia. Come sempre.