Diritto all’aborto a Cosenza? Ci risiamo: il primario Morelli rema contro

Niente è cambiato sull’aborto all’Annunziata, e il primario Morelli sta apertamente osteggiando chi vorrebbe solo esercitare un proprio diritto.

Diritto all’aborto a Cosenza? Ci risiamo.

di Fem.In. Cosentine in lotta

Ad agosto, dopo che l’unico medico non obiettore si era dichiarato obiettore, il servizio di interruzione volontaria di gravidanza era stato sospeso, negando a tutti gli effetti un diritto sancito dalla legge.
A seguito delle proteste che abbiamo messo in campo e della pressione costante nei confronti dell’AO, la soluzione tampone da parte della direzione è stata quella di affidare, dopo una manifestazione di interesse, il servizio alla dott.ssa Russo, che come libera professionista dovrebbe effettuare due accessi a settimana per permettere alle donne di abortire.

Oggi, ci scontriamo, per l’ennesima volta contro il sistematico ostruzionismo che la direzione del reparto di ginecologia attua nello svolgimento del servizio di Interruzione volontaria di gravidanza.

Il Dott. Morelli, primario del reparto e fervido obiettore di coscienza, fa di tutto purché sia difficoltoso e poco lineare per le donne abortire. Da quando il servizio è stato ripristinato, ad agosto, non si è mai svolta una riunione di organizzazione, né il primario si è mai impegnato in una ricognizione del personale non medico non obiettore.
Come conseguenza, le donne che scelgono di abortire, vengono spesso affidate alla buona volontà di chi si trova ad assisterle, senza che vi sia una reale strutturazione del servizio che riesca a garantire accessi rapidi e prestabiliti.

Ma quanto potere può avere un primario per permettersi di ostacolare un diritto?
Evidentemente molto, perché la realtà dei fatti è che aldilà delle scelte morali discutibili, il dott. Morelli dovrebbe organizzare il reparto di Ginecologia di un OSPEDALE PUBBLICO in modo tale da garantire tutte le prestazioni previste dalla legge, anche quelle di IVG.

Quello che pretendiamo è personale medico e non medico non obiettore dedicato e autonomo per quanto riguarda la gestione del servizio di IVG. Non soltanto un medico precario, ma un’equipe che possa sempre garantire le prestazioni, perché che qualcuno lo voglia o no, abortire è un diritto, non un favore.