Divus Marius. Dalla divinizzazione alle esternalizzazioni (di Enza Sirianni)

Dalla divinizzazione alle esternalizzazioni

di Enza Sirianni

Dopo avere subito un’indigestione di peana, osanna, cori celebrativi per il premier Draghi, oggi, se qualcuno aveva dubbi sulla sua programmazione mentale, dovrebbe quantomeno cominciare a porsi delle domande.

Vada per la narrazione dell’incompetenza del governo Conte che, in effetti, non ha brillato per efficienza e soluzioni. Vada per la necessità di fare in fretta in quanto, entro fine aprile, dovranno essere presentate le versioni finali dei progetti relativi al mitico Recovery fund.

Erano questi o no i motivi principali della sostituzione di Conte, indecisionista e costretto alla resa dopo lo sgambetto di Renzi che tiene in pugno ancora il Pd e, su pressioni esterne, i governi?

Ma bersela sulle intenzioni di Draghi che, a ben vedere finora, non si è discostato dalle stesse linee dei dpcm del suo predecessore, è da stupidi. Giacché, pensiamo che i giornalisti ai piedi del Divus Marius, non lo siano, dobbiamo concludere che i vari “repubblicani”,”corrieristi,”stampisti” e tutta la categoria prostrata alla Statua, abbia solo un unico vero problema: portare un ottimo stipendio a casa, assicurarselo e vivere al riparo, nella Candida rosa dei beati in alto, su in alto, lontano da inferni e purgatori affollati dalla maggior parte degli italiani.

Lasciamo stare le ultime nomine di Draghi che non parla, agisce. Non muove muscolo, non si notano neanche movimenti palpebrali.
Pochi discorsi, il primo alle camere copiato, in alcuni passaggi, da un saggio di un economista dichiaratamente liberista, Francesco Giavazzi, colpa dello staff, del Divus, se plagio vi è stato, incaricato di preparare il discorso. Vi è un dettaglio non irrilevante, però: il professore Giavazzi, di fede rigorosamente bocconiana, è stato nominato consulente economico di Palazzo Chigi.

Sorvoliamo sulla nomina di un militare, il generale Figliuolo, al posto di Arcuri. Un altro espertissimo che dovrebbe risolvere il problema della logistica vaccinale. Per il momento la macchina procede con le ruote a terra, tra inceppi e falle varie.

E che dire della nomina a Ministro della Transizione ecologica a Roberto Cingolani, ex manager di Leonardo, partecipata italiana nei settori della difesa, aerospazio e sicurezza? Restiamo in ambiti, per così dire, militari che non ispirano a conversioni ambientaliste. Sappiamo bene che gli affari più redditizi nel pianeta, provengono dalle industrie delle armi e annessi e da quelle dei farmaci. Non si conoscono predatori insaziabili, lasciare la preda ai più giovani, quelli che verranno dopo.
Tutt’al più potranno lasciare lo scheletro, che notoriamente è spazzato via dai sotto predatori quali iene, sciacalli, avvoltoi.

Ma, indubbiamente, la prova che l’avvento di Marius ha una direzione precisa, in senso contrario a quella del bene comune, è l’affidamento del supporto tecnico alla definizione dei progetti del Pnrr (Recovery plan) -precisazione del Mef- ad una società esterna, americana pure: la McKinsey. Le esternalizzazioni, saltano le risorse interne pubbliche, neanche le prendono in considerazione, e si rivolgono a società private che fanno profitti.

I politici che ancora sono in questo governo asettico, sterilizzato, definito da alcuni post-democratico- è evidente che in queste scelte hanno finalmente trovato il modo di fare sapere agli italiani quello che sono: il nulla. Certe vocazioni e identità, faticano a rivelarsi ma, alla lunga per forza intrinseca alla verità, vengono fuori.

Questa “mossa”, dovrebbe fare altresì riflettere sulla presunta difesa degli interessi italiani per il cosiddetto blocco dei vaccini Astrazeneca in partenza per l’Australia. Il Divus non ha fermato un bel niente per il semplice fatto che, qui in Italia, il vaccino in questione non è fabbricato ma solo infialato. La catena della multinazionale inglese, come le sue affini, è così complessa che nessuno stato, fintanto che non saranno sottratti ai colossi farmaceutici i brevetti dei vaccini, avrà il potere di fermare tale mercato e il fantasti-miliardario business che vi ruota.

Tornando alla McKinsey, si vada a vedere chi è, cosa fa.
Le notizie su internet, dicono che è una società internazionale di consulenza manageriale.
Per i suoi servizi, nel caso di specie, pagheremo noi italiani, ancora storditi dalla ierofania del Divus. Il resto è da approfondire.

Dopo i fumi di Sanremo e quelli dell’incenso a Marius, forse è il caso di aprire gli occhi, smontare la Statua e metterci tutti con i piedi per terra.