Emergenza rifiuti. Parla il capitano Ultimo, ma forse era meglio se stava zitto

L’errore lo abbiamo fatto noi chiedendogli di parlare, forse era meglio se stava zitto. Rompe il silenzio dalla latitanza il capitano Ultimo, e dal rifugio segreto interviene sull’ordinanza Santelli in materia di discariche.

Le parole pronunciate da Ultimo non esprimono nessuna sostanza. Il classico intervento di facciata del politico costretto ad intervenire su qualche tema perché tirato dalla giacchetta. Qualche riga generica affidata alla stampa che nulla chiarisce su quello che succederà da qui a 10 giorni per quel che riguarda l’emergenza rifiuti. Oltre alle intramontabili promesse di arrivare da qui a due anni a discariche zero. Manco fosse Mandrake.

Più che illustrare la sua strategia su come intende affrontare la perenne emergenza rifiuti in Calabria, con le sue parole Ultimo, sembra più voler placare qualche animo surriscaldato dalle provocazioni della Santelli sui tanti imboscati in regione. Dice Ultimo: «Non voglio giudicare nessuno ma credo che la criticità più evidente sia stata la mancanza di pianificazione. Mentre è proprio su questo che dobbiamo oggi costruire e unire le forze».

Manca la pianificazione, dice Ultimo, ma la sua alternativa a questo dov’è? Presto detto, la pianificazione di Ultimo sta tutta in queste parole dove promette l’impossibile, senza però spiegare come, un altro classico di certi politici: «il nostro obiettivo è chiudere le discariche. Noi non vogliamo sfruttare o vessare una parte di popolazione rispetto ad un’altra. Per questa ragione chiediamo che le operazioni si svolgano in sicurezza, che il problema si affronti con maturità, che tutto avvenga in trasparenza e che non ci sia nessun secondo fine, nessun inganno».

Come a dire: vi garantisco che gli sversamenti di centinaia e centinaia di tonnellate di indifferenziato avverranno secondo le regole (di chi non si capisce) però mo’ pigliativi a munnizza e cittu, che tanto tra due anni le discariche non serviranno più perché spediremo a munnizza direttamente nello spazio profondo. Su questo stiamo lavorando con la Nasa.

Ultimo ha anche parole di conciliazione con gli ambientalisti ai quali rivolge un pensiero che è non plus ultra della retorica. Nun se batte. Leggete: «Qua si deve dialogare. È stata adottata un’ordinanza che rappresenta una visione, una soluzione ad un problema che è stato causato da tutti ed è di tutti. La Regione Calabria è la somma di 404 Comuni e non deve esistere alcuna contrapposizione. La civiltà che vogliamo costruire è quella di una pianificazione collettiva per risolvere assieme e non per fare la guerra dei poveri. È questo il concetto: uscire dalle logiche dell’arraffare quello che si può e costruire assieme una Calabria che è di tutti. È questa la maturità da costruire».

Dopo aver adottato un’ordinanza chiede di dialogare. Come dire: si fa come diciamo noi, però possiamo parlare. Ma solo di filosofia e di visioni. Questo ci aiuterà a costruire, tra 23.456.353.435 anni una maturità collettiva. Nel mentre continuiamo a sversare nelle discariche, senza però farci la guerra, perché la Calabria è di tutti.

E come se non bastasse e per meglio assomigliare ai suoi colleghi politici poltronari e paraculi, addossa la colpa di questa situazione ai calabresi: «Non è il momento delle polemiche, c’è bisogno di maturità e di uno sforzo comune. L’emergenza è un problema di tutti, perché causato da tutti»

Già, dimenticavamo che sono stati i calabresi a gestire le ingenti risorse destinate al ciclo dei rifiuti. I politici e i loro galoppini non c’entrano nulla. Oltre al danno anche la beffa.

Insomma parole vuote, vacue, prive di sostanze pronunciate solo per inerzia. Non c’è niente di concreto e di certo in quello che dice, se non che la discarica di Celico, Vrenna permettendo, continuerà a funzionare fino a che la Nasa non sarà pronta con le navicelle spaziali destinate a trasportare la spazzatura nello spazio. Ed è per questo, vista la vacuità delle sue parole che sembrano più una presa per i fondelli che forse era meglio se stava zitto.