Enrico Mentana scende in campo: “No al 41 bis per l’anarchico Alfredo Cospito”

dalla pagina FB di Enrico Mentana

Mi sono tenuto per questo giorno un pensiero da condividere, già sapendo che proprio in pochi lo condivideranno nella sostanza. Ma tacere mi sembrerebbe vile. C’è un uomo, Alfredo Còspito, che è in carcere al 41 bis, il regime più duro che impedisce ogni contatto, interno o esterno, oltre a altre privazioni. Contro questa imposizione Còspito sta attuando da mesi uno sciopero della fame. Il suo legale ha fatto appello, ma quattro giorni fa il Tribunale di sorveglianza di Roma lo ha respinto, con questa motivazione: “Lo status detentivo ordinario, anche in regime di alta sicurezza, non consente di contrastare adeguatamente l’elevato rischio di comportamenti orientati all’esercizio da parte di Alfredo Cospito del suo ruolo apicale nell’ambito dell’associazione di appartenenza”.

Chi mi ha letto fino a qui penserà che Cospito sia un boss mafioso, responsabile di stragi e omicidi, traffico di eroina e simili. Un pericolosissimo soggetto da sigillare nella sua cella.
No. È un estremista politico, leader dei cosiddetti “anarco-insurrezionalisti”. Sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione per un’azione grave, la gambizzazione di un dirigente di Ansaldo Nucleare. È inoltre sotto processo perché accusato di aver compiuto un attentato dimostrativo contro la scuola carabinieri di Fossano dove sedici anni fa furono collocate due bombe a basso potenziale, che non fecero danni alle persone.

Non conosco Alfredo Cospito e ho ripulsa per ogni forma di violenza politica, e ancor di più quando compiuta in nome di un ideale libertario. Ma ritengo gravemente sproporzionato e ingiusto, oltre che pericolosissimo precedente l’utilizzo contro di lui dell’arma del 41 bis, che fu messa a punto negli anni più duri della sfida mafiosa per isolare capi e killer che avevano ucciso o fatto uccidere uomini e donne del nostro stato a cui avevano dichiarato guerra.

Uno stato forte e sicuro dei propri fondamenti civili non ricorre a questi mezzi quando non è necessario, e può anzi rivelarsi controproducente, oltre che ingiusto. E non è cosi che battemmo il terrorismo, quello che davvero uccideva e rivendicava.