Ferrovie della Calabria, il “pesce d’aprile” di Lo Feudo e le manovre di Palla Palla

Quel che nessuno osa dire su Ferrovie della Calabria

Ebbene sì. Era solo uno scherzo, anzi, un pesce d’aprile. L’immarcescibile Lo Feudo in pensione (dal 1° aprile 2019)? Macché. Il Nostro è ancora saldamente alla guida (per interposte persone: Palla Palla, Parente, Sorace…) di Ferrovie della Calabria.

Era solo una mossa per evitare gli (eventuali) arresti e per incassare il lauto incentivo concordato per le dimissioni (qualche centinaia di migliaia di euro) e il proprio TFR (altre centinaia di migliaia di euro), che ovviamente lui ha incassato all’istante (su disposizione del tappetino Sorace) mentre gli altri dipendenti nel tempo collocati in pensione sono ancora – da oltre un anno – ad attendere quanto loro è dovuto a titolo di TFR. Per non parlare degli altri creditori aziendali…

Dopotutto, meglio pagare subito centinaia di migliaia di euro a Lo Feudo che saldare i milioni (qualche decina di milioni di euro, diciamo, più o meno, una quarantina; avete letto bene: 40 milioni) di debiti con i dipendenti pensionati (TFR), con l’erario (IRPEF dipendenti non pagata, ad oggi, da oltre 12 mesi), con l’INPS (contributi non pagati, ad oggi, da oltre 10 mesi), con le società finanziarie (che attendono inutilmente da mesi e mesi gli importi che l’azienda trattiene regolarmente sulle buste paga dei propri dipendenti per cessione quinto stipendio e prestiti vari, ma non versa alle società finanziarie destinatarie finali delle trattenute) e, infine, con i fornitori di beni e servizi, alcuni dei quali, ovviamente, hanno provveduto a pignorare e bloccare tutte le somme (poche) esistenti sul conto corrente ufficiale dell’azienda, ma poi ci sono quelli “segreti” su cui i Nostri ormai da circa un mesetto fanno confluire le varie risorse disponibili (incassi per la vendita dei biglietti e corrispettivi della Regione) per continuare a boccheggiare.

Per la verità qualcuno, il precedente Amministratore Unico dott. Marino, dopo aver beatamente dormito mesi e mesi in Abruzzo, sul cuscino di Lo Feudo che a Catanzaro lo sostituiva in tutto e per tutto senza riferirgli del “piattino” che avrebbe trovato al suo risveglio, quando il Nostro andò via (ovviamente per finta), il povero Marino, resosi finalmente conto della drammatica situazione, tentò di porvi rimedio, ma ovviamente tutti (Palla Palla in testa e, a ruota, sindacati e quadri aziendali) si opposero strenuamente e allora, all’improvviso, il 27 giugno, Palla Palla lo costrinse a dimettersi, sostituendolo col Dott. Parente, evidentemente più manovrabile di Marino.

Tanto manovrabile che in data 23 luglio 2019, a Reggio Calabria (avete letto bene, a Reggio Calabria, non a Catanzaro, sede legale di Ferrovie della Calabria), nel corso di un convegno sul nulla, partorisce la sua prima delibera di Amministratore Unico, un “capolavoro” di Lofeudiana memoria, predisposta dal Nostro, consegnata allo stesso Parente dal signor Baldino (coccotuttofare di Lo Feudo che il nuovo Amministratore guarda caso ha nominato suo autista personale) e firmata dallo stesso Parente senza battere ciglio e (probabilmente) senza nemmeno comprenderla.

Cosa sta scritto in questa delibera? A parte le puttanate scritte in premessa che nulla hanno a che vedere con la sostanza del deliberato, la vera chicca la si scorge nel penultimo periodo e riguarda il fido (di Lo Feudo) Alfredo Sorace (quello che ha posto la firma per la liquidazione milionaria di Lo Feudo, quello che insieme a Lo Feudo ha perfezionato il “piattino” presentato al precedente Amministratore Marino, costretto a dimettersi da Palla Palla), a cui il nuovo Amministratore Unico Parente non solo delega – lasciamo perdere la forma, che vien da ridere, e guardiamo solo alla sostanza – “le funzioni delegabili di Datore di Lavoro ex DL n. 81/80 e succ. mod.”, così ribaltando quanto il precedente Amministratore aveva deliberato in materia qualche settimana prima (il dott. Marino aveva attribuito le deleghe di “Datore di Lavoro” all’Ing. Marazzita, Direttore dell’esercizio Ferroviario), ma anche “la facoltà di adottare misure urgenti o ad assumere impegni di spesa straordinari per pertinenti esigenze indifferibili”.

Sorace, in altre parole, fa quel che vuole (Lo Feudo, non lui); Sorace è ormai, di fatto, il nuovo Direttore Generale dell’azienda (manca solo la nomina, ma nel frattempo Lo Feudo ha ben pensato di ri-attribuirgli, nella delibera che ha predisposto per il nuovo Amministratore, la “qualifica” di Responsabile del Coordinamento Generale, di lofeudiana memoria) messo lì per eseguire gli ordini impartiti da Lo Feudo, che continua a controllare il tutto dalla sua barca al mar, in compagnia del nuovo Amministratore, lo zerbino Parente.