Fortugno 10 anni dopo: “Ammazzateci tutti, il ricordo non può essere sporcato”

Fortugno

(ANSA) – CATANZARO, 16 OTT – “Sono trascorsi gia’ dieci anni da quel tragico pomeriggio del 16 ottobre del 2005, quando giunse la terribile notizia dell’assassinio a Locri, in un seggio dove si svolgevano le Primarie dell’Unione, di Francesco Fortugno, vice presidente del Consiglio Regionale della Calabria“.

Lo afferma, in una nota, Aldo Pecora, fondatore del movimento antimafia “Ammazzateci tutti” creato dopo l’assassinio di Fortugno.

“Ricordo come fosse oggi – aggiunge – il tremendo dolore che mi provoco’ la notizia, ma ancor piu’ ricordo il moto incontenibile di rabbia che si scateno’ nel mio cuore di calabrese non ancora ventenne, una rabbia che non era odio, ne’ tantomeno desiderio di violenta vendetta nei confronti dei mafiosi, ma il desiderio incontenibile di una reazione civica, ma anche fisica, da parte di noi giovani calabresi mettendoci, per la prima volta nella nostra regione, ognuno la nostra faccia nella sfida alle mafie, sicuri che non avrebbero avuto certamente tanto piombo per ammazzarci tutti, se noi giovani fossimo scesi in strada in migliaia per gridare il nostro ripudio alla ‘ndrangheta.

“Da quel terribile 16 ottobre 2005 fini’ purtroppo per me la giovinezza spensierata ed inizio’ una nuova vita tutta dedicata alla ‘missione’ di tentare di scatenare nei giovani, calabresi e non, una sorta di reazione anticorpale prima alla ‘ndrangheta e poi, man mano che prendevamo coscienza della complessita’ del fenomeno mafioso, a tutte le mafie, da quelle con la lupara e la coppola a quelle con il colletto bianco e la tastiera del computer sulla scrivania. E da quello striscione con su scritto ‘E adesso ammazzateci tutti’, portato come segno visibile di sfida alla mafia da un pugno di giovanissimi al funerale di Francesco Fortugno, nacque fra mille difficolta’, e tanti nemici palesi ed occulti, il movimento che porta lo stesso nome, e che da quel primo nucleo si e’ propagato in tutta Italia”.

“Oggi pero’ – conclude Pecora – e’ il giorno del ricordo di Francesco Fortugno e quel ricordo non deve e non puo’ essere offuscato da altri sentimenti che non siano l’umano dolore e la speranza cristiana. Il ricordo di un uomo per bene, o delle cose belle e pulite della vita, ha la purezza del diamante: non c’e’ ingratitudine, o ipocrisia, o umana debolezza agli interessi personali che possa sporcarlo”.

(ANSA)