Forza Berardi, hai ancora tutto il tempo

di Gabriele Lippi

Fonte: Esquire 

Maledetto infortunio, che gli ha strappato di dosso la maglia della Nazionale. Domenico Berardi, il ragazzo di Calabria (nato a Cariati e cresciuto tra Bocchigliero, Longobucco e Mirto Crosia), se l’era guadagnata a suon di gol e prestazioni capaci di cancellare i dubbi su di lui e di staccargli di dosso quella fastidiosa etichetta di eterno incompiuto che si era trovato appiccicata un po’ per sfortuna e un po’, certamente, anche per colpa sua. Ma quest’anno la musica sembra decisamente cambiata e a 25 anni Berardi può forse iniziare finalmente la sua carriera.

L’età di Berardi è la prima cosa metafisica con cui ci troviamo a che fare quando pensiamo a lui. Ne ha 25, sì, ma sembrano di più e allo stesso tempo di meno. Lo conosciamo da una vita e ci sembra sia sempre stato là. E in effetti c’è da quando c’è il Sassuolo, che contribuì a portare in Serie A con 11 gol segnati nella stagione 2012-13. Allo stesso tempo Berardi ci sembra molto più giovane, perché gli infortuni, le sfortune, gli alti e bassi, l’hanno lasciato sospeso lì, nel limbo delle promesse del calcio italiano. Una specie di Peter Pan del pallone, che non è mai riuscito a crescere davvero e che non ha mai smesso, in fondo, di giocare come un bambino che per strada sfida tutti gli amici a colpi di dribbling e tunnel.

AS Roma v US Sassuolo - Serie A

Berardi non ha avuto una vera evoluzione calcistica, non ancora almeno. Ha rifiutato persino il più clamoroso dei possibili avanzamenti di carriera dicendo no alla Juve. Forse lo ha fatto perché è più vecchio e saggio di quanto non dica la sua carta d’identità e ha capito se stesso, la propria dimensione, lo stato della propria maturazione calcistica molto meglio di tutti noi. O forse le ha detto di no proprio perché in realtà non è mai cresciuto e non ha mai smesso di essere il bambino che tifa l’Inter, sempre e soltanto l’Inter, e che non si vede con altre maglie addosso se non quella nerazzurra e quella del Sassuolo.

Berardi è stato convocato in Nazionale per la prima volta a 21 anni, ma ha dovuto attenderne altri tre per esordire realmente in Azzurro. Mancini gli aveva messo addosso una maglia ma dopo cinque partite l’aveva dimenticato per un anno. Il fatto è che Mimmo, dopo due gol nelle prime due giornate di campionato, era andato spegnendosi poco a poco, come troppe volte gli avevamo visto fare. Veniva da una stagione da 4 gol in Serie A e la sensazione che potesse essersi perso del tutto era decisamente forte. Persino quell’inizio promettente sembrò un’illusione alla luce di un prosieguo di stagione ben lontano dagli standard degli esordi e da quei 31 gol realizzati nei primi due campionati di Serie A che ci fecero sperare nel miracolo in un momento in cui il calcio italiano aveva davvero un disperato bisogno di talento.

US Sassuolo v SPAL - Serie A

Poi è successo qualcosa. Qualcosa che è cominciato sul finale della scorsa stagione ed è cominciato all’inizio di questa. Intendiamoci, nessuno di noi si fidava troppo. All’inizio di settembre, mentre lui bagnava con cinque gol le sue prime due presenze stagionali, sui social circolava persino un meme dedicato a tutti i fantallenatori che negli anni avevano continuato a credere in lui e che rischiavano di restare fregati anche quest’anno da un così folgorante inizio pre-asta. È vero, il ritmo dei gol è rallentato, ma le prestazioni di Berardi sono rimaste costanti e hanno mostrato enormi miglioramenti rispetto al passato.

Il Berardi di oggi è diverso, forza meno la giocata, non è egoista, cerca i compagni e si fa trovare da loro con movimenti che prima sembrava non avere nel suo bagaglio. Non si limita più a partire da destra e rientrare per cercare il tiro a giro o la palla sul secondo palo, ma cerca passaggi chiave e verticalizzazioni per gli inserimenti dei compagni, svaria maggiormente anche senza palla sul fronte offensivo, non disdegna la giocata più semplice. Nel complesso sembra aver maturato una migliore visione di gioco e una capacità associativa che in passato raramente gli era appartenuta.

US Sassuolo v ACF Fiorentina - Serie A

Berardi è il miglior marcatore della storia del Sassuolo con 81 reti in 240 partite. È un dato rilevante, ma quello che dice più del suo valore è quello che lo inserisce tra i quattro under-25 ad aver superato i 50 gol nei cinque maggiori campionati europei. Eppure Berardi ha sempre potuto essere molto di più di un dato statistico affascinante. Un giocatore vero, e ora, forse, finalmente lo sta diventando.