Gigi, Armando, Giovanni, Adriano e Salvatore: vite spezzate all’improvviso

FOTO ANDREA ROSITO

Se ne sono andati via senza un perché. Dall’oggi al domani, dalla sera alla mattina. Sportivi e agonisti, più o meno giovani, preparati ed allenati, eppure stroncati da questi infarti improvvisi che non ti lasciano scampo. A Cosenza, dopo qualche tempo, oggi tutta la città piange un’altra giovane vita spezzata all’improvviso, quella del diciottenne Salvatore Figliuzzi.

Non ci siamo dati pace, il 19 luglio del 2015, per la bandiera del calcio cosentino, Gigi Marulla (330 presenze e 91 gol con la maglia del Cosenza: un primato insuperabile), morto a 52 anni mentre stava lavorando nel suo giardino di Cetraro. Non c’era stato niente da fare per rianimarlo e nulla lasciava presagire la sua prematura scomparsa. Un mare di lacrime, un funerale straziante davanti a migliaia di cosentini. E non possiamo certo dire che Marulla non avesse un fisico preparato allo sforzo sportivo: non giocava a livelli agonistici ma allenava i ragazzi, faceva jogging, giocava anche partite amatoriali.

Il 29 luglio del 2016, un anno più tardi, è toccato ad un ragazzo di 31 anni, Armando Zicarelli. Ha perso la vita su un campo di calcetto a Mendicino, mentre stava giocando con gli amici. Si è sentito male e si è accasciato a terra, perdendo i sensi. Immediati sono scattati i soccorsi ma non c’è stato nulla da fare. Il suo cuore purtroppo si è fermato per sempre.

Armando Zicarelli era molto conosciuto in città. Aveva anche giocato nell’Azzurra, una scuola calcio dalla quale sono partiti tanti Campioni del nostro circondario. All’epoca faceva il portiere ma se la cavava bene anche nei ruoli di movimento. Il calcio gli era sempre piaciuto e non a caso trovava sempre un’ora per giocare con gli amici. Anche per lui nessuna avvisaglia, nessun campanello d’allarme. Anche lui se n’è andato senza un perchè.

arna1Armando era molto conosciuto anche perché ormai da cinque anni aveva aperto una yogurteria a via Caloprese, a due passi da piazza Europa e piazza Loreto, “Yogurt City”, e sono tanti i cosentini che la frequentano grazie al lavoro incessante di Armando e della sua famiglia. Tanti anni di fatica per mettere su un “gioiello” come “Yogurt City” e poi il destino, beffardo, fa crollare tutto in un attimo.

Il 15 dicembre 2016 è morto su un campo di calcetto un ragazzo ancora più giovane di Armando.

Si chiamava Giovanni Cortese, aveva 23 anni, era di Lungro e studiava all’Università della Calabria, iscritto alla facoltà di ingegneria.

Giovanni Cortese

Durante una partita a calcetto con gli amici ai campetti “Grimoli” di Rende, attorno alle 21,30 si è accasciato a terra dolorante. Alle sollecitazioni degli amici, subito accorsi a prestargli soccorso, il povero Giovanni non ha più risposto. In pochi istanti si è consumata una immane tragedia. A niente sono serviti i soccorsi. Il giovane non ce l’ha fatta.

Che dire? Anche Giovanni, a soli 23 anni, non aveva mai avuto campanelli d’allarme, eppure se n’è andato anche lui senza un perché.

Come Adriano Posa, il commercialista di 52 anni (la stessa età di Gigi Marulla), che è stato stroncato da un infarto venerdì 13 gennaio 2017 poco dopo le 20 nel campo di calcetto al coperto di viale Parco-Mancini. Un passato da calciatore con la Popiliana e la Morrone, ma tante partite ogni settimana in giro per l’area urbana con tante comitive di amici. Anche in questo caso nessuna avvisaglia e nessun campanello d’allarme.

E ieri sera questa triste catena di vite spezzate si è allungata con la morte improvvisa di Salvatore Figliuzzi, appena 18 anni, che ha accusato un malore mentre giocava a calcetto sul campo della vecchia stazione ferroviaria e non si è più ripreso. Si era appena diplomato all’Istituto Tecnico Industriale “Monaco”, si era iscritto all’Università della Calabria e aveva una vita davanti. Giocava spesso a calcetto con gli amici e così come Gigi, Armando, Giovanni e Adriano non c’era mai stata nessuna avvisaglia che potesse far pensare a qualcosa. Dicono che non si dovrebbe giocare a calcetto ad una certa età, col freddo. Ma non se ne vanno solo i cinquantenni, muoiono anche ragazzi di 18, 23 e 31 anni e questa giustificazione del “non puoi farlo ad una certa età” lascia il tempo che trova. Sarà tragico destino, sarà fatalità ma purtroppo sempre più spesso piangiamo morti improvvise e senza un perché. E non c’è niente da fare per prevenire.