Gigi Simoni e Denis Bergamini

Oggi ci ha lasciati mister Gigi Simoni, un grande allenatore del nostro calcio e un gentiluomo come Bruno Giorgi. Nonostante sia rimasto solo pochi mesi a Cosenza, mister Simoni ha vissuto in prima persona la maledetta notte dell’omicidio di Denis Bergamini e fu proprio lui il primo a parlare al telefono con l’ex fidanzata di Denis, che lo aveva attirato nella trappola mortale. Ecco il ricordo di quella notte in un’intervista rilasciata dal mister ad un giornalista romagnolo poco più di dieci anni fa quando Denis era già morto da vent’anni e il mister aveva 70 anni. 

di Daniele Pompignoli

Fonte: Noi Romagna (http://www.romagnanoi.it/news/sport/625963/-Bergamini–Non-credo-al.html?refresh_ce)

BOLOGNA – “E’ morto Donato. E’ finito sotto a un camion”. Una voce stranamente calma e senza emozioni così avvisò, al telefono, Luigi Simoni della morte di un suo calciatore. Il tecnico bolognese, oggi 70enne, era l’allenatore di Donato “Denis” Bergamini a Cosenza nella stagione 1989/1990. La sera del 18 novembre 1989 fu Isabella Internò, la ragazza del centrocampista ferrarese, ad avvisare Simoni della tragedia. L’ex centrocampista di Imola e Russi (dal 1982 al 1985) morì a Roseto Capo Spulico (Cosenza) in circostanze che dopo vent’anni non appaiono ancora del tutto chiarite.

La magistratura archiviò l’episodio come suicidio: Bergamini si sarebbe buttato sotto un camion in transito sulla statale 106 Jonica. Una tesi alla quale non ha mai creduto la sua famiglia. Una tesi alla quale lo stesso Simoni, avendo conosciuto “Denis”, fatica a credere. “Se penso che possa essersi suicidato? No, direi di no. Magari era un ragazzo un po’ chiuso, nel senso che si faceva gli affari suoi, ma nonostante questo io non mi sarei mai aspettato da lui un gesto come il suicidio. Donato era uno dei giocatori più seri, volenterosi e determinati del gruppo, a me è sempre piaciuta la gente così. Io lo ricordo con particolare affetto, anche perché era emiliano come me”.

Simoni ricorda le parole e lo stato d’animo di Isabella nel momento della telefonata con la quale comunicò la morte del ragazzo. “Devo dire che la ragazza era calma e parlava senza particolari emozioni nel senso che non piangeva. Mi disse semplicemente: ‘E’ morto Donato. E’ finito sotto a un camion’”. Sempre secondo la versione ufficiale, Isabella si trovava in compagnia di Donato quando si sarebbe suicidato. “Isabella l’avevo vista un paio di volte e l’ho sentita la sera della morte di Denis”, ricorda Simoni. Che poi ripercorre quegli istanti: “Mi telefonò per dirmi che Denis si era ucciso. Io inizialmente non ci credevo, pensavo fosse uno scherzo. Ora però non ricordo se mi fece parlare con un’altra persona che mi confermò la morte. Sono passati molti anni, e poi io ero davvero sconvolto in quel momento per ricordarmi un dettaglio così”.

Sconvolti furono anche i compagni di squadra, al punto che quando seppero la notizia ci furono scene di “grande disperazione da parte di tutti. Chi sdraiato in terra e chi piangeva. Saltammo tutti e smettemmo di mangiare (la squadra era in ritiro pre-partita a Rende, ndr)”. La domenica il Cosenza giocò lo stesso. Il commento dell’allenatore che poi avrebbe vinto una Coppa Uefa con l’Inter è amaro: “Ci fecero giocare ugualmente contro il Messina in campionato. Proprio una gran bella idea, non c’è che dire”.

“Per me la morte di Denis fu un dolore incredibile. In quel momento mi dispiaceva quasi come fosse mio figlio: era una cosa improvvisa e soprattutto dietro alla quale ci fu da subito molto mistero”. Dieci anni dopo, Simoni avrebbe provato davvero cosa significa perdere un figlio: nell’ottobre del 1999 infatti, in un incidente stradale, moriva a 33 anni Adriano Simoni, figlio dell’allenatore. “Col senno di poi, è ovvio, che per un padre perdere il proprio di figlio è un dolore incredibilmente grande”.

Daniele Pompignoli