Giustizia corrotta: sono vittima di persecuzione da parte del pm Cozzolino (di GdD)

Quel marlonbrando di un Cozzolino

Non so più come comportarmi, sono anni che il pm Cozzolino di Cosenza mi perseguita. Se non fosse per il ruolo che riveste saprei bene cosa dirgli, ma non posso, perché la Legge, nonostante il soggetto, è dalla sua parte, come ama dire lui parafrasando Silvester Stallone in “Dredd”: la Legge a Cosenza sono io. E come oramai tutti sanno Cozzolino più che in “nome del popolo italiano”, amministra la giustizia solo ed esclusivamente per il suo tornaconto personale, e quello degli amici degli amici. Mettersi contro di lui, come ho fatto io, è una “offesa” che Cozzolino non può sopportare. E così, come fa da sempre, ha mobilitato gli uomini dello stato, non per catturare mafiosi e corrotti (che sono i suoi amici) ma per costringermi, con la forza, a comparire davanti a lui. Vuole minacciarmi direttamente. Gli avvertimenti per interposta persona non gli bastano più.

In meno di 30 giorni mi ha inviato ben 5 inviti a comparire nel suo ufficio per motivi di Giustizia. Quali siano questi motivi di giustizia è presto detto. Cozzolino non ha mai “gradito” i tanti articoli che io ho scritto su di lui, al punto che lo stesso ha presentato querela nei miei confronti alla procura di Salerno. E ci sta. Quello che non ci sta, sono i tanti abusi che continua a perpetrare nei miei confronti. Vuole “interrogarmi” per chiedermi dove compro gli spinelli che fumo, dopo aver tentato di affibbiarmi, con una inchiesta durata più di un anno, con tanto di intercettazioni, foto e verbali vari, il titolo di “spacciatore”. Una inchiesta che è finita, come molte altre a nostro carico, con l’archiviazione, perché il giudice, dopo un anno di pedinamento, non ha riscontrato nella mia condotta nessun reato, se non quello di essere un consumatore di spinelli. Ma Cozzolino non si è arreso, preso com’è dalla rabbia nei miei confronti per averlo sputtanato, ed ha continuato imperterrito a investigare su di me, come se a Cosenza non ci fosse altro da fare. Ovviamente senza mai trovare niente. Perché niente c’è da trovare.

È chiaro che quella degli spinelli è una scusa. Vuole portarmi nel suo ufficio per spaventarmi e costringermi a non scrivere più articoli su di lui. E per arrivare a questo non si è fatto scrupolo di mandare questa mattina ben 6 carabinieri a casa di mia madre, una anziana donna non autosufficiente con gravi problemi di salute, con lo scopo di trascinarmi anche con la forza nel suo ufficio. Cozzolino non ha gradito la foto che ho pubblicato mentre va a cena con l’indagato Potestio.

Ovviamente il mio avvocato si è da subito adoperato nel rendere noto a chi dovere (procuratore capo di Cosenza, presidente del Tribunale, e procura di Salerno) la grave situazione, specificando che da parte nostra non c’è nessun problema a comparire davanti alla Giustizia, ma che non può essere il pm Cozzolino ad interrogarmi, per via dell’incompatibilità che si è creata dopo le sue denunce alla procura di Salerno nei miei confronti, e ribadendo la nostra disponibilità a conferire con altro pm. Ma nessuno ci ha risposto. Segno evidente che a proteggere Cozzolino lasciandogli fare ciò che vuole, anche quando non può, si è mobilitato il solito cartello masso/mafioso che governa la città. Conviene anche a loro fermarmi. Perciò lasciano fare a Cozzolino quello che gli pare. Nonostante le mie denunce a Salerno e al Csm.

Insomma, Cozzolino prima mi denuncia e poi pretende di ascoltarmi, e la domanda allora è questa: quale serenità può avere questo Pm nei miei confronti dopo i numerosi scontri verbali e le denunce intercorse tra di noi, e come faccio a sapere che la sua convocazione non è l’ennesima trappola ai miei danni?

Ricordo a chi legge che nei miei confronti sono stati aperti diversi procedimenti penali, ad iniziare dall’accusa di voler sovvertire l’ordine costituito dello stato: assolto in tutti i gradi di giudizio perché il fatto non sussiste. Per aver messo una bomba alla questura, insieme ad una giornalista della trasmissione Report: archiviato, il fatto non sussiste. Per narcotraffico: archiviato, il fatto non sussiste. Per minacce e intimidazione (attraverso i miei articoli), archiviato, il fatto non sussiste. Ed ora siamo agli spinelli. Cozzolino e chi per lui le hanno provate tutte pur di fermarmi, non facendosi scrupoli nell’utilizzare tutto l’apparato giudiziario a sua disposizione. Una persecuzione che dura da anni e che mi ha provocato un sacco di guai e danni che non ha mai pagato nessuno, nonostante le tante assoluzioni.

Ora non ne posso più, dopo la visita di stamattina a casa di mia madre il limite è stato superato, ed io non intendo piegarmi a questo volere paramafioso. Intervenga il procuratore capo nominando altro pm, io resto a disposizione, e nel mentre scriviamo per l’ennesima volta al Csm per denunciare ancora una volta gli abusi di Cozzolino che, vista l’immunità di cui gode, oramai si sente un Dio. Un Dio che ovviamente non è il mio.

Nonostante tutto quello che sta accadendo in Italia nella magistratura, nonostante le inchieste che coinvolgono il procuratore capo di Cosenza e i suoi pm, questi continuano, imperterriti e senza vergogna, a fare quel cazzo che gli pare, alla faccia della Giustizia e del “Popolo italiano”. Questa è Cosenza. Il problema in città è chi denuncia non chi commette i reati. Cosa aspettano da Salerno ad intervenire proprio non lo capisco. Certo è che questa volta vado fino in fondo, e non sarà certo un Cozzolino qualsiasi a fermarmi. Perché io di questi soggetti non ho paura.

GdD