Giustizia. Facciolla assolto dal Csm: dietro le infamanti accuse c’è un complotto?

L’assoluzione del magistrato Eugenio Facciolla dalle infamanti accuse di aver ordito un complotto, utilizzando il suo ruolo, contro i colleghi Luberto e Gratteri, apre inquietanti interrogativi. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, alcune domande di carattere generale si possono però porre. La prima domanda è: il caso Facciolla si può ritenere a tutti gli effetti simile al caso De Magistris, e prima ancora al caso Cordova? Parrebbe di sì. E gli elementi per sostenerlo ci sono tutti. Tutti e tre indagavano sulla collusione tra politica, massoneria deviata e ‘ndrangheta. Tutti e tre avevano scoperto l’esistenza di cupole massomafiose annidate nelle istituzioni locali, a tutti i livelli, che governano e controllano, economicamente e politicamente, interi territori. Tutti e tre avevano scoperto i collegamenti tra le cupole massomafiose locali e il “cupolone” massomafioso romano. Tutti e tre avevano, con le loro indagini, “toccato” pezzi grossi della politica, della magistratura e del mondo dell’imprenditoria. E tutti e tre sono stai fermati. A fermare i tre lo stesso nemico: lo stato deviato.

Coincidenze, fatalità, destino, complottismo paranoico, ognuno può scegliere come definire tali “similitudini”, ma una cosa è certa, e lo dicono i fatti, ovvero le inchieste condotte dai tre, chi tocca certi fili “muore”, professionalmente parlando. Che è quello che è successo ai tre. Oltre un certo livello, in Calabria, non si può andare. E questa è una regola che vale per tutti, anche per quelli che si definiscono duri, o che pensano di esserlo, oppure presunti tali. Lo sanno tutti che i veri boss massomafiosi cosentini, e in generale calabresi, la fanno sempre franca. Una verità che è sotto gli occhi di tutti, e che nessuno oserebbe negare, almeno non con se stesso. I pezzi da novanta sono sempre in giro arzilli e pimpanti, e tutti possono ammirarli per le vie del centro città. Più prova di così.

La seconda domanda è: se Facciolla è stato fermato per le sue inchieste, e non potrebbe essere altrimenti, i giudici del Csm che lo hanno assolto, promuoveranno una inchiesta per accertare chi si cela dietro l’infame complotto a suo danno? La terza domanda è: se è vero che a “segnalare” Facciolla al Csm è stata la procura antimafia di Catanzaro, così come è vero che la procura di Salerno, che ha recepito la denuncia di Gratteri, ha indagato sul procuratore Facciolla ritenendolo colui il quale diffondeva dossier su Luberto, in che misura, in questa triste e opaca storia, c’entrano, se complotto c’è stato, entrambe le procure? Quarta domanda: il procuratore Facciolla, e i cittadini danneggiati, saranno mai risarciti del danno subito? Ma soprattutto: siamo certi che nelle motivazioni di assoluzione di Facciolla leggeremo tutta la verità?